Martedì, 16 aprile 2024 - ore 16.26

La Fiom non è d'accordo di cambiare l'articolo18|M. Bosio Fiom Cgil

| Scritto da Redazione
La Fiom non è d'accordo di cambiare l'articolo18|M. Bosio Fiom Cgil

La FIOM e la riforma del “mercato del lavoro”
Come FIOM-CGIL siamo fermamente convinti che l’art. 18 dello Statuto rappresenti tuttora una garanzia di libertà, la sua abolizione non potrebbe in alcun modo giovare a risolvere il problema della crescita, dello sviluppo e dell’occupazione, problemi che dipendono da ben altri fattori e che devono essere risolti con provvedimenti organici, diretti unicamente e coerentemente a questi fini.

La Fiom giudica negativamente le proposte avanzate dal Governo in materia di mercato del lavoro perché:
• non si cancellano le tante forme di lavoro precario che hanno svuotato di significato il Contratto a tempo indeterminato e fatto dell'Italia il Paese più precario d'Europa;
• si cancellano la Cigs per cessazione di attività e la mobilità, proponendo un modello di ammortizzatori che nei fatti riduce complessivamente le tutele, non determina una reale universalità nel sostegno al reddito, si fonda su un sistema puramente assicurativo e non prevede alcun intervento a carico della fiscalità generale;
• si smantella, in modo inaccettabile, il diritto al reintegro previsto dall'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori in caso di licenziamento senza giusta causa e, di conseguenza, apre alla libertà di licenziamento.
Questo facilmente deducibile esaminando le motivazioni previste dalla riforma:
Licenziamenti discriminatori: non cambia la sostanza, già oggi nessun lavoratore può essere licenziato per le sue scelte individuali politiche o religiose.
Licenziamento disciplinare: è previsto il rinvio al giudice che deciderà il reintegro "nei casi gravi” o l'indennità con massimo 27 mensilità.
Licenziamento economico: è previsto solo l'indennizzo, che va da un minimo di 15 mensilità a un massimo di 27, soltanto nel caso in cui venga riconosciuto il dolo a seguito di una sentenza.

Questa riforma, utilizzando la motivazione del licenziamento economico,  ha il solo scopo, in cambio di pochi denari, di poter far licenziare liberamente, impedendo il reintegro del lavoratore che ha subito ingiustamente un sopruso. Questa formula, infatti, garantisce all’azienda il non reintegro del lavoratore.

Le proposte del Governo sul mercato del lavoro, conseguenza della logica che ha ispirato l'intervento sbagliato e inaccettabile effettuato sulle pensioni, indicano chiaramente un obiettivo, quello del superamento di un modello sociale solidaristico. Modello alla base del nostro stato sociale, quello voluto da questo Governo è un modello dirompente e che mette in crisi il sistema sociale Italiano ed Europeo così come lo abbiamo visto sino ad oggi.

La Fiom riafferma la necessità di un'intesa che riduca realmente la precarietà, cancellando forme di lavoro indecenti, che estenda realmente e universalmente gli ammortizzatori sociali a tutte le forme di lavoro e a tutte le tipologie d'impresa e che sperimenti forme di reddito di cittadinanza. Occorre garantire l'accesso alla pensione per tutte le persone coinvolte in accordi di ristrutturazione e di crisi, bisogna ripristinare la legge che impedisce le dimissioni in bianco.

E’ altresì nostra convinzione che il problema della rappresentanza sindacale in azienda sia di fondamentale priorità.
La questione di chi possa decidere e per chi, la si deve risolvere in un vero e proprio presidio di libertà, rispondendo non solo alla necessità di una forte e positiva dialettica sindacale, ma anche e soprattutto, all’esigenza di attuazione di uno dei princìpi fondamentali consacrati nell’art. 39 della Costituzione: le lavoratrici ed i lavoratori hanno il diritto ad essere rappresentati e tutelati, anche all’interno delle aziende, sempre e comunque, ed in ogni caso, indipendentemente dalla sottoscrizione del contratto aziendale. Quando si tratta di princìpi fondamentali, che attengono ai diritti civili, politici e sindacali dei lavoratori e delle lavoratrici, la linea di difesa apprestata dal Sindacato  riguarda tutti, come cittadini e come persone, perché il lavoro e la dignità nel lavoro appartengono ai fondamenti della convivenza civile.


Massimiliano Bosio
Segretario Gen. FIOM-CGIL Cremona

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