Giovedì, 02 maggio 2024 - ore 08.58

Foroni: no alla normativa del decreto Monti sulla liberalizzazioni del commercio

| Scritto da Redazione
Foroni: no alla normativa del decreto Monti sulla liberalizzazioni del commercio

Intervento del Presidente della Provincia di Lodi

Con l'inizio del nuovo anno, il decreto Monti entrerà a completo regime, introducendo nuove regolamentazioni per molti comparti produttivi già in grave sofferenza e che soffrono ancor piu' della delicatissima situazione finanziaria ed economica. Il commercio, in particolare i piccoli commercianti, vedranno introdotte nuove norme che liberalizzeranno indiscriminatamente gli orari di apertura e i giorni di riposo dell'intero comporto. Un vero colpo d'ascia contro un settore in grave affanno.

Una mossa mascherata da una presunta liberalizzazione atta, secondo il Governo, a produrre effetti benefici per la concorrenza, i prezzi e il rilancio del settore, quando, invece, la realtà sarà molto diversa. L'intervento, infatti, è stata fatto senza considerare i reali effetti distruttivi che produrrà nella piccola impresa commerciale, posizionata, in modo particolare, nei Comuni disseminati in province come la nostra.

L'attuale Governo, invece d'incentivare programmi di riqualificazione dei centri storici, con piani di recupero finalizzati a riorganizzare il commercio, agendo in questo modo penalizzerà i piccoli a tutto vantaggio dei grandi. Piccoli commercianti che non hanno e non avranno i mezzi necessari per riqualificare le rispettive attività, garantendo orari elastici e di conseguenza prolungati. I grandi gruppi, invece, spesso gestiti da società con azionariato estero, grazie a piccoli adeguamenti e riorganizzazioni dei turni di lavoro del personale, realizzati introducendo il consueto meccanismo degli straordinari, senza così procedere in nuove assunzioni, riusciranno ad ampliare in modo esponenziale i loro fatturati, rimanendo aperti sette giorni su sette con orari prolungati e continuati.

Pensiamo ad una realtà come quella lodigiana, dove il piccolo comune è sempre stato caratterizzato da un centro storico con negozi ed attività commerciali. Lo stesso comune di Lodi rappresenta una realtà importante della struttura organizzativa e sociale, che vede la giusta valorizzazione del contatto umano, unito all'eccellenza delle nostre attività  spesso tramandate in generazioni, che hanno costituito e rappresentano un vanto del nostro territorio.

Se l'articolo 31 del decreto Monti troverà piena applicazione, avremo realtà territoriali costituite da centri commerciali posizionati in luoghi periferici, contrapposti alle piccole realtà commerciali strutturalmente delocalizzate rispetto ai grandi gruppi. Gli effetti non saranno positivi, si rischia di chiudere intere attività commerciali, con conseguente aumento della disoccupazione e l'evidente svuotamento dei centri storici e delle piccole attività periferiche, che rappresentano un presidio importante e fondamentale di molti territori. Chiudendo i piccoli negozi in centro, rischiamo che proprio il centro delle nostre città e dei nostri paesi, cioè il cuore pulsante delle nostre comunità, sia in preda al disagio sociale. Se muore il centro storico muoiono le nostre comunità.

Il decreto Monti ha voluto regolamentare una materia che è di competenza delle Regioni. E questo non era un caso, perché solo le realtà locali sono nelle condizioni di poter decidere come intervenire con regolamentazioni fatte con il buon senso, ascoltando le associazioni di categoria ed aprendo tavoli di concertazione. Le liberalizzazioni rappresentano un aspetto importante. Ma devono essere programmate e pensate senza distruggere realtà che oggi hanno potenzialità per crescere e rinnovarsi a tutto vantaggio della nostra economia.

Rimango stupito, infine, quando leggo di critiche alla scelta della Lega Nord di stare all'opposizione. E' assurdo pensare diversamente quando ci troviamo di fronte ad un Governo che rappresenta interessi delle banche e delle grandi corporazioni. Mi chiedo, invece, con quale coraggio la sinistra continui a sostenere un Governo che sta distruggendo la nostra economia, il nostre commercio e la nostra industria, proprio a discapito delle categorie più deboli che la stessa sinistra fa finta di ergersi a protezione, quando, invece, la realtà dei fatti è diametralmente opposta. Non si possono neppure evocare atti scellerati giustificandoli da esigenze europee, quando, per rispondere alla chiamata di Governi stranieri dobbiamo umiliare intere categorie di lavoratori con le loro famiglie. Le nostre esigenze devono avere la priorità su tutto e neppure l'Europa può giustificare manovre repressive come quella attuata dal governo Monti.

1371 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria