Sabato, 27 aprile 2024 - ore 02.21

Intervista a Marco Degli Angeli (M5S) Lombardia: Riforma sanità in ritardo

Riforma Sanità lombarda in ritardo. Degli Angeli (M5s Lombardia): “Non c’è più tempo, che la Giunta Fontana e l’assessore Moratti inizino al più presto i lavori”

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Intervista a Marco Degli Angeli (M5S) Lombardia: Riforma sanità in ritardo


Intervista a Marco Degli Angeli (M5S) Lombardia: Riforma sanità in ritardo, le proposte del M5S

Riforma Sanità lombarda in ritardo. Degli Angeli (M5s Lombardia): “Non c’è più tempo, che la Giunta Fontana e l’assessore Moratti inizino al più presto i lavori” 

La tanto discussa legge regionale 23 del 2015 “Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo” è scaduta lo scorso agosto 2020. Marco Degli Angeli, consigliere del M5s Lombardia parte da un dato di fatto: la sanità lombarda si trova nell’occhio del ciclone. “Il ministro della Salute, che avrebbe dovuto decidere se autorizzare il proseguimento di questo esperimento, ha bocciato la riforma ed ha imposto a Fontana di modificare la legge. A che punto siamo?”.

Una domanda, quella posta dal consigliere, fatta a ragion ben veduta: “Era il 16 dicembre - spiega Degli Angeli - quando il ministro Speranza ha dato precise indicazioni a Regione, ossia 30 giorni di tempo per iniziare ad appontare i lavori e 120 giorni per riformulare la legge”. Da quella data di metà dicembre è passato più di un mese, “ma ancora nulla è stato calendarizzato in commissione Sanità”.

Un fatto grave di per sé, visto che elude una richiesta ben precisa, quella fatta dal ministro della Salute. Una questione che inoltre grava sulla cittadinanza e su molti enti locali, che da tempo si sono mossi per chiedere la riformulazione di una legge, che si è purtroppo dimostrata fallimentare su tanti, troppi, aspetti fondamentali. Infatti, se per la Lega gli intenti avrebbero voluto promuovere una riforma simbolo, capace di migliorare e potenziare la medicina territoriale e ridimensionare la centralità degli ospedali a favore di una continuità delle cure sul territorio, così non è stato, e dopo 5 anni di sperimentazione tutto andrà riportato entro i parametri della legge nazionale 833 del 1978.

In tal senso il consigliere Degli Angeli ha quindi specificato che “durante lo scorso luglio, assieme al mio collega Andrea Fiasconaro (presidente del gruppo M5s Lombardia), è stato presentato un Ordine del giorno (poi approvato ndr) richiedente l’istituzione di due distinte Ats: una per Cremona e l’altra per Mantova, nonché l’istituzione con autonomia finanziaria di una nuova Asst per Oglio Po”. Tutto, però, sembra tacere in acque profonde. E il progetto d’istituzione delle due diverse Ats, non è il solo. “Nel grande silenzio della giunta si nasconde anche lo studio epidemiologico di Cremona. Troviamo assurdo - testimonia Degli Angeli - che non siano state ascoltare le istanze finora presentate, quando c’è invece bisogno di risposte e chiare e, soprattutto di una sanità che sappia guardare con occhio attento ai bisogni dei territori. Per questo motivo - conclude Degli Angeli - invito la Giunta e in modo particolare l’assessore al Welfare a calendarizzare i lavori di revisione in commissione Sanità il più presto possibile. La riforma non può né deve più attendere”.

INTERVISTA A DEGLI ANGELI:

Consigliere Degli Angeli, la legge 23 di Regione Lombardia si trova nell’occhio del ciclone. In cosa, secondo lei, si è dimostrata fallimentare?

