Lunedì, 06 maggio 2024 - ore 07.03

Il punto di Rosario Amico Roxas. Le intercettazioni WikiLeaks

«Le urla che denunciano un complotto servono solo a distogliere l’attenzione dal ben più grave conflitto di interessi messo in atto da una banda di malfattori»

| Scritto da Redazione
Il punto di Rosario Amico Roxas. Le intercettazioni WikiLeaks

Le intercettazioni di WikiLeaks stanno assumendo l’assurdo ruolo di una rinnovata visibilità del conclamato pluripregiudicato Berlusconi. Ovviamente i suoi scagnozzi, da Brunetta a Romani, da Gasparri a Santanchè & co. parlano solo delle intercettazioni di carattere politico, ma trascurano le affermazioni più importanti, quelle che documentano il livello criminale dell’ex presidente del consiglio. Hanno anche la faccia di bronzo di chiedere una indagine parlamentare, ma solo sui temi che interessano loro per accreditare la favoletta di un complotto contro quel governo, del quale lo stesso Berlusconi si è servito per “profittare personalmente e lautamente di molti degli accordi nel settore energetico tra l’Italia e la Russia”. Leggiamo, infatti, nel dettagliato resoconto pubblicato da L’Espresso, un’affermazione che lascia interdetti, stante la gravità che vi si afferma e che qui riporto integralmente: «Per gli americani non era chiaro cosa Valentini (uomo di fiducia dell’allora presidente del consiglio, distaccato in Russia a spese pubbliche, per curare gli interessi di Berlusconi, non dell’Italia, ndr) facesse esattamente a Mosca, “ma si vocifera ampiamente che curi gli interessi di Berlusconi in Russia”. Nel cablogramma, la diplomazia di Via Veneto riferiva che i contatti degli Usa sia nel partito dell’allora premier sia nel centrosinistra credessero che “Berlusconi e i suoi compari stessero approfittando personalmente e lautamente di molti degli accordi nel settore energetico tra l’Italia e la Russia”».

La successiva affermazione, ottenuta da informazioni sia tra personaggi della stessa Forza Italia, che del centrosinistra, denuncia chiaramente che Berlusconi e i suoi compari stessero approfittando personalmente e lautamente di molti degli accordi nel settore energetico tra l’Italia e la Russia. Ciò fa riferimento a quanto sostenuto in questi ultimi anni secondo cui l’Italia paga il gas e il petrolio russo il 20% in più delle altre nazioni europee. Una maggiorazione del 20% a carico dei consumatori italiani significa un consistente aumento del costo dell’energia, che colpisce le famiglie e, principalmente, le imprese. Un calcolo per difetto ci indica un maggior esborso di 180 euro l’anno per famiglia, considerando una unità “familiare” anche le industrie; una media ponderata riporta il maggior esborso che grava su 20 milioni di unità familiari, che a 180 euro per unità diventano 3 miliardi e 600 milioni di maggior costo per ogni anno, e di possibile guadagno di Berlusconi e dei suoi compari.

Nasce il problema di documentare questi maggiori costi, perché “le carte” si troverebbero in Russia, per cui una indagine conoscitiva troverebbe insormontabili ostacoli da parte di Putin, identificabile come uno dei “compari”; transazioni estero su estero, specialmente se dovesse trattarsi di una delle tante “isole felici”, potrebbero non lasciare traccia facilmente recuperabile. Ci rimane l’affermazione proveniente dalle intercettazioni degli americani, delle quali nessuno osa parlare, né a livello di stampa né, tanto meno, a livello politico. Le urla che denunciano un complotto servono solo a distogliere l’attenzione dal ben più grave conflitto di interessi messo in atto da una banda di malfattori.



Rosario Amico Roxas

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