Sabato, 27 aprile 2024 - ore 00.25

La manovra Monti, di Mariangela Bastico (senatrice PD)

| Scritto da Redazione
La manovra Monti, di Mariangela Bastico (senatrice PD)

Mai come ora ho sentito l'attenzione delle persone su un atto del governo; mai ho sentito così chiaramente il crescere della consapevolezza da parte dei cittadini sulla drammaticità della situazione economica e sociale: l'Italia è sull'orlo del fallimento e i paesi europei corrono il rischio dell'implosione dell'euro con devastanti effetti sul PIL e sull'occupazione. Il fallimento del Paese in concreto significa la mancata restituzione dei risparmi investiti in BOT e BPT, il mancato pagamento di pensioni e stipendi, il crollo della produzione e dell'occupazione: è evidente che colpirebbe particolarmente le fasce più deboli della popolazione.

Questa è la reale alternativa alla manovra Monti, non a caso definita “salva-Italia”. Non sarebbe stato possibile evitare ulteriori sacrifici e sarebbe stata meno equa la manovra già approvata da Berlusconi. Voglio, infatti, ricordare che 20 miliardi di tagli erano già stati decisi e solo rinviati nella applicazione nella manovra del governo Berlusconi, che caricava questi tagli, in modo del tutto insostenibile per le persone e le famiglie più deboli, sui fondi per l’assistenza e sulla abolizione delle detrazioni fiscali (IRPEF) per figli, per spese assistenziali e sanitarie (delega assistenziale e fiscale).

La manovra Monti da 34 miliardi di euro, di cui 20 di maggior prelievo fiscale e minori spese e i restanti per la crescita, pur non essendo equa come l’avremmo voluta, cancella e sostituisce con altri interventi l’obbrobrio dell’azzeramento dei fondi per l’assistenza.

La manovra, inoltre, è stata modificata in modo rilevante nell'iter parlamentare, con l'introduzione di aspetti di maggiore equità a seguito di interventi decisivi del PD. "Abbiamo ottenuto il massimo, la manovra è più equa": è il giudizio del capogruppo PD Dario Franceschini, che condivido, anche se rilevo che alcune scelte non sono quelle che avrebbe fatto il PD.

E infatti questa non è la manovra del Pd, né di un governo di centrosinistra, ma di un governo di "impegno nazionale", per la vita del quale è decisivo il sostegno del centro destra.

È una manovra dura, che coinvolge tutti: risanamento, equità, crescita sono i suoi tre assi fondamentali. Se la analizziamo nei suoi singoli aspetti, troviamo, pur con pesi differenti, scelte che sostanziano tutti questi tre criteri:

  • per la crescita segnalo le detrazioni IRAP per il lavoro dipendente, i contributi per l'occupazione giovanile e femminile, l'esclusione dal patto di stabilità dei cofinanziamenti nazionali dei fondi europei, il non avere ridotto l’entità del fondo sanitario nazionale, la riduzione di alcune spese delle pubbliche amministrazioni;
  • per il rigore: i tagli sugli enti locali, l'aumento delle imposte, gli interventi pesanti e strutturali sulle pensioni;
  • per l'equità evidenzio che tutti i patrimoni vengono tassati nelle singole componenti, che il prelievo fiscale sui capitali scudati e su quelli all'estero c'è ed è diventato permanente, non una tantum; è stato inserito un prelievo di solidarietà sulle pensioni più alte; è aumentata la tassazione sulle liquidazioni d'oro.

Con il governo Monti siamo entrati in un'epoca politica nuova, nella quale si costruiscono il futuro dell'Italia, le opportunità per i giovani e il nuovo quadro politico. Nulla sarà più come prima né nell'economia, né nella società né nel sistema politico. È quindi responsabilità primaria dei gruppi dirigenti essere all'altezza dei cambiamenti necessari.

Il PD si è messo in gioco con determinazione e generosità per governare questa fase di emergenza, in cui devono, insieme alle politiche di risanamento e sviluppo, essere avviate riforme strutturali e istituzionali. Tra queste, priorità hanno la riforma del Parlamento con il superamento del bicameralismo perfetto e la riduzione del numero dei parlamentari, la legge elettorale, la riforma delle autonomie locali. In questo quadro si colloca la riduzione dei costi della politica e delle burocrazie.

Ritengo che le ragioni della nascita del Partito Democratico, nella difficile scelta di sostegno ad un governo di impegno nazionale, si siano rafforzate, consolidandone l'identità riformista e la credibilità, per proporsi autorevolmente ad essere futura maggioranza di governo del Paese.

Vi ricordo che questo dialogo può continuare sul mio sito (www.bastico.eu) e sulla mia pagina di facebook (http://www.facebook.com/pages/Mariangela-Bastico/61334460960).

Un grande augurio di serene festività e di un 2012 di positive realizzazioni.

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