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Diffidenza su accordo Termini Imerese

| Scritto da Redazione
Diffidenza su accordo Termini Imerese

La Silipigni diffidente sull’accordo di Termini Imerese
La responsabile per le Attività Produttive e l’Industria dell’Italia dei
Diritti: “Per quanto possa essere motivante per la Regione Sicilia, la
preoccupazione resta quella del cittadino”

Roma, 15 febbraio 2011 - “Il problema più grande del Governo quando si
chiudono reparti interi a livello industriale è il collocamento degli
addetti. Sebbene un accordo di questo genere può risultare motivante sia per
la Regione Sicilia sia per i lavoratori, bisogna assolutamente vagliarne la
fattibilità. Non credo che un turnista alla filiera dell’automobile possa
essere facilmente ricollocabile in un’azienda di floricoltura, né tantomeno
nell’indotto cinematografico”. Così commenta Antonella Silipigni,
responsabile per le Attività Produttive e l’Industria dell’Italia dei
Diritti, l’accordo di programma raggiunto ieri dal Ministero dello Sviluppo
Economico con la Regione Sicilia ed un gruppo di imprenditori, per la
riconversione dello stabilimento Fiat di Termini Imerese. Il piano prevede
lo sviluppo di sette progetti industriali che coinvolgono aziende attive nel
settore automobilistico, cinematografico e in quello florovivaistico.

Le società legate al mondo delle quattro ruote sono la De Tomaso che produce
auto di lusso, ed il fondo Cape Natixis, volto alla produzione di auto
elettriche. “Le auto di lusso non vengono commercializzate come le
utilitarie - evidenzia la Silipigni - e, spesso, hanno un mercato estero con
numeri limitati. Per quanto concerne le auto elettriche, fintanto che il
governo non prende una decisione chiara relativamente all’incentivazione
dell’utilizzo dei mezzi elettrici, non credo che il progetto avrà un esito
positivo”.

Concludendo, l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro mostra
il suo totale disappunto: “Questa intesa sembra uno specchietto per le
allodole, poiché consiste nella realizzazione di un comparto industriale in
cui non si guarda all’efficacia e alla produttività reale sul territorio.
Non bisognava arrivare a questo tipo di accordo, perché il Governo italiano
sarebbe dovuto intervenire su Termini Imerese e sugli altri impianti, così
come ha fatto quello statunitense, che ha dettato le sue regole nell’accordo
tra Chrysler e Fiat. Così non è stato purtroppo e si è trovata questa
situazione di ripiego, creando una cordata che appare molto simile a quella
fatta per l’Alitalia. E oggi tutti conosciamo in che condizioni versa la
compagnia aerea di bandiera. Altra cosa che mi dà fastidio è che si continua
a dare idee nuove poco ponderate e poco efficaci su quella che dovrebbe
essere un’effettiva soluzione ai problemi attuali”.

Ufficio Stampa Italia dei Diritti
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Gaetano Pepe – Valentina Zavarella
Capo Ufficio Stampa
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