Domenica, 12 maggio 2024 - ore 18.14

Italia. Il punto di Rosario Amico Roxas. Il diktat del Nazareno

Pubblichiamo integralmente il testo di Rosario Amico Roxas

| Scritto da Redazione
Italia. Il punto di Rosario Amico Roxas. Il diktat del Nazareno

È bastato solo un accenno, sia pure proiettato in un ipotetico futuro, ad anticipare le elezioni politiche, perché un Berlusconi atterrito si presentasse, quatto quatto, cappello in mano, al portone di Palazzo Chigi per supplicare Renzi di cancellare dall’ordine delle ipotesi, anche quelle remote, l’eventualità di restituire al popolo sovrano il proprio potere di scelta e di decisione, per tornare al diktat del Nazareno, professando la propria disponibilità a fornire al governo Renzi tutto l’appoggio possibile e mitigare i toni dell’opposizione, fino ad apparire un appoggio esterno al governo. Mentre c’era ha però ribadito alcune condizioni, in mancanza delle quali l’esistenza stessa di Forza Italia sarebbe messa in discussione. Si alle riforme, ma queste dovrebbero garantire al pregiudicato Berlusconi una centralità politica fantasiosa, perché basata su numeri e presenze parlamentari non più corrispondenti alla reale dimensione di Forza Italia; sa bene, Berlusconi, che in caso di elezioni anticipate la forza del suo partito/azienda sarebbe identificato a una sola cifra e non superiore al 7/8%, e pochissimo aggiungerebbero i corollari di Alfano, Casini, La Russa, mentre la Lega cerca un’exit strategy per distinguere le proprie sorti da quelle della destra capitanata, ancora, da un pregiudicato, in attesa di una litania di procedimenti penali. Lo scopo è quello di allontanare le verifica popolare, per avere tutto il tempo necessario per cercare e, forse, trovare un escamotage (nazionale o internazionale) che permetta a Berlusconi di riprendere fiato.

C’è il problema economico di Forza Italia, giunto al fondo del barile, per cui serve al “grande capo” poter nominare futuri parlamentari, evitando le preferenze, perché sa bene che i suoi fedelissimi (Verdini, Santanchè, Capezzone, Brunetta, Rossi, Gelmini…) non sarebbero “preferiti” nel voto popolare, neanche sotto tortura. «Bamboli, non c’è una lira»: questo è l’argomento che domina l’amministrazione affidata a M.R. Rossi, per cui gli eventuali nominati dovranno pagare il ticket in proporzione al collocamento in lista; ciò significherebbe imporre ai candidati un investimento, da recuperare nel corso della legislatura e ottenere anche gli interessi. Sarebbero candidabili solo i “già ladri” che con quel ticket pagherebbero la patente di impunità, grazie all’immunità parlamentare. Torna il ritrito detto: “cambiare tutto perché tutto rimanga immutato”, dove una sfilza di pregiudicati verrebbe richiamata a sanare ciò che hanno volutamente e proditoriamente distrutto; interverrebbero anche le aziende interessate ai grandi lavori, in grado di sponsorizzare propri manutengoli per poter disporre di uomini di propria fiducia in grado di favorire la corrente e sempre attuale turbativa d’asta.

Ma se il solo accenno a elezioni anticipate ha terrorizzato “mr. EX”, ciò significa che è questa la strada giusta per liberare l’Italia da simili personaggi. Perché Renzi continua a soffocare l’Italia sotto il “giogo del Nazareno”? Ci viene da ipotizzare che Renzi, pubblicando sul sito della Presidenza del Consiglio i suoi redditi e quelli dei suoi familiari, si sia reso conto dell’ammanco, a fronte della dichiarazione dello scorso anno, di una cifra importante, presente lo scorso anno e proveniente da Mondadori, per diritti d’autore di un suo libro, che pochissimi hanno acquistato e nessuno ha letto… E allora, avanti con il Nazareno!

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