“Prima di tutto abbiamo visto negli anni un continuo smantellamento, goccia a goccia, di quelli che sono stati i presidi territoriali. Abbiamo poi avuto un forte indebolimento anche dal punto di vista della prevenzione nonché la chiusura di molti punti essenziali, come ad esempio i consultori. C’è inoltre da sottolineare la difficoltà dei cittadini, che si sono sentiti abbandonati e inseriti in un mare Magum di procedure, che oltre a non garantire l’intervento in tempi efficaci, non garantivano nemmeno assistenza e prevenzione. Si può quindi dire che la legge 23 ha fallito principalmente nella costruzione della rete di presidio medico territoriale, dove i medici di base, spesso, sono stati lasciati da soli a smaltire tutta la burocrazia elaborata da Regione. Posso quindi asserire con piena convinzione, che gli intenti della legge 23 siano clamorosamente falliti sotto gli occhi di tutti”.

 Consigliere Degli Angeli, si è detto preoccupato per i ritardi in cui vertono i lavori di revisione della legge 23, 2015. A tal proposito quali sono le azioni promosse e portate avanti da lei e il MoVimento?

“Finora abbiamo depositato 3 proposte di legge importanti, siamo l’unica forza politica che finora si è mossa in tal senso. Il nostro obiettivo è quello di ridurre la burocrazia, per inserire il merito e, soprattutto, per puntare su una sanità pubblica forte e diffusa sul territorio. Altra questione per noi davvero importante, riguarda il fatto che la sanità non debba più essere vista come un modello di business, ma come un modello capace di guardare ai bisogni dei cittadini. Un esempio concreto, ad esempio, riguarda la recente approvazione di un mio ordine del giorno, che prevede la realizzazione di un PreSST (Presidio Socio Sanitario Territoriale) a Cremona. La Sanità deve tornare ad essere al fianco dei cittadini”. 

 Più precisamente a livello locale come si e mosso?

“Ci siamo attivati in collaborazione anche con i sindaci dei nostri territori. Il territorio cremasco, ad esempio, si è attivato con diverse mozioni al fine di richiedere una tempestiva revisione inerente il riassetto dell’ Ats Valpadana. Una suggestione, questa, che fin da sempre ha spinto me e il mio gruppo consiliare a contestare la struttura delle Ats, poiché non efficaci. Per questo motivo, lo scorso luglio 2020, io e il collega Andrea Fiasconaro abbiamo chiesto l’istituzione di due diverse Ats, una per Cremona e l’altra per Mantova. Il motivo, più che prettamente geografico, risiede nel voler riportare il nucleo delle strategie sanitarie più vicino alla cittadinanza e alle esigenze dei sindaci così che possano esprimere al meglio le loro prerogative di garanti della salute e della sanità. È un fatto molto grave, che ancora ad oggi, non ci sia un processo condiviso e che la giunta Fontana e il nuovo assessore al Welfare Moratti non ascoltino tutti quei messaggi forti che arrivano dai territori”. 

 Fallimento della legge 23 e Covid-19. Secondo lei c’è una stratta correlazione tra questi due soggetti, considerando che la Lombardia, in Italia, ha registrato il più alto tasso di decessi dovuto alla pandemia?

“L’emergenza sanitaria ha messo a nudo tutte le difficoltà e tutte le problematiche sei sistema sanitario lombardo previsto dalla legge 23. In tal senso mi sento di partire dalla campagna fallimentare sui vaccini antinfluenzali. Ha sottolineato diverse forti incapacità, sia dal punto di vista dell’organizzazione e della pianificazione sia soprattutto ha dimostrato una forte carenza nel fare rete territoriale. Regione non si è mossa per tempo, su azioni che avrebbe invece dovuto pianificare con mesi di anticipo. Non è stata altresì capace di attuare delle strategie efficaci e questo si è visto con il fatto che le Ats o le Asst non sono state in grado di dar seguito ad un mirato piano di vaccinazioni. Ritengo che questi esempi siano solo la punta dell’iceberg, che dimostra come la sanità territoriale sia stata smantellata”.  

 

 

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