Domenica, 06 ottobre 2024 - ore 21.32

I fratelli Rosselli di Massimo Negri – Casalmaggiore (CR)

Cari amici di Welfare Cremona, promossa dalla Fondazione Circolo Fratelli Rosselli di Firenze e ospitata dalla Mediateca Regionale Ligure di La Spezia, dal 16 febbraio al 30 marzo 2019, ha avuto luogo la mostra dedicata a Carlo e Nello Rosselli “Giustizia e Libertà, per questo morirono, per questo vivono”.

| Scritto da Redazione
I fratelli Rosselli  di Massimo Negri – Casalmaggiore (CR)

I fratelli Rosselli  di Massimo Negri – Casalmaggiore (CR)       

Cari amici di Welfare Cremona, promossa dalla Fondazione Circolo Fratelli Rosselli di Firenze e ospitata dalla Mediateca Regionale Ligure di La Spezia, dal 16 febbraio al 30 marzo 2019, ha avuto luogo la mostra dedicata a Carlo e Nello Rosselli “Giustizia e Libertà, per questo morirono, per questo vivono”.

Vi ho partecipato e in questa lettera raccolgo alcuni pensieri.

Curata da Paolo Galantini, la mostra si è articolata in 21 pannelli che con un equilibrato mix di testi e foto d’epoca hanno illustrato i momenti salienti, privati e pubblici, della vita dei fratelli Rosselli, sino al tragico epilogo del 9 giugno 1937 a Bagnoles-de-L’Orne (Normandia) in cui furono vittime di un agguato di strada, mentre erano a bordo della loro auto, teso da sicari francesi di estrema destra su mandato del governo italiano. Illuminante e al contempo straziante, al riguardo, è il docufilm “Il caso Rosselli – un delitto di regime”, di Vania del Borgo e Stella Savino, proiettato nella sala cinema della Mediateca nel giorno conclusivo della mostra. Il duplice omicidio scosse l’intera opinione pubblica europea e il 19 giugno 1937, a dieci giorni dalla morte, un corteo di 150.000 persone accompagnava i feretri dei due esuli al cimitero Père-Lachaise di Parigi.

I fratelli Rosselli aderirono a Giustizia e Libertà, movimento clandestino antifascista che si batté, insieme ad altre forze, contro la dittatura dotandosi poi di un programma laico, democratico-repubblicano che confluirà nel Partito d’azione. Come esempio dell’impegno, in Italia e all’estero, di Giustizia e Libertà, richiamo un’azione dimostrativa compiuta nel 1931 con un aereo levatosi in volo da Bellinzona per gettare nel cielo di Milano manifestini che incitavano i cittadini a ribellarsi alla tirannia di Mussolini. Finito, con altri, sotto processo a Lugano per violazione del codice aviatorio svizzero, Carlo Rosselli ne uscirà assolto anche in virtù di una deposizione in Tribunale in cui ricordava ciò che il fascismo aveva provocato nella sua vita di giovane trentenne: “Avevo una casa: me l’hanno devastata. Avevo un giornale: me l’hanno soppresso. Avevo una cattedra: l’ho dovuta abbandonare. Avevo, come oggi, delle idee, una dignità, un ideale: per difenderli ho dovuto andare in galera. Avevo dei maestri, degli amici, Amendola, Matteotti, Gobetti: me li hanno uccisi… Di fronte a questo stato di cose non vi è nient’altro da fare che ribellarsi e lottare”.

Sul piano del pensiero politico, ispirandosi al laburismo inglese, Carlo Rosselli perviene al libro “Socialismo liberale”, nel quale sostiene la validità del binomio liberalismo-socialismo, ritenuto dai puristi del tempo inconciliabile. Tra essi, Benedetto Croce  che lo definisce un ircocervo, non cogliendo il lato innovativo della elaborazione di Carlo Rosselli che, riletto in modo critico il marxismo, approda a una concezione dinamica del socialismo  visto come “l’attuazione progressiva delle idee di libertà e di giustizia fra gli uomini”, nel rispetto del metodo liberale, a garanzia di uno Stato di diritto e di una società articolata e pluralista nei suoi diversi ambiti.

Un ringraziamento, infine, a Valdo Spini, direttore dei Quaderni del Circolo Rosselli, per l’indomito impegno a tenere viva la memoria di una tradizione e di un’idea, il socialismo liberale, che può essere ancora una delle pietre su cui poggiare il piede, per restare in metafora con quanto scritto da Nello Rosselli nel libro “Carlo Pisacane e il Risorgimento italiano”: “Il viandante ansioso di varcare il torrente getta pietre una sull’altra, sul profondo dell’acqua, poi posa sicuro il suo piede sulle ultime che affiorano perché sa che quelle scomparse nel gorgo sosterranno il suo cammino”.

Cordiali saluti

Massimo Negri – Casalmaggiore (CR)       

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