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Il Parlamento italiano respinge misure contro l'odio

| Scritto da Redazione
Il Parlamento italiano respinge misure contro l'odio

Italia. IL PARLAMENTO RESPINGE MISURE PER CONTRASTARE I CRIMINI DELL’ODIO.
‘OCCASIONE PERSA’, AFFERMA AMNESTY INTERNATIONAL
L’Italia non ha agito per proteggere le minoranze dalla discriminazione.
Lo ha affermato Amnesty International, all’indomani del voto con cui
martedi’ 26 luglio il parlamento ha respinto un disegno di legge sui
crimini omofobici e transfobici. La Camera dei deputati ha bocciato il
testo con 293 voti contrari e 250 favorevoli.
 
‘Il parlamento italiano ha perso un’occasione per compiere un passo nella
giusta direzione’ – ha dichiarato Nicola Duckworth, direttrice del
Programma Europa e Asia Centrale di Amnesty International.

La legge italiana gia’ prevede sanzioni per i crimini dell’odio basati su
motivi di razza, etnia, nazionalita’ e religione. Se il disegno di legge
fosse stato approvato, la legge avrebbe incluso tra i motivi anche
l’omofobia e la transfobia.

‘Il numero di attacchi omofobici e transfobici denunciati negli ultimi
anni ci preoccupa. I crimini dell’odio hanno un impatto profondo non solo
sulla vittima diretta ma anche sul gruppo con cui la vittima si
identifica’ – ha commentato Duckworth.

Amnesty International sollecita l’Italia a garantire un’adeguata
attuazione della legislazione anti-discriminazione vigente e ad assicurare
che le leggi sui crimini dell’odio non trascurino alcun gruppo di persone.

‘Oltre ad approvare buone leggi, le autorita’ e i politici dovrebbero dare
il buon esempio. Dovrebbero promuovere l’eguaglianza e la non
discriminazione ed evitare e condannare espressioni dispregiative e
discriminatorie che alimentano il clima d’intolleranza. Le autorita’
italiane dovrebbero valorizzare la diversita’ e avviare iniziative di
sensibilizzazione per contrastare gli stereotipi negativi nei confronti
delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender cosi’ come di ogni
altro gruppo che rischia di subire attacchi discriminatori’ – ha concluso
Duckworth.
 
Roma, 27 luglio 2011

 

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