Giovedì, 09 maggio 2024 - ore 12.24

Crisi, Coldiretti: ‘Primi risultati, ma la guerra del grano continua’

Il Presidente Roberto Moncalvo: «5 kg di grano per un caffè, ora si devono fermare gli speculatori»

| Scritto da Redazione
Crisi, Coldiretti: ‘Primi risultati, ma la guerra del grano continua’

«Abbiamo ottenuto primi risultati ma la guerra del grano continua per dare dignità al lavoro nei campi perché è inaccettabile che oggi occorra produrre cinque chili di grano per permettersi una tazzina di caffè». È quanto afferma il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo a conclusione della manifestazione con migliaia di agricoltori nel commentare positivamente l’accoglimento di alcune importanti richieste da parte del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, che ha tra l’altro preso l’impegno per la moratoria dei mutui, lo studio di un’assicurazione sul reddito, una contrattualistica più trasparente tra agricoltori e industria, una commissione unica nazionale (CUN) per la fissazione dei prezzi e l’immediata l’applicazione di un piano cerealicolo le cui risorse siano dedicate esclusivamente alle imprese che usano esclusivamente grano italiano. Le analisi ministeriali – continua la Coldiretti – hanno però anche permesso di smascherare la speculazioni in atto sul prezzo dei grano che colpisce soprattutto i coltivatori italiani con i prezzi che sono praticamente dimezzati rispetto allo scorso anno per il grano duro.

«Da pochi centesimi al chilo dipende la sopravvivenza di centinaia di migliaia di imprese agricole, ma anche il futuro del 15% del territorio agricolo nazionale che l’Italia deve difendere dagli speculatori», sottolinea Moncalvo. «Serve più trasparenza sul mercato con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano impiegato nella pasta e nel pane, ma è anche necessario estendere i controlli al 100% degli arrivi da Paesi extracomunitari dove sono utilizzati prodotti fitosanitari vietati da anni in Italia e in Europa e fermare le importazioni selvagge a dazio zero che usano l’agricoltura come mezzo di scambio nei negoziati internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale».

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