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Incredibile.La Giunta Perri non vuole i ciclisti in corso Matteotti.Bocciato odg del PD

| Scritto da Redazione
Incredibile.La Giunta Perri non vuole i ciclisti in corso Matteotti.Bocciato odg del PD

Ordine del giorno presentato in data 3 ottobre 2011 dai consiglieri comunali del gruppo consiliare Partito Democratico Alessandro Corradi e Alessia Manfredini in ordine alla nuova viabilità per i ciclisti in corso Matteotti.
Il Consiglio comunale richiamati i programmi e i progetti dell'Amministrazione nei quali si dichiara la volontà di limitare al minimo dispensabile l'afflusso di auto nel centro perché la città è più bella a piedi e in bicicletta; ricordato che il cantiere di corso Matteotti è durato circa sette mesi e che l'amministrazione in questo lungo periodo avrebbe potuto e dovuto studiare, proporre e condividere soluzioni per la nuova viabilità di tale importante arteria cittadina, posta a ridosso del centro storico. Preso atto della decisione di vietare il transito in corso Matteotti alle biciclette provenienti da corso Mazzini in direzione piazza Libertà, e che la scelta è stata assunta, senza alcun preavviso, il giorno dopo la sua riapertura e senza riconoscere la consuetudine dei ciclisti cremonesi che da decenni percorrono quel tratto di strada. Considerato che il cittadino deve scegliere di volta in volta tra andare a piedi, in bicicletta, in autobus o in auto secondo gli spostamenti che deve fare e poter scegliere significa che tutte queste modalità devono essere sufficientemente confortevoli, sicure e convenienti, privilegiando quelle più appropriate dal punto di vista della sostenibilità. L'esercizio dell'opzione da parte del cittadini, d'altra parte, presuppone che tutti prendano coscienza e assumano comportamenti virtuosi, il percorso culturale deve essere analogo a quello intrapreso per la raccolta differenziata, un comportamento ormai automatico per molte persone, similmente si deve acquisire in forma automatica la scelta del modo adatto per ogni spostamento, a piedi per gli spostamenti brevi, in bici nel quartiere o vero il centro città, altri mezzi per gli spostamenti più lunghi. Valutati come preoccupanti i dati che ci confermano da giorni il superamento del valore limite di PM10 nella nostra città ed evidenziati contraddittori gli inviti che ci arrivano dall'Ambiente a limitare l'uso dei mezzi privati (sia auto che moto), soprattutto se diesel, a favore dei mezzi pubblici e della bicicletta; constatato che la decisione di impedire o limitare il passaggio dei ciclisti va esattamente nella direzione opposta all'invito; preso atto della forte divisione tra diversi componenti della Giunta circa le decisioni per consentire il passaggio dei ciclisti e limitare, come da programma, l'afflusso di mezzi a motore nell'area di pregio della città; ricorda che il Codice della Strada, all'art. 1, comma 1, stabilisce “Le norme ed i provvedimenti attuativi si ispirano al principio della sicurezza stradale, perseguendo gli obiettivi di una razionale gestione della mobilità, della protezione dell'ambiente e del risparmio energetico”. Lo spostamento su bicicletta deve essere privilegiato rispetto ad altre modalità di spostamento non orientate al contenimento dei consumi energetici, alla tutela dell'ambiente e della salute, alla rapidità degli spostamenti nei percorsi cittadini. Tutto ciò premesso invita il Sindaco e la Giunta: a recuperare il tempo perso e trovare, soluzioni rapide ed equilibrate, rispondenti alle aspettative dei cittadini e senza scaricare le responsabilità delle divisioni politiche alla struttura tecnica; a consentire il passaggio sicuro dei ciclisti dando risposte alla volontà dichiarata di trasformare “la città in un salotto”; ad istituire la zona 30 in tutto il tratto di corso Matteotti e corso Vittorio Emanuele II (argomento già toccato molte volte nel passato e sempre rinviato); a coinvolgere in futuro FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) Cremona come interlocutore in considerazione del riconoscimento ottenuto dal Ministero dell'Ambiente proprio per la sua naturale vocazione ambientalista e per i provvedimenti proposti ed adottarli per migliorare la viabilità urbana e la moderazione del traffico su tutto il territorio nazionale ogni qualvolta vangano prese decisioni che riguardano progetti e interventi dedicati.

