“Cesare Pavese moriva settant’anni fa lasciando nella cultura italiana il segno del suo prezioso e originale apporto. Scrittore, poeta, critico letterario, traduttore raffinato di autori americani e inglesi, Pavese è stato uno degli intellettuali italiani più significativi del Novecento”. Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione del 70° anniversario della morte di Cesare Pavese, che si tolse la vita a Torino il 27 agosto del 1950.
“Fu animatore tra i più importanti e prestigiosi dell’editrice Einaudi. Insieme ad altre personalità antifasciste riuscì a comporre un patrimonio di cultura, di pensiero, di letteratura, da cui il Paese ha tratto energia fin dagli anni della conquista della libertà e della democrazia e che poi ha contribuito alla formazione di tanti giovani”, sottolinea Mattarella, che aggiunge: “nella tormentata esperienza di uomo e di scrittore, Pavese ha cercato di tenere in relazione la solitudine dell’individuo moderno con le vicende della storia e l’impegno nella comunità”.
“Il forte legame con la terra di origine è rimasto un tratto cruciale della sua personalità e della sua narrazione” sottolinea il Capo dello Stato. Pavese “ha pagato con sofferenze interiori un’intelligenza e una sensibilità fuori dal comune, ma proprio questa inquietudine e questo desiderio di piena umanità rendono ricca l’eredità delle sue opere e fanno sì – conclude – che un simile tesoro sia oggi un bene comune degli italiani, tanto apprezzato anche in Europa e nel mondo”
IL PRESIDENTE MATTARELLA RICORDA CESARE PAVESE A 70 ANNI DALLA MORTE
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