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Diritti.L'Italia alla prova dei diritti umani di Silvana Cappuccio, Leopoldo Tartaglia

Il 27 ottobre scorso, a Ginevra, l'Italia è stata sottoposta alla Revisione Periodica Universale (UPR, nell'acronimo inglese) da parte del Gruppo di Lavoro del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.

| Scritto da Redazione
Diritti.L'Italia alla prova dei diritti umani di Silvana Cappuccio, Leopoldo Tartaglia

Il 27 ottobre 2014, a Ginevra, l'Italia è stata sottoposta alla Revisione periodica universale da parte del gruppo di lavoro del consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Il governo ha tempo fino a marzo per accogliere le raccomandazioni

Durante la sessione, il governo italiano, la cui delegazione era guidata dal Vice Ministro agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, Lapo Pistelli, ha illustrato il proprio rapporto periodico. Pistelli ha particolarmente sottolineato il fatto che l'Italia avrebbe implementato 74 delle 78 raccomandazioni del primo ciclo di revisione, incluse alcune di quelle che il governo non aveva formalmente accettato.

Durante la sessione sono intervenute 92 delegazioni governative, formulando complessivamente 187 raccomandazioni (vedi in allegato la traduzione italiana, a cura del Comitato per la promozione e protezione dei Diritti Umani, di cui anche la CGIL è parte). Il governo italiano – secondo le procedure – ha tempo fino a marzo prossimo per dichiarare se intende accogliere o rifiutare queste raccomandazioni.

Il Comitato per la promozione e protezione dei Diritti Umani, una cui delegazione ha preso parte alla sessione di Ginevra, ha presentato un proprio rapporto di monitoraggio sulla situazione dei diritti umani in Italia.

A conclusione dell'UPR il Comitato sottolinea, tra l'altro, il fatto che ben 23 delle raccomandazioni avanzate riguardino la mancata costituzione, da parte dell'Italia, di un Istituzione Nazionale Indipendente sui Diritti Umani (NHRI, nell'acronimo inglese) – richiesta che è da tempo immemorabile avanzata dalla società civile italiana, oltre che dalle Istituzioni internazionali ed europee (vedi in allegato, la traduzione delle raccomandazioni legate alla NHRI).

Le altre principali raccomandazioni riguardano: la mancata ratifica di alcune Convenzioni internazionali (a partire da quella ONU sui diritti dei migranti e delle loro famiglie) o di Protocolli aggiuntivi; la complessiva situazione dei diritti dei migranti e dei richiedenti asilo; la tratta di esseri umani; i diritti dei minori, in particolare i migranti e il diritto all'istruzione per i minori di “minoranze” e “comunità vulnerabili”; le discriminazioni di genere e la violenza contro le donne; i diritti dei Rom, Sinti e Caminanti; la condizione delle carceri, i ritardi della giustizia; la mancanza di specifiche norme contro la tortura; i diritti dei disabili; il mancato raggiungimento dell'obiettivo dello 0,7% del PIL per gli Aiuti Pubblici allo Sviluppo (come è noto, la percentuale, attorno allo 0,2%, è la più bassa tra i paesi Ocse).

fonte: rassegna sindacale

 

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