Sabato, 27 aprile 2024 - ore 16.31

ITALIA - Inflazione in aumento. Istat

L'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività a marzo aumenta dello 0,1% rispetto al mese precedente e dello 0,4%.

| Scritto da Redazione
ITALIA - Inflazione in aumento. Istat

A marzo l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,1% rispetto al mese precedente e dello 0,4% nei confronti di marzo 2013, (era +0,5% a febbraio), confermando la stima preliminare. Lo rende noto l'Istat. Il rallentamento dell'inflazione è imputabile alla flessione su base annua dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati e degli Alimentari non lavorati e all'ulteriore attenuazione delle dinamiche tendenziali di quasi tutte le rimanenti tipologie di prodotto. L'"inflazione di fondo", al netto degli alimentari freschi e dei beni energetici, scende allo 0,9%, dall'1,0% di febbraio; al netto dei soli beni energetici, rallenta di due decimi di punto percentuale, portandosi allo 0,8% (da +1,0% del mese precedente). Il lieve rialzo mensile dell'indice generale è da ascrivere principalmente agli aumenti - su cui incidono anche fattori stagionali - dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+0,6%) e di quelli Ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,2%); contribuisce anche l'aumento congiunturale dei prezzi dei Servizi relativi all'abitazione (+0,3%). L'inflazione acquisita per il 2014 sale allo 0,2%, dallo 0,1% di febbraio. Rispetto a marzo 2013, i prezzi dei beni diminuiscono dello 0,3% (era -0,1% a febbraio) e il tasso di crescita dei prezzi dei servizi scende all'1,0%, dall'1,2% del mese precedente. Pertanto, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni non varia rispetto a febbraio 2014. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona diminuiscono dello 0,3% su base mensile e crescono dello 0,7% su base annua (in attenuazione dal +1,0% di febbraio). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto diminuiscono dello 0,2% rispetto al mese precedente e crescono dello 0,4% nei confronti di marzo 2013 (era +0,6% a febbraio). L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta del 2,2% su base mensile e dello 0,3% su base annua (era +0,4% a febbraio), confermando la stima provvisoria. Il rialzo mensile è in larga parte dovuto alla fine dei saldi invernali dell'abbigliamento e calzature, di cui l'indice NIC non tiene conto. L'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, non varia su base mensile e cresce dello 0,3% rispetto a marzo 2013. A marzo, i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza diminuiscono dello 0,2% rispetto al mese precedente e crescono dello 0,4% nei confronti di marzo 2013, con un rallentamento di due decimi di punto percentuale rispetto alla crescita rilevata a febbraio (+0,6%). Alla dinamica congiunturale dei prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto contribuiscono in primo luogo i ribassi dei prezzi degli alimentari freschi e dei carburanti. I prezzi dei prodotti a media frequenza di acquisto mostrano, invece, un rialzo congiunturale dello 0,2% e una crescita tendenziale dello 0,4% (in decelerazione dallo 0,7% di febbraio); mentre quelli dei prodotti a bassa frequenza di acquisto non variano in termini né congiunturali né tendenziali (anche a febbraio, la variazione su base annua era risultata nulla). A livello di ripartizione geografica, il Nord-ovest, il Nord-est e il Centro mostrano un tasso di inflazione inferiore a quello nazionale, mentre il Sud e le Isole registrano un'inflazione più elevata di due decimi di punto percentuale. A livello regionale il Veneto mostra una flessione dello 0,1% rispetto a marzo 2013, il Friuli-Venezia Giulia e il Lazio una variazione tendenziale nulla, l'Abruzzo e la Sardegna i tassi di inflazione più elevati (per entrambe +0,8%): questi andamenti contribuiscono così a spiegare quelli delle rispettive ripartizioni geografiche di appartenenza. Con riferimento ai capoluoghi delle regioni e delle province autonome, Bolzano (+1,1%) è la città in cui i prezzi registrano gli incrementi tendenziali più elevati. Seguono le città di Cagliari (+0,8%), Palermo e Genova (per entrambe +0,6%). A Roma i prezzi sono fermi rispetto a marzo 2013, mentre l'ampiezza della flessione su base annua dei prezzi al consumo per Venezia si riduce (-0,2%, da -0,5% di febbraio). Per quanto riguarda i grandi comuni con più di 150.000 abitanti che non sono capoluoghi di regione, il tasso di inflazione più elevato interessa Messina (+1,4%); Livorno e Verona segnano, su base annua, una flessione dei prezzi (rispettivamente -0,5% e -0,2%, da -0,4% e +0,4% di febbraio).

Fonte: aduc

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