Mercoledì, 08 maggio 2024 - ore 23.51

Domani a Cremona si parla di clima, profughi ambientali e flussi migratori

L’iniziativa si colloca nel percorso per un Expo dei Popoli. Appuntamento domani, alle 17:30, a Cremona, al Centro Pastorale di Via Sant’Antonio del Fuoco

| Scritto da Redazione
Domani a Cremona si parla di clima, profughi ambientali e flussi migratori

Nell’ambito del percorso per un Expo dei Popoli, Nutrire il pianeta è nutrire la pace, domani, venerdì 6 febbraio, alle ore 17:30, a Cremona, presso il Centro Pastorale di Via Sant’Antonio del Fuoco, 9/A, si terrà l’incontro Cambiamenti climatici, profughi ambientali e flussi migratori. Interviene mons. Gian Carlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes.

I climatologi di tutto il mondo sono d’accordo nel ritenere che il riscaldamento del pianeta, dovuto principalmente ad attività umane, sia causa principale del degrado e delle devastazioni ambientali che si verificano in varie parti del mondo e che colpiscono maggiormente i Paesi più poveri e vulnerabili. Una delle conseguenza è che milioni di persone sono costrette a fuggire dalle terre d’origine divenute inospitali, per mettersi al sicuro. È in atto un esodo di enorme portata e in vertiginosa crescita che ha spinto alcuni analisti a definire il XXI secolo come quello dei profughi ambientali. Urge una governance mondiale in grado di affrontare la questione ambientale e migratoria sia a monte sia a valle, con una pianificazione strategica a vari livelli tesa sia a mitigare-contenere il riscaldamento globale sia a porre in primo piano la dignità umana degli eco-profughi.

Constatiamo, invece, che nei summit internazionali sul clima si temporeggia troppo sull’adottare misure necessarie a contenere l’aumento della temperatura del pianeta; si punta poco a promuovere uno sviluppo sostenibile, a basso impatto sugli ecosistemi, né tantomeno si parla del trattamento civile, politico e umanitario da riservare ai profughi.

Prima che milioni di immigrati premano alle nostre frontiere, possiamo chiedere che l’EXPO di Milano si faccia ufficialmente carico del fenomeno dei profughi ambientali come problema da affrontare con risposte lungimiranti, umane e dignitose, e non come una minaccia da respingere? Consapevoli dei rischi e delle ripercussioni che avremo sulla tenuta sociale e politica dei Paesi europei, possiamo chiedere che la Conferenza di Parigi del dicembre 2015 porti finalmente a un accordo internazionale sul clima e sulla riduzione delle emissioni climalteranti davvero efficace per il dopo-Kyoto?

In un mondo sempre più interdipendente, le soluzioni sono locali e globali e riguardano i diritti umani, gli Stati, gli organismi internazionali, le società e, soprattutto, l’economia.

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