Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 07.27

Il 67,8% degli italiani teme per la propria situazione economica familiare

Il 67,8% degli italiani teme per la propria situazione economica familiare

| Scritto da Redazione
Il 67,8% degli italiani teme per la propria situazione economica familiare

La fase più acuta dell'epidemia di COVID-19 in Italia ha lasciato delle cicatrici piuttosto evidenti nel nostro Paese e anche ora che la situazione sembra avviarsi verso una semi-normalità, i cittadini italiani temono per la propria situazione economica familiare. A fotografare questi timori è l'ultimo rapporto diffuso dal CENSIS in collaborazione con Assogestioni.

"Il valore della diversità nelle scelte d'investimento prima e dopo il COVID-19" rivela che il 67,8% degli italiani ha paura per la situazione economica familiare, ma quella percentuale è ancora più alta (72%) tra i millennial e le donne e arriva a toccare l'82,6% tra i cittadini con i redditi più bassi.

Questo timore, unito all'incertezza sul reale percorso della pandemia nei prossimi mesi, sembra aver spinto gli italiani ad essere più cauti nelle spese e ad accumulare i risparmi:

Lo pensa il 49,7% degli italiani (il dato sale al 58,9% tra gli imprenditori). L’unica certezza è che «tutto può succedere». La fine della storia ha lasciato il posto alle infinite storie possibili. La possibilità che un evento inedito e inatteso possa cambiare in un attimo la vita delle persone fa esplodere un senso acuto di vulnerabilità. In questo contesto, sul piano economico per gli italiani ora serve una grande cautela, soprattutto nella gestione dei propri soldi. Lo pensa il 39,7% dei risparmiatori (il dato sale al 45% nel Nord-Est).

Il rapporto, però, fornisce un altro dato interessante. Se è vero che la crisi economica ha messo in ginocchio milioni di italiani, sembra altrettanto vero che la riduzione delle spese legate al lockdown ha permesso al 38,9% degli italiani di incrementare i propri risparmi:

Nel periodo della quarantena sono stati 28 milioni i percettori di reddito le cui entrate non sono state intaccate (pensionati, dipendenti pubblici, lavoratori del settore privato non in Cassa integrazione o congedo parentale), pari al 71,2% del totale. Il risparmio forzoso è nato da continuità nelle retribuzioni e tagli nei consumi.

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