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Cremona,il Comune e l'informatica|G.Salami

| Scritto da Redazione
Cremona,il Comune e l'informatica|G.Salami

Dopo le elezioni comunali, nei giorni di assegnazione delle deleghe, tra di noi si rideva, invero un po' amaramente, leggendo che nel toto-assessori non comparisse il settore informatico. E infatti nella prima versione ufficiale non c'era proprio.

Non eravamo nemmeno tanto stupiti e chissà se era lontano dalla realtà immaginare qualcuno che entrava nella sala di regia dicendo: "Ragazzi, ci siamo dimenticati del CED, il centro elaborazione dati: chi lo prende?".Non sappiamo se ci sia stato un "Io! No io! No no, io, che me ne intendo!".

Penso piuttosto un "Chi ce l'aveva prima? L'Assessore al Personale? Bene, facciamo così anche noi". Al di là della fantasia, i fatti dicono che l'ultimo assessore in grado di parlare di informatica sia stato il professor Caon, amminstrazione Bodini, due legislature fa. Dopo di lui la stasi, poi il declino.

Almeno così sembrava, e invece no, sembra qualcosa di molto peggio.

Dopo l'annunciato "rilancio" da parte dell'Assessore Ceraso (Dicembre 2010) è stata tolta la figura del vice direttore e ora è stato eliminato anche direttore stesso.Quest'ultima è un'operazione del 22 Dicembre scorso, lo stesso giorno in cui il Comune sigla un protocollo d'intesa con l'IBM (colosso dell'ICT, Information and Communication Technology) senza che i propri professionisti ICT, quelli alle proprie dipendenze, siano minimamente coinvolti, o almeno informati.

Per dirla più chiaramente, quelli che, per ciò che riguarda l'informatica, messi tutti insieme sanno forse un decimo di uno qualsiasi degli specialisti alle proprie dipendenze, concordano 'innovazioni' con una multinazionale del settore informatico senza coinvolgerli.

Per fare un esempio calcistico, è come andare a giocare col Real Madrid e schierare in campo presidente ed entourage, con i propri giocatori che leggono la cronaca della partita il giorno dopo sul giornale. Geniale.

Ma l'ultima chicca è di sabato 7 Gennaio, dove sempre sulla stampa l'Assesore Nolli si chiede "se servono davvero tutti i 500 personal computer in dotazione. Magari ne bastano 480".

Ce lo siamo chiesto anche noi, quando l'estate scorsa, dopo un temporale, abbiamo avuto molte postazioni danneggiate o impossibilitate a connettersi in rete: in tre giorni i miei colleghi hanno ripristinato decine di posti di lavoro, ma non è mancata una lamentela ed un'accusa di inefficenza indirizzata al settore informatico. Peccato arrivasse dopo otto giorni da chi, solo allora, si era accorto che il proprio computer non funzionava: era un esponente della Giunta.

Nel corso degli anni i dipendenti del SED hanno rivoluzionato e continuamente ottimizzato il sistema informatico comunale, senza alcun premio o gratificazione, con tutte le amministrazioni che si sono avvicendate, e sono in attesa, da molto tempo, che qualcuno li ascolti per apportare quelle migliorie che nei settori privati, sempre inutilmente decantati, sarebbero magari già state attivate: non perché sono più bravi i tecnici, ma perché sono più bravi i datori di lavoro.

Abbiamo bisogno di amministratori che non impieghino due anni per farsi le domande che si fa, solo ora, l'Assessore Nolli, o perlomeno di qualcuno che, con poche conoscenze nel settore, sappia DA SUBITO chiedere a chi ne sa, è lì alle sue dipendenze e, con magari solo un 'grazie, sei stato bravo', risolve problemi di cui nemmeno si conosce ancora l'esistenza. Perché due anni persi ad ogni legislatura solo per arrivare a farsi queste domande, senza contare il tempo per le risposte, addirittura senza chiedere agli esperti che ci sono in casa, è un lusso che non possiamo più permetterci.

Un esempio di efficienza del CED? Nell'ottobre del 2003 il sistema comunale era già gestito 'in proprio' (il mainframe IBM era in dismissione). Ci fu un black-out di energia in tutto il nord Italia, era una domenica. Al Lunedì mattina successivo, mentre in molti comuni i servizi erano i tilt (a Milano guai per oltre una settimana), nessun dipendente comunale a Cremona si accorse che era successo qualcosa: il personale del SED, volontariamente intervenuto di domenica, aveva ripristinato in poche ore un sistema che, evidentemente ben progettato (da loro stessi), non aveva molto sofferto di tale interruzione.

Se l'Assessore Nolli avesse chiesto uno stato di famiglia quel Lunedì di Ottobre, il Comune di Cremona avrebbe potuto rilasciarlo.

Ma se di informatica si sa poco, anche sui premi ai dipendenti pare ci sia confusione: ci faccia sapere quali passaggi di categoria sono possibili per i 'meritevoli' (giudicati come? e da chi? con le stesse presunte competenze evidenziate in informatica?) perché a noi non risultano. Chiederemo alla prossima trattativa.

Intanto abbiamo visto che nel 2011 sono stati distribuiti 40mila euro per le particolari responsabilità. Al CED nemmeno un euro: si vede che gestire 500 computer e tutti i servizi informatici (in Giunta non sanno nenche quanti) non è di particolare responabilità.

Coerentemente dal 1° Gennaio il settore informatico non è più un settore.E poteva avere un senso se, per quanto è strategico per l'organizzazzione del lavoro e trasversale in tutti i settori, diventasse un servizio in staff al Direttore Generale: il non aver fatto nemmeno questo la dice lunga su cosa si è capito di un sistema così complesso. Perché non sono solo un po' di computer collegati insieme da un filo: basta notare che ogni volta che si parla di innovazione nella Pubblica Amministrazione si parte da lì, purtroppo senza sapere nemmeno cosa chiedere all'informatico, se non di configuare l'ultimo gadget mobile che il mercato mette a disposizione.

L'informatica dà fastidio: oggi determina l'organizzazione del lavoro e rende lampante disorganizzazioni e scarse capacità manageriali. Per questo la Pubblica Amministrazione tende ad eliminarne gli addetti affidandosi ai privati: loro basta pagarli, nulla obietteranno sull'inefficienza che avranno di fronte e dal loro punto di vista meno sanno gli interlocutori pubblici e più potranno guadagnare.

A tutto svantaggio dei cittadini.
Giorgio Salami

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