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La questione della ferrovia Tirreno-Brennero non è affatto nuova | G. Torchio

| Scritto da Redazione
La questione della ferrovia Tirreno-Brennero non è affatto nuova | G. Torchio

E' uno degli ingredienti, forse il più importante, per la realizzazione dell'"Asse Tirrenico", in grado di collegare la portualita' ligure-tirrenica (La Spezia, Carrara, Livorno) con l'interporto di Fontevivo (PR), il Quadrante Europa ( Zai) di Verona, il Brennero e la Mittel Europa allargata alle new entry dell'UE.

Asse, si è detto, perché comprende un ventaglio di opzioni per il trasporto che mirano all'integrazione tra il cabotaggio  marittimo‎, il sistema stradale ed autostradale e quello ferroviario.

Si tratta di un obbiettivo strategico di valenza nazionale ed europea: nazionale perché completa il disegno realizzato sulla dorsale Milano-Roma-Napoli‎ e sull'"Asse Adriatico"; europeo perché , attraverso il Brennero, migliora le relazioni Oltralpe con l'Unione Europea allargata.

A livello attuativo l'"Asse Tirrenico", pur in forte ritardo sugli altri due, recentemente si è sviluppato in due direzioni: da un lato in direzione di Roma  Roma con il prolungamento dell'Autostrada Livorno -Civitavecchia , che rappresenta il raccordo con Autocisa , il sistema ligure ed il superamento dei limiti della vecchia Aurelia e, dall'altro, attraverso il Tibre (tratta Fontevivo-Nogarole Rocca) con autorizzazione dell'UE e finanziamento del primo tratto tra Parma ed il casello di Sissa-Terre Verdiane.

Più in ritardo i lavori per la parte ferroviaria che, pur indicata tra le priorità a livello strategjco e contenuta nei master plan, ha dovuto procedere a suon di emendamenti alle varie leggi finanziarie da parte dei parlamentari dell'area, fin dai tempi in cui ho fatto parte della Commissione Trasporti, attivando una sorta di "lobby dei poveri", cioé di eletti in collegi e di rappresentanti istituzionali di territori politicamente più deboli rispetto alle capitali Milano, Bologna, Firenze, Roma.

Se questa è la situazione per arrivare a Parma, ancora più difficile la continuazione fino a Verona. La politica si era divisa su due tracciati: il primo che prevedeva come fulcro il nodo di Fornovo dove si congiungono le linee Cremona Fidenza e VR-MN-Piadena-PR, su cui è in atto da tempo la balneare "Freccia della Versilia"; il secondo, privilegiato storicamente dalla governance mantovana, che puntava sulla linea PR-Suzzara-Oistiglia-VR.

Un contrasto non nuovo se si pensa che anche sul tracciato del Tibre autostradale per decenni si è consumato il conflitto tra chi voleva il percorso basso (emiliani ed oltrepò) in parallelo con Transpadana ed i nostri che, poi l'hanno finalmente spuntata con il tracciato Fontevivo-N‎ogarole Rocca.

La questione dei costi, a mio avviso, sarà dirimente per la realizzazione dell'opera. Dalla nostra parte, come hanno dimostrato recenti studi tecnici di alta competenza, i costi inferiori di due terzi per il percorso PR-Piadena-MN-VR, con la elettrificazione di una linea, la PR-BS, considerata strategica a livello militare ma, di fatto, in disarmo con "littorine" del ventennio e stazioni impresidiate.

Una proposta salutare, la nostra, anche a livello di "spending review‎" e ben collegata al programma annunciato dal premier Renzi in termini di ripresa degli investimenti e delle infrastrutture.

D'altra parte la politica ora deve battere un colpo. Lo ha già fatto a Parma e a Verona, con parlamentari e istituzioni che sponsorizzano‎ il "Tibre ferroviario alto" ma non lo sta facendo Mantova, dove il Consiglio Provinciale si é letteralmente dimenticato della Mantova-Piadena, maglia nera dei ritardi a livello regionale, nonostante la soppressione delle fermate intermedie ‎ed é in forte ritardo Cremona che guarda a Milano con la Paullese ma é molto distratta sulle questioni del nostro territorio.

La prossima iniziativa di Casalmaggiore tenta di metterci una pezza, anche in considerazione di un possibile raccordo ferroviario con Viadana, argomento da riprendere dopo una fine ingloriosa. In questo contesto non si può dimenticare la mancata approvazione di un ordine del giorno presentato in Provincia da diversi mesi, né si può cancellare la recente fuoriuscita della stessa Provincia dalla "Tibre ferroviaria Spa" con il modestissimo recupero di qualche migliaio di euro.

‎Anche la quasi totale cessione delle quote della Provincia in Autocisa, prima della realizzazione del Tibre autostradale e del completamento della circonvallazione di Casalmaggiore e della realizzazione di quelle di San Giovanni e Calvatone, é una decisione di dubbio effetto, che sembra perpetuare l'errore della giunta Fontanili di Mantova, uscita da quella compagine sociale, perdendo la rappresentanza nel Consiglio di Amministrazione, proprio alla vigilia della realizzazione dell'opera invece di attendere la sua costruzione.

La concentrazione nel nostro territorio di un polo agroalimentare leader nazionale del pomodoro e di un polo siderurgico di prim'ordine richiede un supplemento di iniziativa locale perché non si può contare sulla manna dal cielo.

L'inizio dell'operatività del raccordo ferroviario Stort‎i e la prossima attivazione di Car Terminal alla stazione di Piadena indicano potenzialità significative, da completare con il polo agroalimentare logistico di Bozzolo, riprendendo, dopo un quinquennio di silenzio tombale, le proposte di Bruno Tosatto e nostre, di un piano integrato d'area che riannodi la Padana inferiore da Piadena a Castellucchio.

Argomenti questi da riportare celermente al centro dell'arena, non solo per le merci ma a che per i passeggeri in arrivo dal Centro Europa, dagli aeroporti di Villafranca, Parma,  Pisa e mdal Tirreno, senza aspettare che siano altri a progettarli e magari a realizzarli sulla nostra testa‎.

Giuseppe Torchio

Pres. Gal Oglio Po Terre d'Acqua

Consigliere Lista Civica prov. CR

2014-02-27

 

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