Prima che si aprisse il dibattito, l’assessore ai Lavori Pubblici Francesco Zanibelli ha fornito alcuni chiarimenti di carattere tecnico, specificando quanto segue:
L’utilizzazione di un pannello integrativo riportante le eccezioni per i velocipedi al senso vietato di cui all’articolo 116 del Regolamento, formalmente ammissibile in virtù dell’art. 83 del Regolamento, sostanzialmente confligge con la definizione di corsia di cui all’art. 3, comma 1 del Codice; in tal caso, secondo l’art. 1 del Codice Civile, la norma primaria prevale sulla norma regolamentare e dunque sulla stessa corsia non è ammessa, per definizione, la circolazione di più di una fila di veicoli. Ciò vale anche nel caso di carreggiata con più di una corsia, in quanto le dimensioni potrebbero consentire la realizzazione di una corsia riservata in sede propria, ai sensi dell’art. 8, comma 2, lettera a) del D.M. n. 557/1999.
Una eventuale pista ciclabile in senso contrario a quello veicolare deve dunque essere necessariamente realizzata in sede propria (ai sensi dell’art. 6, comma 2, lettera a), fisicamente separata da quella relativa ai veicoli a motore ed ai pedoni, attraverso idonei spartitraffico longitudinali fisicamente invalicabili; essa non può essere realizzata su corsia riservata, in quanto ciò sarebbe possibile solo se il senso di marcia fosse concorde a quello della corsia destinata agli altri veicoli (ai sensi dell’art. 6, comma 2, lettera b). E’ superfluo ribadire che il D.M. non prevede in alcun modo la possibilità per i velocipedi di circolare promiscuamente sulla medesima corsia o carreggiata, in senso contrario a quello veicolare.
Sulle strade locali urbane le piste ciclabili – ove occorrano – devono essere sempre realizzate su corsie riservate.
Il D.M. LL.PP. 30.11.1999, n. 557 prevede che ai sensi dell’art. 6, comma 2, lettera a), se il senso di marcia è opposto a quello veicolare, la pista ciclabile deve essere realizzata in sede propria, fisicamente separata da quella relativa ai veicoli a motore ed ai pedoni, attraverso idonei spartitraffico longitudinali fisicamente invalicabili. Secondo il disposto di cui al citato art. 6, comma 2, lettera a), piste ciclabili contigue a doppio senso di marcia possono essere realizzate solo in sede propria.
Risulta che alcuni Comuni, su strade a senso unico di marcia, ammettono la marcia in senso contrario applicando il pannello integrativo di “eccetto” al segnale di senso vietato. Giova osservare che tale prassi, oltre che estremamente pericolosa, non è conforme alle prescrizioni del Codice della Strada e delle connesse norme regolamentari; l’art. 135, comma 25 del Regolamento di Esecuzione e di Attuazione del Codice della Strada, infatti, afferma che nella strada a senso unico i conducenti possono utilizzarne l’intera larghezza. Risulta pertanto evidente che l’utilizzo di segnali, così come riportati nella documentazione inviata, è da ritenersi errato e, qualora si verificasse un sinistro connesso all’adozione di tale segnaletica, le responsabilità potrebbero ricadere sull’Amministrazione comunale che li ha installati in difformità del vigente regolamento. 

Si è aperto quindi il dibattito che ha visto intervenire i consiglieri Maura Ruggeri (Partito Democratico), che ha imputato il problema verificatosi in corso Matteotti al posizionamento di alcuni stalli di sosta, Italico Maffini (Lega Nord), fautore di una revisione di tutte le piste ciclabili presenti in città per questioni di sicurezza, Gian Carlo Corada (Partito Democratico), per cui esistono principi contrastanti e bisogna pertanto usare il buon senso mettendo il segnale “eccetto biciclette”, Caterina Ruggeri (Partito Democratico), Carlalberto Ghidotti (Popolo della Libertà), Giancarlo Schifano (Italia dei Valori), Annamaria Abbate (Partito Democratico), Sergio Padovani (Popolo della Libertà), Mauro Fanti (Partito Democratico), Federico Fasani (Popolo della Libertà) e Daniele Burgazzi (Partito Democratico).

L’assessore Francesco Bordi ha invitato la Giunta ad intervenire, in particolare le soluzioni avanzate da FIAB sono condivisbili, mentre porre degli stalli di sosta solo per assecondare gli interessi di pochi non sono accettabili e ben presto ci sarà un confronto con l’assessore Zanibelli per risolvere il problema.

L’assessore Francesco Zanibelli, disponibile ad individuare soluzioni in accordo con la FIAB per mettere a norma tutte le piste ciclabili cittadine, ha ribadito che il cartello “eccetto biciclette” non è regolare, ed ha invitato a rispettare le leggi e non ad interpretarle come meglio si crede: in ogni caso l’eliminazione degli stalli di sosta in corso Matteotti, come verificato dai tecnici, non consente comunque di realizzare la pista ciclabile come richiesto dalla normativa. In corso Matteotti abbiamo rifatto la pavimentazione, non abbiamo rifatto la viabilità: il cartello “eccetto biciclette” è stato tolto in quanto non era a norma, in ogni caso il cartello non si può rimettere e bisogna pertanto trovare una soluzione alternativa.

Concluso il dibattito, dopo le dichiarazioni di voto, l’ordine del giorno è stato posto in votazione e respinto (su 31 consiglieri presenti 13 hanno votato a favore e 18 si sono astenuti).

nota. Dal resoconto dell'Ufficio Stampa del Comune di Cremona del Consiglio Comunale del 10 ottobre 2011

 

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