Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 08.04

La politica e la follia | M.Superti

| Scritto da Redazione
La politica e la follia | M.Superti

Chi ha abbastanza anni per aver almeno sentito parlare di Giorgio La Pira, sindaco di Firenze dal ’51 al ‘65,  sa che, da molti suoi “fratelli” di fede politica, era considerato pervaso da “follia”.
Ma era tanto” folle” da cercare , quando se ne presentava il caso, dei “folli” come Lui,  e la miscela diventava esplosiva.
E’ successo  quando ,durante il suo mandato , la “Pignone” era entrata in crisi e stava per chiudere i battenti ( 1953) : si trattava di lasciare sul lastrico più di duemila operai e maestranze.
La  Pira dopo aver sondato e battuto tutte le strade non si è arreso alla evidenza  e , forte dell’intuito dei “folli”, si è rivolto a Enrico Mattei: non si sa bene come, ma è riuscito nell’impresa di convincerlo ad acquisire la proprietà della Pignone.
Nacque così la Nuova Pignone : ora è ancora una delle industrie più rappresentative   del lavoro , dell’ ingegno italiano e della sua capacità di far fronte alle avversità della concorrenza.
Ancora oggi, sia pure con diverse fasi e passaggi di proprietà, detiene una quota rilevante del mercato mondiale delle turbine a gas e a vapore, compressori, macchinari per il trasporto di petrolio e gas.
Tutta questa lunga premessa per rilevare, con grande rammarico, che in questa , contemporanea e sfortunata Italia, manca qualsiasi cenno di presenza da parte di personaggi di tanto rilievo.
La gente comune ha la netta sensazione che chi arriva ora alla conduzione della “cosa pubblica” non assumerà mai  il ruolo del “folle”  ispirato :   forse non c’è  né intelligenza sufficiente, né la volontà politica, né la capacità, e perché no, nemmeno la Fede.
La gente ha la netta sensazione che chi arriva al potere, lo fa in buona parte per motivi personali e a salvaguardia di interessi più o meno personali e non è disposto a rischiare nulla di suo.
Le vicende politiche del decennio scorso lasciano solo vedere la grande capacità dei vari personaggi di saltare sul carro del vincitore.
Chi non ha fatto il salto della quaglia ha cercato di ridurre al minimo i danni derivanti  dallo squagliamento  della vita politica : una vita politica , ancora degna di essere vissuta come tale ,appare sempre più una chimera e quasi impossibile da realizzare.
Resta difficile da individuare , con i sani criteri  politici dei Padri  costituenti, una forza di governo leale ed una opposizione pure leale ma, all’occorrenza dura  e propositiva.
L’uomo della strada , anche il più semplice, ha lo sguardo rivolto al comportamento dei vari personaggi politici  e cerca di capire  quale sia la forza che li fa muovere e a chi rivolgono la loro attenzione e cura.
In altre parole pochi hanno la sensazione  che  i rappresentanti del popolo  siano ben presenti e vigili sul territorio, salvo poche eccezioni , ma con poche capacità di influire  sull’andamento delle cose importanti.
La stessa sensazione   appare allorquando si cercano personaggi  ispirati nel mondo  dell’imprenditoria : non saranno tutti così , ma le eccezioni non sono per nulla in evidenza (manca il “genius loci”).
Non si riesce  a capire infatti come ,sia i  politici sia gli imprenditori , pensino di  “fidelizzare” i dipendenti quando , se va bene, viene loro concessa  la possibilità di lavorare “ a rate”.
Quale società pensano i politici  di poter realizzare, se pochissimi hanno la possibilità  materiale di farsi una famiglia ?
Davvero questi signori pensano  che nessuno , prima o poi, si ribellerà ?
E sarà troppo tardi.
Cordialità e buon lavoro.
MARIO SUPERTI

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