Greche e Greci .Tutti l’abbiamo vissuta. Ma tutti abbiamo vissuto anche la pazienza, la calma, la resistenza del nostro popolo. La determinazione popolare che ha registrato il referendum. La decisione di cambiare le cose, di cambiare il paese, di cambiare tutto ciò che ci ha portato alla crisi e alla frammentazione sociale.Cerchiamo di essere chiari: senza questa determinazione popolare, i creditori o ci avrebbero imposto la loro volontà assoluta o ci avrebbero portato al disastro. Questa determinazione è stata presente in ogni fase dei negoziati. Questa determinazione offriva forza alla nostra resistenza, alla nostra battaglia giorno per giorno, con le richieste e le minacce talvolta assurde dei creditori.Oggi questa difficile fase si conclude in modo permanente e definitivo con la ratifica dell'accordo e l'erogazione della prima tranche di 23 miliardi di euro e il pagamento delle obbligazioni del paese sia all'estero che all’interno.L'economia respira. Il mercato sarà normalizzato. Le banche dovranno lentamente trovare il loro ritmo normale. Non si tratta, naturalmente, della fine della difficile situazione che stiamo vivendo ormai da cinque anni. Ma ho la convinzione, che può essere dimostrata dal lavoro e dalla coerenza di tutti noi, che sia l'inizio della fine di questa situazione difficile. Il passo decisivo verso la normalizzazione del finanziamento della nostra economia.Un cammino che non è facile, ma che ci offre prospettive e opportunità. Basta che la società resti in piedi e presente. Calma ed esigente come tutto il periodo precedente.
Greche e Greci, voglio essere assolutamente sincero con voi. Non abbiamo ottenuto l’accordo che volevamo prima delle elezioni di gennaio. Però non abbiamo neppure dovuto affrontare la reazione che aspettavamo. In questa battaglia abbiamo fatto concessioni. Ma abbiamo portato ad un accordo che, date le circostanze negative in Europa e dato l'aggancio obbligato del paese alle condizioni dei memorandum ereditato dal governo precedente, è il migliore che si poteva ottenere.Siamo obbligati a rispettarlo, ma contemporaneamente siamo impegnati a dare la battaglia per ridurne al minimo le conseguenze negative. Nell'interesse dei molti. Al fine di riconquistare al più presto la nostra sovranità di fronte ai creditori. Senza accettare come verità infallibili le loro interpretazioni. Senza accettare tagli orizzontali, le atrocità sui diritti del lavoro, il dissanguare sempre le fasce sociali più deboli.E abbiamo già dimostrato che sappiamo e possiamo lottare per raggiungere molte cose. Ricordate solo quale era la posizione dei partner europei prima di questo accordo: una proroga di 5 mesi del programma precedente, piena applicazione degli impegni del governo precedente e dopo nuovi prerequisiti per il finanziamento del paese.Oggi, dopo la nostra lotta e dopo il referendum abbiamo approvato un accordo triennale, con un finanziamento assicurato. Ricordate anche che ci avevano chiesto l'abolizione immediata delle pensioni EKAS, la privatizzazione della rete di energia elettrica e della “piccola DEH – Enel”. Queste cose non le abbiamo accettate e abbiamo vinto. Avevano chiesto anche l'applicazione immediata della clausola per il deficit pari a zero per i fondi integrativi dei pensionati. Nell'accordo vi è un riferimento esplicito alla ricerca di misure equivalenti e siamo pronti a dare questa battaglia. Anche il ritorno dei contratti collettivi nei rapporti di lavoro e l’impedimento dei licenziamenti collettivi nel settore privato sono un nostro obiettivo irremovibile e penso che raggiungeremo anche questo. La richiesta di nuovi licenziamenti nel settore pubblico è ormai respinta alle nostre spalle e sono tornati gli assistenti nelle scuole e il personale amministrativo nelle università. Negli ospedali non ci sono più i ticket, mentre si fa strada la procedura per assumere 4.500 tra medici ed infermieri che sono assolutamente necessari attraverso un concorso pubblico. Non dimentichiamo che abbiamo concordato a surplus primari drammaticamente inferiori da quelli del governo precedente, con il risultato il risanamento dei conti pubblici, cioè le misure necessarie, inferiori di 20 miliardi di euro. Inoltre, il nuovo accordo di finanziamento non è sottoposto al Diritto Inglese con le clausole coloniali che avevano accordato i governi greci precedenti, ma si riferisce al Diritto Europeo ed Internazionale, mentre il nostro paese mantiene tutti i privilegi e le immunità che proteggono la proprietà pubblica. Ed infine, per la prima volta in modo cosi esplicito ed inequivocabile, si determina la procedura per la riduzione del valore del debito greco, che è forse il nodo più importante per risolvere i nostri problemi. insomma, abbiamo guadagnato terreno significativo, anche se ciò non significa che abbiamo ottenuto quello che noi e la gente ci aspettavamo.
