Sabato, 27 aprile 2024 - ore 19.27

FORNO CREMATORIO A SPINO D'ADDA: CONTINUANO LE RIVALSE

Continuano le proteste per il tempio crematorio a Spino(CR)

| Scritto da Redazione
FORNO CREMATORIO A SPINO D'ADDA: CONTINUANO LE RIVALSE
Ha superato quota mille firme la petizione lanciata da Claudio Bordogna su Change.org contro l’insediamento sul territorio comunale di Spino D'Adda un tempio crematorio.
A queste vanno aggiunte le firme cartacee, con moduli messi a disposizione anche davanti alla farmacia del capogruppo dell’opposizione, Paolo Riccaboni.
"Gli impianti di cremazione - si legge nel documento - sono ritenuti fonti di emissione di diossine, furano e mercurio dai Paesi aderenti alla Convenzione di Stoccolma, emissioni che danneggiano la salute dell’uomo e dell’ambiente".
"Sin dall’inizio - replica il vicesindaco Enzo Galbiati -
''è stato detto che la decisione spetterà ai cittadini, cosa sottoscritta in consiglio comunale. Nel caso dalla Regione dovesse arrivare l’ok all’impianto, niente si realizzerà se i cittadini diranno di no. La commissione regolamenti si riunirà per aggiornare quello sul referendum che al momento non prevede che questa consultazione possa svolgersi nell’anno in cui ci sono le elezioni amministrative (in primavera a Spino si vota)".
Il gruppo ambientalisti Spino d’Adda si dichiara a-partitico, quindi non commenta la parte della lettera che riguarda la Minoranza.
Nella lettera, il sindaco afferma che i sindaci cremaschi hanno conferito mandato alla società Consorzio.it di attivarsi...
Nel Consiglio Comunale del 19 dicembre invece lo stesso sindaco afferma “A metà ottobre mi viene
chiesto dal c.d.a. di Consorzio.it
se Spino d’Adda è disponibile ad accettare il tempio crematorio presso il suo
cimitero”.
È cosa ben diversa!''
Vero che non era possibile, causa Covid, fare riunioni o assemblee pubbliche, ma il Comune dispone di un
sito Internet, di una newsletter, della possibilità di fare comunicati stampa e riunioni in teleconferenza;
invece i cittadini sono stati tenuti all’oscuro di tutto sino al 25 novembre, giorno della famosa riunione con il
professor Corti dell’Università dell’Insubria (presentato da Consorzio.it), riunione alla quale siamo stati
invitati per ‘avere informazioni’ sul forno, non per esprimere il nostro parere in merito. ù
A nessuno è stato richiesto alcun parere al termine della riunione
Prendiamo nota con soddisfazione che finalmente, dopo aver affermato il contrario durante il Consiglio
Comunale, nella lettera il sindaco ammette che gli ambientalisti in quella riunione ‘sollevano alcune
contrarietà’:
Bordogna ha parlato per un quarto d’ora portando documentazioni tecnico scientifiche
contrarie e chiedendo di bloccare tutto in nome del principio di precauzione. Musumeci ha detto chiaramente
NO causa l’estrema vicinanza delle abitazioni.
Ci siamo poi fermati al termine della riunione, ribadendo a
sindaco, vicesindaco e assessore Ferrari, le nostre argomentazioni contrarie.
Non è vero, come scritto nella lettera, che
“per onestà e per correttezza istituzionale, l'Amministrazione porta
in consiglio comunale la proposta di deliberazione”: il passaggio in Consiglio era ‘conditio sine qua non’ per
presentare l’istanza in Regione, un passaggio assolutamente obbligato.
Il vincolo del referendum doveva essere inserito con il punto 6 nella presentazione dell’istanza inviata in
Regione piuttosto che in una mozione successiva.
Il sindaco parla di ‘rapporto costo-benefici per l’ambiente e le persone che vi abitano’: ci piacerebbe venire
a conoscenza di tale rapporto.
Imbarazzante il balletto delle date:
il sindaco parla di metà ottobre, il vicesindaco invece dice, sempre durante
lo stesso Consiglio Comunale
'A LUGLIO ERA GIÀ USCITA LA DISCUSSIONE dopodiché il territorio si è riunito
ad agosto,
il 5 AGOSTO...”. Invitiamo ad ascoltare la registrazione audio:
La Convenzione di Aarhus prevede che il pubblico debba venire informato, sin dagli stadi iniziali, su ogni
processo decisionale di carattere ambientale, cosa che a Spino non è avvenuta.
Ribadiamo- continuano gli ambientalisti- che il crematorio di Spino sorgerebbe troppo vicino alle abitazioni. È necessario rivedere le norme
che prevedono che un forno crematorio sia all’interno di un cimitero, luoghi che ormai sono stati inglobati
nei paesi e nelle città. In Lombardia abbiamo una moltitudine di cascine abbandonate e aziende dismesse, in
aree poco o per niente popolate: sfruttiamole per costruirvi i nuovi crematori, evitando ulteriore ed inutile
consumo di suolo.
Non siamo contrari ai forni crematori, ma riteniamo che la nostra area sia sufficientemente coperta: abbiamo
già 4 forni in un raggio inferiore ai 40 km: Riolo, Lambrate, Cinisello, Bergamo.
E’ necessaria una seria
pianificazione regionale, non un quinto forno crematorio a Spino.
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