Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 07.52

Genova. STOP al consumo del suolo

| Scritto da Redazione
Genova. STOP al consumo del suolo

Dopo le osservazioni della Regione e le barricate della sinistra e della Lista Doria, l’aula rivede il piano urbanistico
Nuove costruzioni, Tursi cambia rotta meno cemento, più attenzione all’ambiente
STOP al consumo del suolo, bilancio zero tra nuovi edifici e demolizioni, riduzione del peso abitativo nelle aree a rischio alluvione e un drastico ridimensionamento della costruzione di nuove case da adibire ad edilizia residenziale pubblica, per sostituirle con la ristrutturazione degli immobili già esistenti: sono queste le linee guida della delibera sulla valutazione ambientale strategica del progetto preliminare del piano urbanistico comunale che è stata approvata ieri pomeriggio dal consiglio comunale di Genova.

E’ una delibera completamente stravolta, meno cementificatoria e più rispettosa dell’ambiente, quella che è uscita ieri dall’aula rossa di palazzo Tursi, dopo una serie infinita di rinvii, sedute di maggioranza, discussioni e scontri sia in commissione che nei corridoi del Comune. Il punto di partenza erano le osservazioni della Regione al documento, osservazioni che sostanzialmente bocciavano le indicazioni di Tursi, ritenute troppo favorevoli al cemento in un territorio così fragile come quello genovese.

Contro questa prima impostazione si erano schierate con forza la Federazione della Sinistra e Sel, ma anche la stessa lista Doria aveva storto il naso di fronte ad una parte delle indicazioni contenute nel documento che sarà alla base della pianificazione urbanistica della città almeno per i prossimi dieci anni.

Alla fine sedici emendamenti firmati dalla maggioranza e una modifica di giunta hanno cambiato il senso del documento, andando persino oltre le richieste della Regione. Tra le modifiche più significative ad esempio c ‘è quella proposta

della giunta con una «variante generale del settore abitativo», a che a fronte di un fabbisogno abitativo stimato dalla Regione in 10.000 alloggi di edilizia residenziale pubblica per il comune di Genova riduce questa cifra a 8.570 alloggi, di cui solo 3.133, e non la totalità come richiesto dalla Reigone, da soddisfare direttamente con alloggi di edilizia residenziale pubblica.

Il Comune indica poi come priorità che nel caso di nuove costruzioni gli imprenditori non siano obbligati a riservare una percentuale degli alloggi Erp, come prevede la legge regionale, ma che vada data priorità alla monetizzazione di questo onere in modo da utilizzare i fondi per la ristrutturazione del patrimonio pubblico residenziale.

Per il restante fabbisogno abitativo, 5087 alloggi, si individua invece lo strumento dell’incentivazione del canone moderato.

Tra gli emendamenti approvati ci sono poi quelli della maggioranza che impongono ad esempio di lavorare per liberare progressivamente le aree esondabili dalle funzioni già insediate o ancora la previsione di una percentuale di almeno il 20% di terreno libero da costruzioni nei distretti dove ci sono acque di falda. «Nell’ambito del progetto definitivo di Puc — recita infine l’emendamento 31 — si tenderà alla definizione di un piano a bilancio zero per quanto riguarda le funzioni residenziali ».

Alla fine dopo un pomeriggio intero di confronto che è filato liscio come l’olio, senza scontri o asperità, la pratica è stata approvata con 22 voti favorevoli (maggioranza e Gruppo Misto), 9 astenuti (Pdl, Lista Musso, Udc, De Benedictis) e 5 contrari (M5S).

 

NADIA CAMPINI

2014-03-05

1065 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria