Una storia che è anche un esempio di riscatto sociale, che insegna come sia possibile creare un reale cambiamento a partire dalle relazioni, dai legami che tengono unita la nostra comunità. La storia di Michele, un ragazzo non vedente di Cremona: dopo una vita passata nel buio riesce a uscire dall’ombra della sua condizione di disabilità grazie al canottaggio. Nel territorio cremonese, sono tanti i ragazzi e le ragazze, con differenti disabilità, che attraverso lo sport stanno acquistando fiducia in loro stessi e imparano a superare le barriere sociali. Alcuni di loro di sono allenati duramente presso la Canottieri Flora di Cremona e oggi vogliono realizzare la traversata del grande fiume Po da Cremona a Venezia.
Il progetto FareLegami si è preso a cuore questo sogno, insieme a due compagni di viaggio speciali: la Compagnia delle Griglie e l’ASD Atletica-Mente AICS, due realtà cremonesi di eccellenza nel campo della solidarietà e dello sport integrato con persone disabili. Per realizzare il sogno la Compagnia delle Griglie sta organizzando per il 18 giugno una cena evento memorabile sul lungo Po Europa, un grande evento di raccolta fondi per sostenere il progetto di traversata, una grande festa sul fiume da cui partiranno i nostri eroici ragazzi, che in sette giorni, con il supporto dell’ASD Atletica-Mente AICS, scenderanno lungo il Po per raggiungere la laguna di Venezia.
Ecco le tappe: 19 giugno, Cremona-Boretto; 20 giugno, Boretto-Revere; 21 giugno, Revere-Occhiobello; 22 giugno, Occhiobello-Porto Viro; 23 giugno, Porto Viro-Chioggia; 24 giugno, Chioggia-Lido di Venezia; 25 giugno, Lido di Venezia-Venezia. Un’impresa per la vita dei ragazzi e un esempio importante di fiducia in se stessi. L’impresa sarà inoltre un possibile passo per l’avvio delle attività del progetto FareLegami presso le società Canottieri di Cremona, luoghi dove è possibile costruire percorsi di integrazione sociale e conciliazione vita-lavoro, temi cari al progetto, che infatti ha come obiettivo principale il contrasto al disagio e alla vulnerabilità delle persone e delle famiglie, attraverso l’attivazione delle risorse già oggi presenti all’interno delle diverse comunità locali. Non solo servizi erogati dagli Enti pubblici o delle organizzazioni del privato sociale, quindi, ma anche coinvolgimento attivo dei cittadini e di tutti i soggetti che animano la comunità per contrastare solitudine e difficoltà economiche, supportare nella cura e nell’educazione, conciliare tempi di vita e spazi di lavoro con l’obiettivo, appunto, di fare della comunità una “comunità che gira”.
