Domenica, 19 maggio 2024 - ore 02.50

''Le donne per il lavoro, il lavoro per le donne'': dibattito al Cnel

| Scritto da Redazione
''Le donne per il lavoro, il lavoro per le donne'': dibattito al Cnel

“L’Italia è molto indietro nelle disuguaglianze di genere nonostante i grandi passi avanti fatti negli ultimi due decenni. Secondo l’ultimo Global gender index del World Economic Forum su 156 Paesi analizzati, il nostro Paese è al 114° posto per quanto riguarda la partecipazione economica, cioè sugli aspetti di lavoro e reddito. La parità è ancora lontana”. Lo ha affermato il presidente del CNEL, Tiziano Treu, aprendo la giornata di riflessione sull’occupazione femminile “Le donne per il lavoro, il lavoro per le donne”, svolta al Cnel lo scorso 8 marzo, in occasione della Giornata dei diritti delle donne.

Il problema, ha aggiunto la vicepresidente CNEL, Gianni Fracassi, “non è solo economico ma di un sistema di welfare ancora inadeguato a favorire la parità. Le donne sono le ultime a entrare e le prime a uscire dal mercato del lavoro come emerge dall’ultima edizione del Rapporto sul mercato del lavoro del CNEL e dai dati della consultazione sulla parità di genere cui hanno risposta oltre 28mila cittadini e cittadine”.

“La parità di genere, nonostante la tutela costituzionale, resta ancora incompiuta, così come le diverse declinazioni che essa può assumere in termini di uguaglianza retributiva, merito, conciliazione con la vita familiare”, si legge nel documento con i risultati della consultazione pubblica illustrato dalla vicepresidente Fracassi. “Uno specchio del ritardo con cui in Italia si sia cominciato a ragionare seriamente sugli impatti negativi che discendono da una bassa partecipazione delle donne anche dato dall’insufficienza di infrastrutture sociali che potrebbero aiutare la permanenza delle donne nell’occupazione, come asili nido o strumenti di cura delle persone anziane o disabili”.

L’Italia, ha sostenuto la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, “ha scelto di investire nel lavoro delle donne e lo ha fatto introducendo strumenti innovativi e azioni concrete con la Strategia nazionale per la parità di genere, la prima di cui il nostro Paese si è dotato, nell’ambito del Piano Italia Domani. Decontribuzione del costo del lavoro femminile, condizionalità per gli appalti del PNRR su donne e giovani, premialità e incentivi alle imprese, servizi di welfare: oggi le aziende sanno che è conveniente assumere donne e promuovere carriere femminili. La strada è tracciata e l’obiettivo è chiaro, aumentare quantità e qualità del lavoro femminile e costruire un futuro di sviluppo per tutte e tutti, frutto del contributo e delle competenze delle donne e degli uomini insieme”.

Per il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico “le disuguaglianze salariali si trasformano anche in disuguaglianze pensionistiche. Le pensioni delle donne risultano in media più basse del 27% rispetto a quelle degli uomini. L'assegno medio è infatti rispettivamente di 1.352 euro contro 1.863 euro al mese in base ai dati sulle pensioni vigenti a fine 2020. Le donne pensionate sono 8,3 milioni, gli uomini pensionati sono 7,7 milioni e a loro va il 56% dei redditi pensionistici. Una donna con un figlio guadagna meno di una lavoratrice senza figli: a 15 anni dalla maternità il salario lordo annuo è più basso di 5.700 euro”.

Il PNRR, ha evidenziato ha osservato Chiara Goretti, coordinatrice della segreteria tecnica del Piano nazionale di ripresa e resilienza, “interviene in modo ampio e coordinato sui divari di genere ed è rafforzato dal vincolo, fortemente voluto dal Parlamento, che una quota pari almeno al 30 per cento delle nuove assunzioni legate ai bandi del PNRR debba essere riservata alle donne (e un ulteriore 30 per cento a giovani). In alcuni settori, come quello della ricerca, è verosimile attendersi che il vincolo produca un eccellente risultato, con un ampio sostegno dell’occupazione femminile. In altri, come quello dell’edilizia l’incidenza dell’occupazione femminile (nonché le caratteristiche stesse dell’attività) suggeriscono maggiore cautela e presuppongono la possibilità di invocare deroghe all’applicazione generalizzata della soglia del 30 per cento. Le linee guida attuative della misura hanno fornito alcune prime indicazioni sulla sua applicazione, che potranno essere aggiornate anche alla luce degli elementi che emergeranno dal monitoraggio effettuato e che potranno essere oggetto di valutazione anche nella più ampia revisione del Codice degli appalti”.

Infine, la ministra dell'Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, ha rilevato come “negli ambiti della formazione e della ricerca il tema della parità di genere sia molto sensibile e uno dei punti strategici su cui si deve investire se si vogliono cambiare le cose. Noi lo faremo prima di tutto coinvolgendo le ricercatrici del PNRR: almeno il 40% delle assunzioni che riguarderanno la missione 4, dedicata all'istruzione, andranno alle donne. E poi un'altra misura adottata è quella di ammettere ai bandi solo gli enti che hanno introdotto un piano per la parità di genere e un bilancio di genere. Un parametro che riguarda non solo università ed enti di ricerca, ma anche i privati - - Nell’ambito della ricerca, c'è già una parità a livello di numero di ricercatori. Ma più si va avanti nelle carriere, più questa percentuale si riduce. Le donne si laureano prima e con voti migliori rispetto agli uomini, ma poi hanno più difficoltà a entrare nel mondo del lavoro, e quando riescono a farlo guadagnano meno dei colleghi maschi”.

Ai lavori, moderati dalle giornaliste Flavia Fratello di La7 e Arianna Voto della RAI, sono intervenute anche Laura Pennacchi, presidente Gruppo di lavoro “Occupazione femminile e disparità salariale”, Ministero del Lavoro; le consigliere CNEL Annamaria Simonazzi, Cecilia Tomassini e Silvia Ciucciovino; Valeria Giaccari, Coordinatrice Unindustria per il progetto STEAMiamoci; Ivana Pais, sociologa economica; Silvia Sansonetti, coordinatrice rete Esperte Parità di Genere - Commissione Europea; gli economisti Tommaso Frattini e Marcella Corsi; Marina Timoteo, direttrice Almalaurea; e Paola Villa, Università degli Studi di Trento. (aise) 

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