Assistente sociale denunciata per mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice
Napoli. Una mamma di Prato (FI) ha denunciato un’assistente sociale del comune di Quarto, Napoli, per mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice. La madre sostiene che il giorno 29 dicembre 2011 si è recata presso la dimora delle figlie per l’incontro prefissato, ma le è stato impedito di vederle. Ha chiamato l’assistente sociale per avere spiegazioni e lei le ha intimato di allontanarsi pena la segnalazione ai carabinieri. Inoltre il nonno le avrebbe riferito che anche le telefonate con le figlie erano state sospese. La sospensione delle visite e delle telefonate non è stata comunicata né alla mamma né all’avvocato che attualmente sono all’oscuro delle motivazioni della sospensione. L’unico avvenimento di rilievo sembra sia stata un’accesa discussione tra la mamma e l’assistente sociale occorsa nei giorni precedenti. La madre ha denunciato anche il fatto che l’assistente sociale avrebbe affermato più volte che lei non era una buona madre e che non voleva che le figlie stabilissero un legame stretto con lei.
“Se le indagini dimostreranno che le accuse della mamma sono fondate si tratta di un abuso molto grave. Impedire a una mamma, ma soprattutto impedire a tre bambine di abbracciare e baciare la loro mamma sulla scorta di un diverbio tra adulti è un fatto vergognoso. Soprattutto perché a farne le spese sono dei minori innocenti che nel periodo natalizio aspettavano la mamma con ansia e trepidazione. Ci auguriamo che la magistratura faccia luce sulla vicenda,” ha affermato il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani. Mentre il legale della mamma, Francesco Miraglia del foro di Modena, ha dichiarato: “Mi auguro che le istituzioni comunali prendano atto del comportamento di questa assistente sociale aprendo un'inchiesta interna, e che anche la Procura della Repubblica prenda in esame quanto denunciato e ne accerti l'eventuale responsabilità, con lo stesso impegno e professionalità che viene riservato alle altre inchieste.”
Il comitato denuncia da anni l’eccessiva invasività di assistenti sociali, psicologi e psichiatri nella vita delle famiglie. A volte, tramite valutazioni soggettive ed opinabili, psicologi e assistenti sociali inducono il Tribunale dei minori a prendere provvedimenti drastici e drammatici, sottraendo i figli alla famiglia, collocandoli nelle comunità, mettendoli poi sotto indagine, analisi e quant’altro. La famiglia, nella maggioranza dei casi, è totalmente impotente di fronte a questo sistema che opera con l’ausilio, se i genitori si rifiutano, della forza pubblica.
Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus
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