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Il ciclone Matteo Renzi non mi convince. | G.C.Storti

| Scritto da Redazione
Il ciclone Matteo Renzi non mi convince. | G.C.Storti

Il ciclone Matteo Renzi non mi convince. | G.C.Storti
Ma valutiamo i contenuti.
Il ciclone Matteo Renzi è passato anche da Cremona ed ha fatto il pienone al Cittanova. Una platea composita: giovani, anziani, donne, molti delusi dell’iniziale PD sia di provenienza DS che Margherita.
Sicuramente sa gestire molto bene una platea di 500 persone. Un’oretta è passata d’un  fiato. Il palco libero da tavoli e presidenze, uno schermo gigante per le proiezioni e la grande scritta blu , in lettere giganti di polisterolo espanso e lui che si muoveva sul palcoscenico vestito in modo informale e con il microfono senza fili in mano.
Sicuramente sa parlare ai giovani. Usa un linguaggio fresco, quasi giovanilista, ed il suo marcato, ma piacevole accento toscano, lo aiuta ad essere simpatico. Perché non ammetterlo è un politico “ nuovo” che non fa comizi , ma brevi discorsi inframezzati da brevi video da cui prende spunto e commenta.
Bè ricorda molto nello stile il primo Veltroni.
Al di là dei contenuti la  corsa di Renzi per” vincere le primarie” ha già cambiato il Partito Democratico che in ogni caso dovrà rivedere il modo di rapportarsi ai cittadini in particolare sul linguaggio e sullo stile.
Il suo slogan è semplice: Adesso! Futuro, Europa e Merito.
Sicuramente il successo di Renzi è legato essenzialmente  al  concetto della “ rottamazione” delle classi dirigenti in quanto , come lui stesso ha ripetuto  più volte “ sono cambiati i partiti ma chi ci dirige sono sempre loro”.
Ha metabolizzato anche il linguaggio dell’antipolitica facendo un’operazione culturale non secondaria ed utile al partito democratico che ha un grande bisogno di intercettare ceti nuovi e nuove generazioni.
Non credo che Renzi vincerà la sfida con Bersani , ma al di là dei bizantinismi politici, il suo movimento , se anche come lui afferma, starà ancora nel PD, peserà nella vita interna di questo partito che però rischia anche, come dice Veltroni di ritornare in parte “alle  origini”. Ovvero si sta riproponendo  il dualismo antico “ Margherita” e Democratici di sinistra” con una contrazione delle “ contaminazione” che invece erano state molto forti nella sfida Bersani-Franceschini.
E questo è un problema di non poco conto che potrebbe avere anche sbocchi  politici drammatici.
Ma questo detto a me interessano i contenuti. Ed è sui contenuti che  Renzi non mi convince.
Giriamola come vogliamo  ma sua linea politica e programmatica, che piace tanto a Berlusconi, è lontanissima dal nuovo kennesismo  di Obama e molto vicina alle elaborazioni della destra liberale che sta, legittimamente , dentro anche nel partito democratico americano.
Per farmi capire poche batture sulle tre parole chiave : Futuro, Europa, Merito.
Futuro: Renzi delinea ai giovani un futuro che avrà meno diritti sociali e di cittadinanza . E’ questo il punto più debole della sua elaborazione ed anche gli esempi che fa sono tutti dentro le logiche della destra-liberale. Su alcuni temi gli immigrati ( diritti e cittadinanza) , i matrimoni fra lo stesso sesso, i diritti sindacali ecc. o glissa od assume a riferimento manager dell’industria come Marchionne.
Europa: è fermo al concetto di “ Europa Federale” mentre oggi all’ordine del giorno, se si vuole uscire dalla crisi stabilmente , non vi è la creazione degli Stati Uniti d’America, ma il superamento degli Stati Nazionali con relativa cessione di sovranità. Ed è questa la prospettiva che va data ai giovani: non la difesa della nazionalità ma il superamento della stessa.
Merito: qui riprende una  parte dell’elaborazione del giovane socialista Martelli di allora. Fra merito ed avanzamento sociale vi deve essere un equilibrio nel senso che tutte le risorse non possono essere destinate al merito ma anche all’avanzamento sociale di quelle classi e/o gruppi sociali che oggi sono tenute ai margini. Possiamo reggere, in Europa, il modello liberale americano che  vede il 20% della popolazione di diseredati? Credo di no. E se l’unico intervento dello stato si concentra sul merito sarà cosi.
Per chiudere Renzi porta nel PD innovazione  sul piano della comunicazione, della capacità di leggere i fenomeni dell’antipolitica che oggi attraversano la società, ma una sua vittoria significherebbe il trionfo di una linea sociale che per dirla con le stesse sue parole  sta “ con Marchionne senza se e senza ma”. In questa prospettiva il riformismo moderno sarebbe spazzato via e trionferebbero modelli sociali e politici “autoreferenziali” .
Gian Carlo Storti
Cr 22 settembre 2012

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