Giovedì, 18 aprile 2024 - ore 22.09

Cremona Miti condanne per i Black Bloc? Ripeto le sentenze non sono decise dalla piazza di Gian Carlo Storti

Modestamente ribadisco il mio pensiero di cittadino. Le sentenze si possono criticare finche si vuole quello che deve essere, per me certo, è che la condanna per questo o quel processo non può essere decisa né dalla piazza né dal sistema mediatico. Se si lavora in questa direzione non solo si delegittima la magistratura ma si pone in discussione un pilastro fondamentale della nostra democrazia e cioè l’autonomia dei poteri’.

| Scritto da Redazione
Cremona Miti condanne per i Black Bloc? Ripeto le sentenze non sono decise dalla piazza di Gian Carlo Storti Cremona Miti condanne per i Black Bloc? Ripeto le sentenze non sono decise dalla piazza di Gian Carlo Storti Cremona Miti condanne per i Black Bloc? Ripeto le sentenze non sono decise dalla piazza di Gian Carlo Storti Cremona Miti condanne per i Black Bloc? Ripeto le sentenze non sono decise dalla piazza di Gian Carlo Storti

Nei giorni scorsi, prendendo a spunto un titolo del giornale La Provincia, ho avuto modo di scrivere : ‘Cremona Il giudice ‘grazia’ i Black Blok ? Uno strano titolo’.  Ed ancora: ‘Per quanto avvenuto durante il corteo del gennaio 2015, il giudice riconosce per due manifestanti i soli reati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Nove e dieci mesi le pene stabilite, assolto un terzo imputato’.

Infine ho chiuso il ragionamento con “Troppo spesso invece- non solo per questo caso- si chiede, in vari modi, alla piazza di esprimere la condanna e quindi la pena. E' necessario invece lavorare sempre per isolare i violenti ed i facinorosi che hanno - nella loro strategia antisistema - come unico obiettivo-strumento il disordine pubblico. E questo è molto pericoloso. Si rischia il far west, si delegittima il sistema e si fa credere alle persone che in fondo farsi giustizia da sé può essere un’alternativa. Stati Uniti docet. Insomma è necessario essere garantisti fino alla noia’.

Oggi sulla 'Provincia'  , il direttore Zanolli, riprende il ragionamento ( vedi intero articolo allegato) e partendo dalla dichiarazione del sindaco Galimberti ( a cui dà stranamente ragione) che fra l’altro ha scritto ‘mancato riconoscimento dei danni diffusi alla cittadinanza ripugna la coscienza intera della città e dei cremonesi. Siamo assolutamente rammaricati per questa decisione che riteniamo ingiusta per la ferita che quel 24 gennaio 2015 ha rappresentato per tutta la città di Cremona. Ora attendiamo le motivazioni della sentenza che non ci soddisfa, anche perché totalmente difforme da quella emessa nel processo parallelo’.

Modestamente ribadisco il mio pensiero di cittadino. Le sentenze si possono criticare finche si vuole. Quello che deve essere, per me certo, è che la condanna per questo o quel processo non può essere decisa né dalla piazza né dal sistema mediatico. Se si lavora in questa direzione non solo si delegittima la magistratura ma si pone in discussione un pilastro fondamentale della nostra democrazia e cioè  l’autonomia dei poteri’.

Se due sentenze sono difformi saranno le stesse strutture della magistratura a risolvere il caso e non un referendum fra i cittadini ‘galvanizzati’ da una campagna mediatica che già dava per scontato la colpevolezza a prescindere.

Certo si pone un altro problema. Come mai sono arrivati a processo sono poche persone mentre in molti abbiamo visto che erano decine quelle che si sono rese protagoniste di quei fatti?

Questa è la riflessione da fare che si accompagna alle altre . Quella manifestazione poteva e doveva essere vietata? Da Chi ? Non vi è stata forse una sottovalutazione dei pericoli che si potevano concretizzare? Ed ancora Il Centro Sociale ‘Dordoni’ va chiuso? E la sede di casa Paoud  viene lasciata aperta ? E chi decide di farlo?

Ecco questi sono i punti su cui la città deve riflettere e non scagliarsi contro la magistratura per delle sentenze che ai nostri occhi appaiono miti.

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La dichiarazione sulla sentenza del Sindaco di Cremona Gianluca Galimberti:  “Le richieste del Comune di Cremona sono state accolte solo molto parzialmente limitatamente al risarcimento del danno al comando della Polizia Locale e delle spese di costituzione di parte civile, a carico di un solo imputato. Il mancato riconoscimento dei danni diffusi alla cittadinanza ripugna la coscienza intera della città e dei cremonesi. Siamo assolutamente rammaricati per questa decisione che riteniamo ingiusta per la ferita che quel 24 gennaio 2015 ha rappresentato per tutta la città di Cremona. Ora attendiamo le motivazioni della sentenza che non ci soddisfa, anche perché totalmente difforme da quella emessa nel processo parallelo. Speriamo di poter reiterare le nostre richieste nel processo di appello che auspichiamo venga promosso dalla Procura di Cremona o da quella Generale di Brescia o da entrambe. Lo ribadiamo: Cremona ripudia qualsiasi violenza, di qualsiasi colore”

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In allegato l’articolo del direttore del giornale ‘La Provincia’ Vittoriano Zanolli di oggi domenica 17 luglio

 

 

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