Domenica, 12 maggio 2024 - ore 13.20

Grillo e il conformismo che gli gira attorno| M.Sereni

| Scritto da Redazione
Grillo e il conformismo che gli gira attorno| M.Sereni

La giusta soddisfazione per il risultato siciliano, per la vittoria di Rosario Crocetta e delle liste che lo sostenevano, non ci fa sottovalutare neppure per un istante i due dati su cui la maggior parte dei commentatori si sono soffermati, vale a dire il forte astensionismo e l'affermazione del M5S di Beppe Grillo.
In queste ore Grillo in particolare e' al centro di tante analisi che suonano più o meno così: il successo del M5S e' figlio del fallimento dei partiti, bisogna correre ai ripari e impedire che la massiccia presenza di eletti "grillini" in Parlamento porti all'ingovernabilita'.
C'e' in questa analisi qualcosa di illogico. Se i partiti, tutti i partiti, sono così orribili, se la loro proposta e' così inadeguata ad affrontare i problemi del Paese, perché stracciarsi le vesti se un uomo come Grillo arriva sulla scena politica e li spazza via tutti?  Lo so che la domanda contiene un paradosso ma e' insopportabile ascoltare lunghi discorsi sulla capacita' di Grillo di interpretare (solo lui) la domanda di cambiamento dei cittadini italiani e poi giungere alla conclusione che dovremmo fare una grande coalizione dei partiti e lavorare per il Monti bis! Delle due l'una: o c'e' qualcosa da salvare di questo sistema politico, e allora si entri nel merito e si dica cosa convince e cosa no dell'offerta politica che gli attuali partiti sono in grado di mettere in campo, oppure, se non e' così, aspettiamo il "salvatore della Patria", quali che siano le sue credenziali.
A nessun politico responsabile e attento può sfuggire ovviamente che nel voto alle liste M5S c'e' un'enorme insoddisfazione verso i partiti e anche verso il Pd. Ed e' vero che gli eletti e gli elettori di questo movimento sono diversi dal loro Capo. Ed e' vero che ora Grillo deve decidere se e come trasformare il consenso raccolto in proposta spendibile nelle istituzioni. Ma lo schema di Grillo perpetua, innovandolo negli strumenti e in parte nel messaggio, quello di Berlusconi: il capo che si rivolge direttamente al popolo, attraverso la rete e la piazza. Tutto il resto non conta nulla, e i voti vengono da questo meccanismo non dalle qualità del personale politico nuovo che viene, anche meritoriamente, messo in lista! Le parole d'ordine di Grillo accarezzano sensibilità e orecchie di sinistra (e non solo)  ed e' evidente il rischio che, nella crisi sociale, la paura, l'insicurezza, la rabbia finiscano per sentirsi meglio rappresentate dall'urlo che non dal ragionamento. Ma se il "programma" di Grillo non sta in piedi, a cominciare dall'idea che si possa fare a meno dell'Europa e dell'Euro, se l'Italia per aggredire i suoi problemi ha bisogno di riforme complesse che richiedono grande serietà e grande attenzione all'equità lo sforzo del Pd va preso per quello che e': una risposta diversa, alternativa a quella di Grillo, alla domanda di cambiamento e innovazione che pongono tanti cittadini, stanchi, preoccupati e delusi al termine della lunga stagione berlusconiana. E' troppo chiedere di rispettare almeno questo sforzo e semmai di criticarlo nel merito?

Sia sul piano del programma, delle ricette sui temi economici e sociali in primis, sia sul piano dello schema politico e delle alleanze - posto che nessun partito può immaginare in questo momento di raggiungere il 51% dei voti e dei seggi, quale che sia la legge elettorale - il Pd e' l'unico grande partito che ha una proposta per le prossime elezioni e su questa chiede agli elettori il consenso. La Carta d'intenti e le Primarie per il candidato del centrosinistra alla Presidenza del Consiglio sono passaggi che consentono di dare forma ad una coalizione progressista e riformista pronta a costruire un patto con un'area moderata, europeista e costituzionale. Noi dobbiamo proporre agli elettori "ragionevoli speranze" non facili promesse, ed e' questa la sfida che Bersani e il Pd hanno lanciato con le Primarie continuando in Parlamento l'azione responsabile di sostegno al Governo Monti per uscire dall'emergenza.

Non credo ai complotti, non voglio parlare di "poteri forti" che intendono impedire al Pd e alle forze del centrosinistra di governare. Vedo pero' un conformismo negli "opinion makers", un'analisi dei fenomeni e delle tendenze elettorali che, esaltando alcuni dati e negandone altri, autorizzano una lettura secondo la quale i partiti sono tutti ugualmente responsabili dell'attuale situazione di sfiducia e malessere verso le istituzioni. Poiché credo che questa lettura sia perniciosa, e finisca sostanzialmente per alimentare quel malessere senza produrre vere riforme e vero rinnovamento della politica, ci battiamo per un dibattito pubblico meno superficiale e più attento a quanto sta accadendo nel campo progressista.
Infine due ultime sottolineature. La prima sulla legge elettorale: oggi Berlusconi scopre di essere contrario alle preferenze, dopo essere stato contrario ai collegi. Dica allora chiaramente che vuole mantenere il Porcellum! Noi non vogliamo tornare al voto con quella brutta legge elettorale, che tanto ha contribuito a screditare Parlamento e partiti. Abbiamo dato la disponibilità a discutere di tutte le ipotesi che consentano di restituire ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti e l'indirizzo di Governo. Non si cerchino scuse per impedire la riforma o per tentare modifiche che rendano inevitabile un quadro di ingovernabilita'. La seconda sulla Legge di Stabilita': il Pd ha indicato con i suoi emendamenti, che cominceremo a discutere la prossima settimana, una direzione diversa da quella dell'impianto originario del Governo. Senza mettere in discussione i saldi abbiamo chiesto modifiche che, anziché distribuire su una platea amplissima una piccola riduzione dell'Irpef, aumentando pero' l'Iva e tagliando retroattivamente detrazioni e deduzioni, alleggerissero il carico fiscale a lavoratori e imprese e salvaguardassero le fasce più deboli e le famiglie più in difficoltà. I contatti tra i Relatori e il Ministro Grillo ci dicono che su quella strada possiamo ottenere un risultato positivo. Come ieri alcuni esperti facevano notare questa volta il Parlamento si appresta a riscrivere e migliorare il lavoro dei tecnici, dimostrando che la politica responsabile esiste ed e' migliore non solo del populismo e della demagogia ma anche della tecnica astratta.

fonte: http://www.areadem.info/adon.pl?act=doc&doc=15235

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