Venerdì, 17 maggio 2024 - ore 04.04

Lavoro: il decreto va cambiato, aumenta la precarietà

Nel merito, secondo la Cgil, sono tre i punti di criticità contenuti nel decreto, sui quali il sindacato chiede a Governo e Parlamento un cambiamento

| Scritto da Redazione
 Lavoro: il decreto va cambiato, aumenta la precarietà

 “Il decreto legge 34/14 “Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese”, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale, va cambiato, perché così com’è aumenterà la precarietà invece di ridurla”. E’ quanto afferma il segretario nazionale della Cgil, Serena Sorrentino.

Nel merito, secondo la Cgil, sono tre i punti di criticità contenuti nel decreto, sui quali il sindacato chiede a Governo e Parlamento un cambiamento.

“Il primo - sottolinea Sorrentino - riguarda i contratti a termine, che estendono da 12 a 36 mesi la durata del contratto di lavoro a tempo determinato per il quale non è richiesta la causale e che prevedono ben 8 proroghe. Questo - prosegue la dirigente sindacale - sancirà il principio della ricattabilità costante dei lavoratori, che possono vedere il loro contratto non prorogato, anche in assenza di un giustificato motivo, non essendoci obbligo di causale e per qualsiasi tipo di mansione, senza avere in cambio nessuna forma di sicurezza, ma vedendo semplicemente esteso a tre anni il periodo di prova”.

Il secondo punto riguarda l’apprendistato: “Un contratto a causa mista - spiega Sorrentino - che prevedeva, in cambio di agevolazioni per le imprese sui costi del lavoro, la certezza per il lavoratore di una formazione finalizzata all’acquisizione di competenze e di una qualifica o di un diploma formativo. Ma quando si interviene rendendo non obbligatoria la forma scritta del piano formativo e meno certa la formazione trasversale, cosa rimane? Solo le agevolazioni per le imprese, che non hanno nemmeno l’obbligo di confermare almeno una quota di apprendisti per assumerne altri”.

Il terzo punto, infine, riguarda i contratti di solidarietà: “Siamo favorevoli all’incentivazione di questo strumento - dice Sorrentino - ma chiediamo due cose: la decontribuzione non deve essere vincolata alla disponibilità delle risorse ma all’effettiva esigenza e, inoltre, il rifinanziamento, visto che non solo il ministero ha comunicato qualche settimana fa che le risorse per il 2014 sono già esaurite, ma che l’integrazione dal 60 per cento all’80 per cento della retribuzione dei lavoratori è stata ridotta del 10 per cento, impoverendo i salari”.

“Auspico - conclude Sorrentino - che da parte del Governo arrivino delle risposte alle nostre legittime osservazioni, che ci fanno dire che queste norme aumenteranno la precarietà invece di ridurla. E all’obiezione che viene fatta sul fatto che due contratti su tre sono già a termine, rispondiamo che quindi questo istituto era già la forma prevalente di contrattualizzazione e non si vede il bisogno di cancellare ancora di più quei pochi diritti per i lavoratori”.

 

Fonte: Cgil 

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