Signor direttore, Dio solo sa quanto avrebbero fatto a meno di tutto quel ‘taglio, ritaglio e ricucio’d’erba quegli abitanti di quella Cava dei signori Tigozzi, bofonchiosi per loro indole, mugugnanti da generazioni ma sempre ospitali e oltre modo speranzosi nella buona sorte. Nero su bianco c’avevano scritto che: ‘...infine verrà realizzata, come opera compensatrice, una ergonomica pista ciclabile che collegherà la frazione con il centro cittadino!’. Ci hanno riempito le meningi, non il cuore, per non dire altro. (...) Tutto questo per riferire che in questi giorni stanno ‘tosando’per l’ennesima volta l’erba (e qualt’altro) in fregio alla via Milano, proprio sul sedime (fondo!) sul quale erano posati i binari della linea ferroviaria, sedime destinato ad accogliere la tanto sospirata pista ciclabile. Sarà ancora l’ennesimo illusorio ‘dito negli occhi’ quello sfalcio preliminare? Certamente, poiché affermeranno che altro non era se non il solito sfalcio d’erba ai lati della statale. E noi lì a piangerci addosso e a sperare! Se solo s’immagina che in località San Felice ai quei simpatici amici, hanno ‘donato’ tanto di cavalcavia ferroviario, affiancato da una ergonomica pista ciclabile mai auspicati né tanto meno voluti. Ambivano solo e semplicemente ad un sottopasso ferroviario ciclabile e si sono trovati a dover fare i conti con una struttura da milioni di euro. Domanda insinuante: perché non ci viene detta la verità dall’inizio (...) mentre invece ci amputano il cuore da subito e ci bloccano pure la ragione?
Giorgino Carnevali (Cremona)
