Domenica, 05 maggio 2024 - ore 22.52

Il punto di Rosario Amico Roxas. Cosa vuole il renzusconismo?

Renzi: «Chi ha sbagliato paghi, non è un governo di manganellatori»

| Scritto da Redazione
Il punto di Rosario Amico Roxas. Cosa vuole il renzusconismo?

I fatti di ieri ci riportano a quel G8 a Genova e alla scuola Diaz. Allora c’era un governo Berlusconio che voleva dimostrare ai suoi ospiti del G8 di avere un pugno di ferro, con Scajola Ministro degli Interni ubbidiente e servo sciocco. Oggi c’è un governo Renzusconi, con un Ministro degli Interni che cerca in tutti i modi di rientrare nelle grazie del suo perenne padrone, anticipandone i desideri.

Il risultato di questi connubi è sotto gli occhi di tutti.

Non pagherà nessuno; sta già pagando la democrazia, che subisce un ulteriore ridimensionamento, a vantaggio dell’autoritarismo che ci sta imponendo un pregiudicato che detta l’agenda del governo e un Presidente del Consiglio ormai fuori di testa, convinto di avere in mano le chiavi del potere assoluto, grazie all’appoggio di una pletora di pregiudicati, corrotti, corruttori e corruttibili.

L’aggressione premeditata delle forze dell’ordine contro i lavoratori senza lavoro, senza futuro, senza prospettive, senza progetti, ha evidenziato ciò che questo governo vuole imporre, sollecitando uno scontro utile e creare terrore, chiarendo a chiunque voglia “costituzionalmente” esercitare la protesta, che ci sono pronti i manganelli.

I figli della classe operaia vengono scagliati contro i fratelli meno fortunati, forse anche contro i padri, per negare loro anche la speranza di un futuro migliore. Imporre paura e terrore, è, piaccia a meno, terrorismo allo stato puro.

Dobbiamo però chiederci: «Qual è lo scopo dei terroristi? Quale strategia li ispira?». Innanzitutto si deve prendere atto di avere di fronte una costellazione frazionata e non un soggetto monolitico; le definizioni siamo noi stessi a fornirle, legittimando il terrorismo con l’attribuzione di una compattezza ideale, programmatica e operativa che non ha, come l’attuale governo Renzusconi, privo di progettualità, lacerato al suo interno dalle forze sconfitte dalla democrazia, ma risorte ad arte per riprendere temi, metodi, e sistemi che credevano finiti e pronti da dimenticare. Un governo senza compattezza, al quale tale compattezza viene riconosciuta con l’identificazione di un nemico da abbattere con una dichiarazione di guerra totale. Il nemico, in questo caso, è il mondo del lavoro, al quale il renzusconismo vuole negare diritti per trasferirli alla fascia opulenta, seppur largamente minoritaria, del Paese, secondo le esigenze ormai ben note del liberismo capitalistico del ventennale berlusconismo.

L’obiettivo non è il “nemico” del momento da abbattere e combattere, ma il popolo spettatore, vittima passiva, primo attore di una tragedia che non vuole recitare. Atterrire il popolo è il primo passo verso una politica autoritaria, che mantiene dietro l’angolo gli operai dell’ordine pubblico, pronti a colpire e manganellare gli operai che difendono il loro lavoro.

Nella macropolitica internazionale assistiamo impotenti alle reazioni al terrore, quando, al terrorismo dei bombardamenti alla cieca, fa seguito il terrorismo reattivo. Il terrorismo suggerisce, e a volte impone, proprio reazioni terroristiche. Il renzusconismo vuole che le masse operaie rispondano con lo stesso metro? Si vuole la guerra civile? Questo termine è stato già pronunciato dal pregiudicato Berlusconi, quando un giornalista francese, in un’intervista, gli chiese: «Cosa accadrebbe se venisse arrestato?». La risposta fu lapidaria: «Sarebbe la guerra civile!».

Ieri abbiamo assistito a una prova generale?

Rosario Amico Roxas

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