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LE ARMI CHIMICHE "DISTRUTTE" NEL MEDITERRANEO ? | Cluadio Ser

| Scritto da Redazione
LE ARMI CHIMICHE

E’ il porto calabrese di Gioia Tauro, quello nel quale transiteranno le armi chimiche provenienti dalla Siria che si trovano a bordo della nave danese Arc Futura. Le armi chimiche si trovano attualmente depositate in circa 1.500 container sulla nave danese che farà scalo a Gioia Tauro e poi saranno trasbordate sulla nave Cape Ray. Dopo l’accordo di pochi giorni fa, in cui la Siria ha accettato il compromesso Onu, la questione rilevante resta ora quella della distruzione delle armi chimiche. Anche se il segretario di Stato, John Kerry, ha persino indicato tempi concreti: “Il nostro obiettivo è concludere il lavoro entro la metà del 2014 . Gli impianti per la produzione di armi chimiche dovranno essere distrutti entro novembre”. In verità, non sarà facile riuscirvi.

In primo luogo perché è difficile fare una stima dovuta dell’arsenale di Damasco. Secondo il segretario di Stato la Siria possiede circa 1.000 tonnellate di agenti chimici diversi (gas sarin, iprite, VX e gas mostarda) ma è solo una stima. In quanto si presume che ve ne siano almeno 5000. E successivamente la distruzione sarà onerosa, anche dal punto di vista economico. Per rispettare la Convenzione sulla Proibizione delle Armi Chimiche del 1993, gli Usa hanno speso ben 28 miliardi di dollari per costruire otto inceneritori su alcune isole del Pacifico e per stoccare 27.ooo tonnellate di armi e agenti chimici. Quindi occorrerà almeno 1 miliardo di dollari per lo stoccaggio di quelle siriane (e solo se le stime non saranno inferiori a quelle fatte finora).

Un altro problema da rilevare resta poi quello dello stoccaggio. L’arsenale di Damasco, per motivi di sicurezza militare, civile ed ambientale, va necessariamente smaltito in loco; il motivo è molto semplice: trasferire tonnellate di agenti chimici pericolosi è un’operazione troppo rischiosa (sia in termini militari che civili ed ambientali) per poter essere anche solo pianificata. Trasferire mille tonnellate di armi chimiche nel bel mezzo di una guerra civile è naturalmente impensabile.

Infine vi è l’ultimo problema, che è quello che riguarda lo stoccaggio vero e proprio, un processo delicatissimo che si divide in tre fasi principali:

In primo luogo, è necessario separare gli agenti chimici dei componenti non chimici di ogni arma . In genere, abbattendo ogni dispositivo nelle munizioni (come razzi e proiettili di artiglieria), gli agenti chimici stessi, e, in alcuni casi, il propellente a razzo che dà le armi la loro potenza esplosiva. Successivamente gli agenti chimici verranno drenati dalle munizioni, un processo condotto principalmente da robot appositamente progettati. Gli agenti chimici vengono poi inseriti in un serbatoio. Infine gli agenti chimici attivi, essendo stati isolati, vengono distrutti. La distruzione può avvenire tramite: incenerimento (come negli Usa), idrolisi chimica (come in Russia), degradazione microbica e ossidazione.

Fonte: https://www.facebook.com/claudio.ser.5?fref=ts

2014-01-17

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