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#DopoCovid E quindi domani si ricomincia… | Giacomo Bazzani (Cremona)

Mi verrebbe da dire col fiato sospeso ma sarebbe meglio non usare la parola “fiato” perché ne ha già tolto fin troppo la bestia.

| Scritto da Redazione
#DopoCovid E quindi domani si ricomincia… | Giacomo Bazzani (Cremona)

#DopoCovid E quindi domani si ricomincia… | Giacomo Bazzani (Cremona)

Mi verrebbe da dire col fiato sospeso ma sarebbe meglio non usare la parola “fiato” perché ne ha già tolto fin troppo la bestia.

Ma il senso è quello; un misto di curiosità, apprensione e speranza che, per quanto mi riguarda, lascia poco o punto spazio al pessimismo anche se so benissimo che ci vuole pure quello per avere sempre pronta quella punta di sano realismo che ti fa tenere le antenne ben drizzate e non ti fa prendere fischi per fiaschi; l’ottimismo della volontà e il pessimismo della ragione avrebbe sicuramente compendiato Antonio Gramsci.

A dirla tutta però sto fricandò di sensazioni, che, in un felice quanto raro momento di estro inventivo, avrei etichettato come “ottimismo inconsapevolmente consapevole”, non è di adesso ma mi ha accompagnato, con frequenti ed ovvi alti e bassi, per tutto sto tempo (chi ha avuto la bontà di leggere ste “acta diurna” lo sa bene); solo che ora che siamo al vero redde rationem la curiosità, l’apprensione, la speranza e la briciolina di pessimismo si ripropongono gagliardamente peggio di una pepatona di cozze di quelle toste.

Perché? Perché si ricomincia in tutta la penisola e lo si fa con la Lombardia ancora nettamente maglia nera anche se, nell’ultima settimana, e soprattutto ieri, sempre meno nera (percentuale di positivi sui nuovi tamponi; 0,99% in Italia e 1,45% in Lombardia; entrambi i dati sono due splendide prime volte).

Piuttosto che concionare su quanti pixel sono stati sporcati contro, sopra, sotto la Lombardia mi faccio cavare due/tre organi secondari e rimando tutti sulla tomba di Teodorico a Ravenna per verificare se vi sono stati o meno movimenti tellurici. Mi limito solo a dire che per una volta sarei d’accordo col Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che si è lasciato sfuggire un “avrei riaperto tra una settimana”. Però è anche vero che la corda è stata tirata al massimo e, salvo una rumorosa e fin troppo mediaticamente esposta minoranza di irriducibili coglioni, gli italiani hanno dimostrato di avere per davvero palle cubiche; due circostanze che devono aver pesato parecchio nella decisione di riaprire praticamente in toto.

I dati delle ultime due settimane sono “figli” della riapertura del 4 maggio; la curva non ha fatto una piega e ha continuato la sua inesorabile discesa verso il basso. Da adesso in poi iniziano a nascere i figli della riapertura del 18 maggio, e non c’è nessunissima ragione per essere in ambasce. Certo dipende, come sempre, tutto o quasi da ognuno di noi…

E quindi domani si ricomincia; sguardo orgoglioso, fiero cipiglio e petto in fuori, la testa di ponte del nostro personalissimo sbarco di Normandia conquistata dopo il lockdown si è prima consolidata e poi via via allargata. Ora dilaghiamo nelle pianure della bestia e andiamo a vincere definitivamente questa guerra.

2 giugno 2020

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