Mercoledì, 08 maggio 2024 - ore 21.38

Lombardia chiama Europa

Il 31 marzo il Consiglio affronta la "sessione europea": il programma di lavoro della commissione visto da Milano

| Scritto da Redazione
Lombardia chiama Europa

La costruzione dell'Europa dal basso attraverso la partecipazione delle Regioni al programma di lavoro della Commissione europea. È quello che avviene ormai da alcuni anni e che in Lombardia si concluderà martedì 31 marzo con la seduta di Consiglio ad hoc. L'assemblea è chiamata a dire la propria, approvando una risoluzione che indichi alla commissione le priorità e le necessità del nostro territorio perché ne tenga conto nella programmazione della politica comunitaria. Da settimane in tutte le commissioni consiliari si valuta il documento arrivato da Bruxelles e la maggioranza ha definito una propria risoluzione che il Pd non condivide, perché non centra i temi più importanti, il lavoro prima di tutto, e manca di incisività su fronti determinanti come le politiche di formazione (per la Regione tutto si risolve con le "doti") e la lotta all'inquinamento atmosferico. Sulle delocalizzazioni, inoltre, la Lombardia rivendica autonomia d'azione per i livelli territoriali e guarda con sospetto le iniziative europee.

Il Pd presenterà una propria risoluzione, con cui chiede all'Europa di insistere di più sulle politiche del lavoro: non ci si può rassegnare a una disoccupazione attesa del 9%, anche perché essa non sarebbe distribuita uniformemente in tutta Europa. Nel testo che il Pd proporrà, su cui i funzionari stanno ancora lavorando, al primo punto si intende invitare l'Europa a perseguire "una proposta politica strutturale per il rilancio e la riqualificazione dell'occupazione a garanzia di una vera, solida e duratura ripresa economica e sociale all'interno dell'Unione" e pertanto devono essere "prioritariamente sviluppate e finanziate le misure a sostegno della creazione di nuovi posti di lavoro negli Stati membri, con un'attenzione particolare per i giovani, le donne, i disoccupati di lunga durata e sperimentando forme di "old guarantee" a favore degli over 50". Quanto alle piccole e medie imprese, il Pd chiede che "il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) dia risposte positive alle politiche di internazionalizzazione delle PMI, finalizzate a promuoverne le esportazioni e a contrastare la delocalizzazione produttiva". Tra le altre misure richieste, e si tratta di un programma lungo e complesso, si chiede che i cofinanziamenti per l'utilizzo dei fondi europei possano essere svincolati dal patto di stabilità.

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