diretto contatto con la Comunità Sociale Cremasca, toccando con mano un servizio fondamentale per il territorio. Il candidato sindaco del centrosinistra Fabio Bergamaschi ha infatti incontrato i vertici di CSC nella sede di via Goldaniga, a Crema. Uno scambio di impressioni con la presidente Angela Maria Beretta e col direttore Davide Vighi, oltre alla visita alla sede stessa decisamente più funzionale rispetto alla precedente ubicazione. Comunità Sociale Cremasca, vale la pena ricordare, è un'azienda speciale consortile costituita allo scopo di sostenere la programmazione e la gestione dei servizi sociali e socio-sanitari sul territorio cremasco. Vanta 47 dipendenti e ha un bilancio di 12 milioni di euro. Numeri importanti ma ancor più fondamentale è il ruolo che CSC si è ritagliata. E che potrebbe ampliarsi ulteriormente: già è attivo, all’interno del centro giovanile San Luigi, un centro diurno ‘riservato’ ai minori, ma nelle intenzioni c’è la creazione anche di un centro di residenzialità. Realizzazione che soddisferebbe le esigenze in tal senso tra l’altro in costante aumento. Oltre a contribuire ad abbassare i costi che ogni singolo Comune deve sostenere in tema appunto di residenzialità. Struttura che troverebbe posto in città. Crema ancora centrale quindi e non solo per le scelte che farà in ambito sociale, fino ad ora prese come riferimento anche dagli altri Comuni.
“Farsi carico delle fragilità sociali – commenta Fabio Bergamaschi - è tra gli impegni che rendono maggiormente etica l’azione delle istituzioni. Un ruolo imprescindibile per il benessere di tutti, perché tutti siamo coinvolti nella rete sociale, tutti possiamo essere toccati, indirettamente, ma anche direttamente, da condizioni di debolezza e vulnerabilità, per quanto ci si possa ritenere forti, invincibili, impermeabili rispetto al disagio. Non è così. Lo dimostra il moltiplicarsi delle casistiche di bisogno, non solo in termini numerici, ma anche di tipologia. Oggi l’azione sociale deve essere sempre più flessibile per far fronte a bisogni in evoluzione. In questo Comunità Sociale Cremasca rappresenta un modello, per la pluralità dell’offerta e delle competenze sviluppate. Un partner imprescindibile per i Comuni, con il quale condivido la visione di welfare generativo, cioè di azione non solo assistenziale, ma in grado di riattivare un progetto di vita smarrito e di stimolare e rigenerare le risorse che ogni persona porta con sé, ponendole al servizio di sé stesso e della comunità. Ed è proprio questo secondo passo ad essere più stimolante ed importante. E sul quale voglio lavorare nei prossimi anni, a partire da esperienze di abitare collaborativo (co-housing sociale), pensate in una prospettiva intergenerazionale, in cui convivano persone di età diversa, (anziani, minori in condizioni di disagio, famiglie in condizioni di fragilità) con il supporto di servizi comuni di assistenza, cura e trasporto, ottimizzando le spese, ma soprattutto ponendo a fattor comune, ciascuno, il proprio contributo per gli altri. Il proprio valore. Una sfida non semplice, che merita di essere giocata dalle istituzioni e di cui il Comune dovrà essere promotore, anche riprendendo il progetto di recupero dell’ex Misericordia”.