Greche e Greci, ora questo ciclo difficile si conclude. E a differenza del solito atteggiamento di coloro che si considerano autorizzati a mantenere i posti, gli uffici, gli incarichi indipendentemente dalle condizioni e circostanze, io sento il profondo obbligo morale e politico di mettere al vostro giudizio tutto quello che ho fatto. Le cose giuste e gli errori. I successi e le omissioni. Per questo ho deciso di recarmi dal Presidente della Repubblica a presentare le mie dimissioni e le dimissioni del Governo. Il mandato popolare che ho ricevuto il 25 gennaio scorso ha esaurito i suoi limiti. E ora deve prendere di nuovo la parola il popolo sovrano. Voi, con il vostro voto deciderete se abbiamo rappresentato il paese con la determinazione e il coraggio che richiedevano i difficili negoziati con i creditori. Voi, con il vostro voto, deciderete se l'accordo ottenuto offre le condizioni per superare l'attuale impasse, per recuperare l'economia, per imboccare la strada necessaria per lasciare indietro i memorandum e la crudeltà che essi comportano. Voi, con il vostro voto, deciderete chi e come può portare la Grecia nella difficile ma promettente nuova strada che si apre davanti a noi. Chi e come potrà negoziare meglio la diminuzione del debito. Chi e come potrà procedere con passo sicuro e costante alle necessarie, profonde e progressive riforme di cui abbiamo bisogno. E, infine, con il vostro voto, voi giudicherete tutti. Tutti noi, quelli che abbiamo dato battaglia dentro e fuori il Paese, per non consegnare la Grecia ad un plotone di esecuzione. Quelli che invocando coerenza ideologica e dicendo che la Grecia ha bisogno dei crediti, ovvero dei memorandum, ma con la dracma, oggi commettono l'estrema incoerenza di convertire in minoranza parlamentare la maggioranza elettorale che il nostro popolo, per la prima volta nel nostro Paese, ha dato ad un Governo di Sinistra. Ma anche quelli del vecchio sistema politico e dei centri d’intreccio affaristico, che per tutto questo tempo ci facevano ogni pressione, coordinati con i più duri dei creditori, per costringerci a firmare qualsiasi cosa essi ci mettevano davanti. Calunniando anche la nostra resistenza come fosse ostruzionismo.
