Sabato, 20 aprile 2024 - ore 06.02

La siccità prosciuga i fontanili lombardi: a rischio coltivazioni e biodiversità

| Scritto da Redazione
La siccità prosciuga i fontanili lombardi: a rischio coltivazioni e biodiversità

Non solo laghi e fiumi, in Lombardia la siccità prosciuga anche i fontanili. Lo rende noto la Coldiretti regionale nel sottolineare che l’abbassamento delle falde acquifere, provocato dalla mancanza di piogge e dalla scarsità idrica, sta mettendo in crisi la cosiddetta "fascia delle risorgive".

Si tratta – spiega la Coldiretti regionale – di una “striscia” che attraversa la pianura lombarda da ovest a est nel mezzo del territorio regionale, tra le province di Milano, Pavia, Lodi, Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova, dove si distribuiscono gli oltre 800 fontanili ancora attivi secondo un’analisi Coldiretti su dati regionali. 

Il fontanile – continua la Coldiretti Lombardia – è una bocca creata nel terreno per far affiorare, raccogliere e convogliare in un piccolo canale le acque sotterranee di falda che tendono a trovarsi prossime alla superficie. Spesso i fontanili sono stati realizzati in aree in origine già interessate dalla presenza di risorgive. 

In questi giorni – spiega la Coldiretti Lombardia – stiamo raccogliendo diverse segnalazioni di agricoltori che evidenziano il prosciugamento di fontanili a causa della siccità. Una situazione preoccupante – continua la Coldiretti – perché oltre a permettere in diverse zone l’irrigazione delle campagne coltivate, i fontanili rappresentano un habitat rifugio per molte specie animali e vegetali.

“Una scena così dalle nostre parti non si era mai vista – racconta Sergio Vismara, cerealicoltore di Cisliano, nel Milanese – Normalmente dalla testa di un fontanile esce un flusso d’acqua di trenta litri al secondo e si forma un laghetto, adesso non arriviamo nemmeno al litro e c’è solo un sottile strato di limo. Le falde si sono abbassate troppo, così è impossibile pescare l’acqua. Questa è una zona ricca di fontanili che vengono usati per irrigare dove non arriva la rete del Villoresi. Adesso su questi stessi campi rischiamo di perdere l’80 per cento del mais seminato”. 

“A Fontanella, il comune in provincia di Bergamo dove abito e dove si trova la mia azienda – gli fa eco l’imprenditrice agricola Elena Lazzarini – ci sono diversi fontanili, ma la maggior parte ora sono asciutti. L’acqua per irrigare è sempre meno e i nostri campi hanno sempre più sete”.

Nonostante le recenti precipitazioni – prosegue la Coldiretti Lombardia – le riserve idriche regionali invasate nei grandi laghi, negli invasi artificiali e sotto forma di neve sono inferiori di oltre il 60% rispetto alla media del periodo 2006-2020 secondo un’analisi Coldiretti sugli ultimi dati Arpa Lombardia.

Una situazione di grave crisi idrica che – conclude la Coldiretti – accomuna la Lombardia a molte altre zone d’Italia, da Nord a Sud del Paese, che dimostra l’esigenza di accelerare sulla realizzazione di una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura. A livello nazionale Coldiretti ha elaborato con l’Anbi (l’Associazione nazionale delle bonifiche) un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo per arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua dalla pioggia. In Lombardia si sta inoltre lavorando al recupero delle cave dismesse o comunque non più utilizzate come bacino di accumulo di riserve idriche strategiche, così come sollecitato più volte da Coldiretti.

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