Sabato, 20 aprile 2024 - ore 01.00

LE BENEMERENZE DI MUSSOLINI | G.Azzoni

| Scritto da Redazione
LE BENEMERENZE DI MUSSOLINI | G.Azzoni

Lettera dal ventennio (10)
Quando si parla con indulgenza  dell’operato di Mussolini e del suo regime si minimizzano e trascurano gravissimi misfatti che non furono solo astrattamente politici ma toccarono fino a sconvolgerla la vita di tanta gente. Prima di tutto la volontà di guerra. Furono sprecati gli anni migliori di tanti giovani per portare aggressione e lutto a casa d’altri, in altre nazioni. Molti di questi giovani (e non solo giovani) furono feriti, dispersi, uccisi, le loro famiglie colpite in mille modi.
Si parlò, per alcune di queste guerre, di “volontari”. Ma pochi furono davvero volontari. Spesso questa fu una mascheratura di vere e proprie chiamate con la cartolina precetto, oppure l’arruolamento “volontario” fu indotto fino alla costrizione coi più vari motivi. Infine la grande massa dei militari della guerra a fianco dei tedeschi fu di coscrizione obbligatoria per essere mandati, dal 1940 al ’45, ad aggredire Francia, Grecia, Russia, Jugoslavia ecc. I militari cremonesi morti nella seconda guerra mondiale furono circa 3.300, ad essi vanno aggiunti altre centinaia di vittime civili e di caduti nelle precedenti guerre fasciste. Parliamo della Libia, inizio anni ’30, e poi dell’Etiopia (1935), della Spagna (1936-39), dell’Albania (1939).
Dà una idea di come tante vite furono piegate da tutto questo l’esempio di un foglio matricolare, che non è nemmeno di quelli tragici, trattandosi di persona che sopravvisse e nel 1972 fu anche decorato con croce al merito di guerra.
E’ il caso di N.B., che era nato a Calvatone nel 1915. Frequenta la scuola fino alla quarta elementare, poi va a lavorare nei campi. Nel 1935 ha vent’anni, è di leva e va sotto le armi. Dopo un breve congedo come lavoratore agricolo è ancora sotto le armi nel 1937. Alterna periodi di congedi e licenze agricole ed è poi mobilitato per “stato di guerra” nel 1941. Dopo qualche mese parte per la Russia. In quella tremenda guerra viene ferito e torna in Italia per essere ricoverato in Ospedale militare. E’ probabile che proprio questo gli salvi la vita. Viene congedato il 23 agosto 1945. Era soldato del Genio pontieri e come tanti suoi coetanei ha trascorso così dieci anni della sua giovinezza. Una piccola benemerenza del fascio.
Giuseppe Azzoni

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