Mercoledì, 15 maggio 2024 - ore 13.46

Lettera aperta ai componenti dell’Osservatorio Tamoil |Ravelli e Ruggeri

Nell’Osservatorio è presente un interlocutore che è stato condannato per disastro ambientale doloso ed omessa bonifica

| Scritto da Redazione
Lettera aperta ai componenti dell’Osservatorio Tamoil |Ravelli e Ruggeri

Ill.mi signori, in vista della riunione dell'Osservatorio Tamoil prevista per giovedì 26 marzo, non facendone parte, ci rivolgiamo a voi con lo strumento della lettera aperta per sottoporvi un problema che, a nostro parere, presenta delicati profili non solo di opportunità istituzionale, ma anche di credibilità, per tutti gli enti pubblici che tramite un loro rappresentante fanno parte di questo organismo.

Abbiamo appreso che nel predetto Osservatorio, da poco ricostituito con deliberazioni della Giunta comunale, è tuttora presente l'ing. Enrico Gilberti, in qualità di rappresentante di Tamoil Raffinazione S.p.A.

La nostra storia radicale testimonia che non è nostra abitudine puntare il dito contro una persona imputata o condannata all'esito di un procedimento penale, ma non possiamo non chiederci e chiedervi - nell'interesse e per la credibilità dell'Osservatorio - se è davvero ancora possibile ritenere l'ing. Gilberti un interlocutore attendibile dopo la sentenza del giudice Guido Salvini che lo ha visto condannato per disastro ambientale doloso ed omessa bonifica.

Nello specifico, vi facciamo presente che dalle motivazioni della sentenza depositate il 16 febbraio scorso si evince che l'ing. Gilberti:

1 - ha fuorviato gli Enti pubblici in occasione della presentazione dell'autodenuncia del 29.3.2001 presentando una “comunicazione lacunosa, incompleta, palesemente inesatta” che ha “rallentato e compromesso il procedimento amministrativo che in tal modo si è trascinato per molti anni mentre l'uscita e la migrazione del contaminante ancora non si era interrotta”. Tale comunicazione ha gravemente inficiato l'intera procedura di caratterizzazione del sito che, avviata sulla base di presupposti falsi (nessun pericolo di contaminazione delle aree esterne) non ha consentito l'adozione tempestiva da parte di Tamoil delle misure di messa in sicurezza d'emergenza. Misure adottate, in parte e con grave e doloso ritardo, solo a partire dal 2007;

2 - ha dichiarato l'estraneità della società Tamoil in relazione all'inquinamento,  addossandone la responsabilità ad altro soggetto giuridico (Amoco S.p.A.), mentre la documentazione  prodotta in giudizio dimostra inequivocabilmente “l'assoluta continuità nella gestione della raffineria dagli anni '60 ad oggi”. Afferma il giudice: Tamoil è Amoco, Amoco è Tamoil”.

Ci sembrava doveroso manifestarvi queste nostre preoccupazioni e considerazioni prima dell'avvio dei lavori del ricostituito Osservatorio onde evitare che nessuno, fra qualche tempo, possa affermare “io non sapevo”.

Gino Ruggeri e Sergio Ravelli, segretario e presidente dell'Associazione radicale Piero Welby di Cremona

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