Martedì, 30 aprile 2024 - ore 00.37

Arnaldo De Porti: ‘Crimini informatici. Perché le Istituzioni sono impotenti?’

«Però le stesse Istituzioni sono in grado di controllarci in tutto il resto, anche violando la nostra privacy»

| Scritto da Redazione
Arnaldo De Porti: ‘Crimini informatici. Perché le Istituzioni sono impotenti?’

Mirko Mezzacasa, giornalista del Gazzettino, qualche settimana fa ci ha informati in maniera eccellente ma molto preoccupante in merito alla feroce delinquenza informatica che, da un po’ di tempo, sta facendo razzia di file dei nostri pc impedendone l’apertura. Personalmente, pensavo si trattasse del solito virus che, con una “purga”, alla fine poteva essere debellato per cui ho dato alla cosa un peso relativo tanto da soprassedere da qualsiasi iniziativa. Quando però questo maledetto virus (mi pare si chiami TeslaCrypt 3.0 Ransoware and restore.mp3) ha fatto una strage dei miei documenti e immagini relativamente a un ventennio che, disgrazia mia, non tutti erano stati salvati in un necessario backup, allora ho dato alla cosa la giusta importanza, etichettandomi con un aggettivo scurrile da pronunciare.

Pare che non ci sia nulla da fare e che tutto non sia più recuperabile, a meno che – udite udite – non si paghi tramite internet 5-600 euro a dei delinquenti informatici, i quali, in 5-6 casi anche nel bellunese, hanno rispettato l’impegno (si fa per dire) decriptando i file infettati dal virus da loro stessi messo in circolo rendendoli leggibili agli interessati. Insomma, per dirla in breve, se ci si sottopone a una sorta di ricatto delinquenziale, pagando una certa cifra, esisterebbe qualche probabilità di ritornare in possesso dei file e di leggerli.

Domanda: ma è mai possibile che le Istituzioni di Polizia Postale, ma anche le altre, non siano in grado di risalire a questi delinquenti, quando invece sono capaci di controllarci in tutto il resto, spesso violando la privacy di ciascuno di noi?

Arnaldo De Porti

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