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Giornata della Memoria e dell'Impegno 2012: un pullman per Genova

| Scritto da Redazione
Giornata della Memoria e dell'Impegno 2012: un pullman per Genova

Ci sono ancora 30 posti disponibili per il pullman organizzato da Libera e dal Cisvol che da Cremona raggiungerà Genova per la Giornata della Memoria e dell'Impegno di sabato 17 marzo. L'evento che ogni anno ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie. Oltre 900 nomi di uomini e donne: semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell'ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti in tutta Italia per mano delle mafie solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il proprio dovere civile di giustizia sociale e legalità democratica.



La data scelta, il sabato prossimo al 21 marzo, primo giorno di primavera, vuole rappresentare il simbolo di una grande speranza che si rinnova ogni anno. La manifestazione costituisce anche una grande occasione di incontro corale con i familiari delle vittime che insieme a Libera hanno trovato la forza di risorgere dal loro dramma, elaborando il lutto per una ricerca di giustizia vera e profonda, trasformando il dolore in uno strumento concreto d’impegno e d’azione per la pace.
Gli interessati si possono iscrivere contattando Libera all'indirizzo cremona@libera.it entro il 10 marzo
Per informazioni possono chiamare il Cisvol il martedì dalle 9.00  alle 16.30 o mercoledì e venerdì dalle 14.00 alle 16.30. Il bus parte dal piazzale dei vigili a Porta Venezia, a Cremona, alle 6.30. Il ritorno è previsto per le ore 18.00 del giorno stesso.
La quota di partecipazione è di 13 euro.
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Perché a Genova…
Libera a Genova, Libera in Liguria. Per festeggiare a Genova la giornata della memoria e dell’impegno del 17 marzo del 2012.
È una scelta naturale. Un’altra grande e storica città del nord, dopo le esperienze di straordinaria partecipazione di Torino e di Milano.
Perché ce lo stanno raccontando i processi, ce lo stanno dicendo ripetutamente le cronache e gli studi: è il nord ormai la vera terra di conquista delle mafie, la vera posta in gioco se si vuole rovesciare la strategia dei clan. Se si vuole decidere di non mettere a loro disposizione - pressoché indifese - le terre più ricche.
Se si punta a saldare invece la rivolta delle regioni meridionali, e dei loro giovani in particolare, con una rivolta di tipo nuovo; capace di crescere e mettere radici in quelle che una volta erano le aree “di insediamento non tradizionale” e che tali non sono più se mezzo secolo è in grado di fare “tradizione”.
Liguria, Lombardia e Piemonte.
Nel nord-ovest, come anche nel Lazio, le organizzazioni mafiose si stanno scatenando. Non vogliono più gestire spazi residuali, non bastano più loro i tipici interstizi degli affari criminali. Pretendono, perché sentono di averne ormai la forza, di dettare legge, di conquistare il celebre “monopolio del ciclo del cemento”. Vogliono penetrare l’economia legale, dai ristoranti ai centri commerciali alla sanità, ed espandere i business illegali, a partire dallo smaltimento dei rifiuti. Tendono a intensificare i rapporti con la politica, dimostratasi troppo permeabile e “avvicinabile”.
Meno che mai, sia chiaro, sono disposte a retrocedere. Non è nella loro natura. Hanno piuttosto dimostrato - soprattutto la ‘ndrangheta, ormai egemone nel nord - una forte vocazione colonizzatrice.
Per questo si apre con ogni evidenza un conflitto dalle grandi implicazioni civili e culturali. Al quale sono chiamati a partecipare, schierandosi con lo Stato di diritto, con la libertà, con la giustizia, con la trasparenza amministrativa, tutti i cittadini onesti e responsabili, gelosi dei propri diritti costituzionali.
In Liguria come in tutto il nord, troppi sono stati gli occhi chiusi per quieto vivere, per incapacità di comprendere, talora per connivenza. Eppure (e proprio per questo) il comune di Bordighera è stato sciolto per infiltrazioni mafiose, dopo molte e inascoltate denunce di esponenti delle istituzioni e della società civile. E forse non rimarrà il solo. Eppure (e proprio per questo) la provincia di Imperia è stata abbandonata alle pretese dei clan grazie a esponenti delle istituzioni di recente -e per fortuna- rimossi o perseguiti. Eppure (e proprio per questo) informazioni più precise e preoccupanti giungono su attività mafiose nelle altre province liguri, Genova compresa.
Il contributo che Libera intende dare con la sua presenza nazionale sarà dunque come un atto di attenzione e di amore verso questa regione. Una giornata, quella del 17 marzo, che riassuma mesi di sensibilizzazione condotta a contatto quotidiano con gli esponenti più attenti delle istituzioni, con le scuole, le università, i sindacati, il ricco mondo delle associazioni, la chiesa più impegnata, le professioni, quegli imprenditori che apprezzano il nuovo vento che spira in Confindustria, siciliana e non solo.
Un atto di attenzione e di amore tanto più dovuto dopo la prova terribile delle alluvioni autunnali, che hanno suscitato in tutta Italia un moto spontaneo di solidarietà verso Genova e verso la Liguria.
Mettere la propria esperienza, l’entusiasmo di tanti giovani e la loro domanda di futuro, al servizio della causa della legalità e della giustizia in una terra di grandi tradizioni democratiche.
Testimoniare, anche attraverso la presenza di centinaia di familiari di vittime, qual è il costo sociale e umano della mafia, perché tutti prendano coscienza dei prezzi che ogni anno di ritardo può comportare.
Tra i genovesi, con i genovesi. Tra i liguri, con i liguri. Ogni giornata della memoria e dell’impegno lascia nella città in cui si svolge un tesoro di relazioni sociali, di sensibilità civile, di coinvolgimento personale e collettivo. Lascia la città ospite più ricca, così come più ricca e responsabile diventa Libera attraverso queste giornate e i rapporti costruiti con città tanto diverse.
Che la primavera arrivi e faccia sbocciare una nuova coscienza collettiva contro la mafia. Che lo faccia ovunque, partendo da Genova.

Nando Dalla Chiesa,  Presidente Onorario di Libera

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