Da tempo anche la nostra provincia è stata oggetto di numerosi attacchi informatici, da parte di furfanti, che hanno oscurato la lettura di documenti, immagini e quant’altro, dei nostri nei computer.
Ormai il discorso è tristemente noto con conseguenze estremamente pesanti soprattutto per chi utilizza il PC per lavoro. Personalmente, da giornalista, come ho già denunciato alla Polizia Postale di Belluno, ho perso almeno diecimila file, stante il fatto che, per mia disgrazia, ho effettuato solo pochissimi backup.
Detto questo, c’è da chiedersi dove detti furfanti trovino anche il coraggio di chiedere, allo scopo di ripristinare la lettura di detti file, dai 5 ai 700 euro, mettendo in atto una sorta di ricatto nella loro veste di criminali espertissimi di informatica.
E’ mai possibile che non si riesca a risalire a chi, con tanta scientifica criminalità informatica, incassa detti soldi, proprio in un’era in cui si predica la...tracciabilità ?
D’accordo, si tratta di una forma di tracciabilità molto diversa rispetto a quella che i governi, (questi ultimi da incapaci anche nelle cose relativamente facili), vorrebbero mettere in atto per seguire operazioni di malaffare, ma il problema, sia pur di natura diversa, dovrebbe essere comunque preso subito in seria ed urgente considerazione perché, di questo passo, si potrebbe andar incontro all’imponderabile. Ad una sorta di black-out che potrebbe compromettere il sistema informatico mondiale, anche in presenza di backup giornalieri, peraltro non sempre possibili.
Ed allora ? Non sarà che le persone oneste devono continuar a pensare che i suddetti furfanti posseggano cognizioni di gran lunga superiori a tutti i nostri seri e capaci professionisti del settore oppure - come ho sentito dire in giro, (forse anche da malelingue che esistono sempre), non ci saranno davvero coloro che sanno e stanno zitti ? Magari per un qualche interesse sopra di noi che non ci è dato di sapere ?
Mi piacerebbe che una persona ferrata sull’argomento mi desse una risposta comprensibile, preferibilmente avulsa da un linguaggio informatico.
ARNALDO DE PORTI (Feltre)
