Sabato, 20 aprile 2024 - ore 10.39

Gherardo Colombo maestro a Dovera

| Scritto da Redazione
Gherardo Colombo maestro a Dovera

GHERARDO COLOMBO MAESTRO A DOVERA: ECCO PERCHE’ SI PAGANO LE TASSE E PERCHE SI VA A SCUOLA
INCONTRO SULLE REGOLE ALLA SALA DEL CONSIGLIO COMUNALE
“Perché noi ragazzi non possiamo votare prima dei 18 anni?”. “Perché non posso scrivere o disegnare sui muri?”. “Perché si deve andare a scuola, studiare e ascoltare le maestre?”. “Perché si pagano le tasse?”.
Non sempre è facile capire le regole. E non sempre si comprendono. Ieri mattina nella sala del consiglio comunale di Dovera, a spiegare i perché dei ragazzi delle classi quinte di Dovera e Postino ci ha provato Gherardo Colombo. Invitato dal maestro Alex Corlazzoli, con il dirigente dell’istituto Alessandro Samarani e il sindaco Franco Mosetti, l’ex magistrato di Mani Pulite, ha per tutta la mattinata risposto alle domande degli allievi che avevano elaborato un lavoro sulle regole che non piacciono. Una lezione-dialogo giocata sui toni scherzosi e sul colloquio con i ragazzi. Colombo ha risposto a tutti gli interrogativi dei ragazzi: ha spiegato loro che “studiare e imparare e quindi anche ascoltare la maestra è per poter avere la libertà di scegliere”. L’ex pm è stato incalzato più volte dai ragazzi sul tema della parità tra uomo e donna a partire dalla domanda di un ragazzo: “Scusi lei dice che i diritti degli uomini sono uguali a quelli delle donne ma allora perchè il capo famiglia è il papà?”. Colombo ha ricordato, con parole semplici e adeguate, che dal 1975 non è più così, ed è riuscito a mostrare ai ragazzi che l’art.143 del Codice Civile prevede che “nessuno può essere il capo famiglia”. Interessanti anche i dubbi sulle tasse: “Vengono alzate quando c’è la crisi del Governo?. Colombo ha illustrato a cosa servono le tasse senza nascondere che in Italia “purtroppo molti non le pagano e quindi vi sono tasse più alte”. Qualcuno ha messo l’accento sugli atteggiamenti individuali: “Perché quando mi arrabbio non posso picchiare?”. Pronta la risposta del giudice: “Quando si picchia non si insegna a pensare ma a ubbidire. Chi picchia non pensa”. E ai bambini che facevano notare come anche i genitori picchino, l’ex pm non ha nascosto la sua ferma contrarietà: “Dare ceffoni ai ragazzi è vietato dalla Legge”.

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