Greche e Greci, mi affido al vostro giudizio con la coscienza tranquilla. Orgoglioso per la battaglia che io e il mio governo abbiamo dato.Mi sono sforzato tutto questo tempo per attenermi a ciò che abbiamo promesso. Abbiamo negoziato duramente e con persistenza per lungo tempo. Abbiamo resistito alle pressioni e ai ricatti. Siamo arrivati veramente in situazioni limite per il popolo e per l'economia. Abbiamo fatto, tuttavia, del caso della Grecia una questione globale. Abbiamo fatto della resistenza del nostro popolo una bandiera e un incentivo di lotta per gli altri popoli europei. E l'Europa non è più la stessa dopo questi sei mesi difficili. L'idea che si possa finalmente mettere fine all'austerità guadagna terreno, la differenza delle nuove forze democratiche e progressiste europee, sono sempre più sentite. E noi, la Grecia, con prestigio e un raggio di azione molte volte più grande della nostra dimensione, abbiamo giocato e giochiamo un ruolo di primo piano nei cambiamenti a venire. Nel dibattito per il futuro dell'Europa la Grecia sarà in prima linea. Ieri con una mia lettera ho chiesto al Presidente del Parlamento Europeo che il Parlamento stesso - quale istituzione con una legittimazione democratica diretta - assuma un ruolo attivo nel programma di finanziamento greco. La trasparenza, l’aperto dibattito democratico, il fatto democratico del rendere conto delle azioni di tutti, la valutazione dell'impatto che hanno, dovrà essere ormai parte integrante dell’applicazione del nostro accordo con i partner europei.
Greche e Greci, per tutto questo tempo, nonostante le condizioni dure e difficili del negoziato, abbiamo anche dato l'esempio di un modo diverso di governare. Abbiamo legiferato il pagamento dei debito arretrato allo stato in cento rate, abbiamo preso le misure per la crisi umanitaria, abbiamo riaperto la televisione pubblica ERT, abbiamo presentato il disegno di legge per le frequenze radiotelevisive, abbiamo votato la legge per gli immigrati, abbiamo fatto un intervento decisivo per fermare le miniere d’oro a Skouries e fermare un crimine ambientale, e decine di altre misure e iniziative, che dimostrano concretamente questo nuovo modo di governare. E dimostrano inoltre la nostra decisione di cominciare a cambiare con coraggio e fiducia il paese, utilizzando il sostegno sociale negli obiettivi di riforma. Davanti a noi abbiamo ancora da dare molte battaglie difficili, questa volta all'interno del paese. La battaglia contro gli interessi loschi ed intrecciati, contro la corruzione, è appena iniziata. La battaglia per far pagare finalmente gli eterni vincitori, che nessuno fino ad oggi ha avuto il coraggio di toccare. La battaglia per portare alla giustizia coloro che fino ad ora sono al di sopra della legge. La lotta contro l'evasione fiscale, per un sistema fiscale giusto e stabile. La battaglia delle battaglie per cambiare lo Stato e farlo diventare ogni giorno più efficiente. Più amichevole per il cittadino. Più ostile ai favori politici e clientelari, ai favoritismi del partito che governa e alla corruzione. E tutte queste cose richiedono un mandato chiaro, un governo forte, stabile e senza un vacillante percorso. E soprattutto richiedono di tenere lo stesso passo con la società. Con tutti coloro che vogliono i cambiamenti con la democrazia, riforme con un segno progressista, trasparenza e giustizia.
Greche e Greci, nonostante le difficoltà, rimango ottimista. Credo che i giorni più belli non li abbiamo ancora vissuti, intrappolati dentro la tenaglia del negoziato. Chiederò il voto del popolo greco, per governare e per sviluppare tutti gli aspetti del nostro programma di governo. Più esperti, più preparati, più terra terra, ma sempre impegnati per l'obiettivo finale di una Grecia libera, democratica e socialmente giusta, saremo diritti in piedi e coerenti alle nuove condizioni e sfide. Vi assicuro che non mi consegnerò e che non consegneremo lo scudo delle nostre idee e dei nostri valori a nessuno e a nessuna difficoltà. E vi invito, tutti insieme, con calma e con decisione a combattere la difficile battaglia per rimettere la nostra patria in piedi. Per tenere, in questi tempi difficili, la Grecia e la democrazia nelle nostre mani. E per alzarle in alto.
Vi ringrazio. Alexis Tsipras
Atene, 20 agosto 2015
(prima bozza di traduzione a cura di Argiris Panagopoulos)