Mercoledì, 08 maggio 2024 - ore 14.59

M5S Gestione cani randagi . Il comune di Cremona agisce nella illegalità

Il comune di Cremona ha bandito una gara d’appalto per l’affidamento, a partire dal 1 luglio 2016, dellagestione del servizio di ricovero e mantenimento dei cani randagi.

| Scritto da Redazione
M5S Gestione  cani randagi . Il comune di Cremona agisce nella illegalità

I cani quando vengono trovati dovrebbero essere ricoverati nel canile sanitario, messo a disposizione dell’ASL dal Comune (  art.n. 108/a  Legge Regionale 30 dicembre 2009 n.33) dove rimangono per 10 giorni. Passati i 10 giorni passano nel canile rifugio per essere messi in adozione.Ora il comune di Cremona non ha mai costruito il sanitario, anche se a questo scopo aveva, al fine di raccogliere fondi , imposto una specie di tassa ai comuni convenzionati di 1.000 euro ciascuno e aveva dato vita alla campagna di raccolta offerte da parte dei cittadini   “qua la zampa”.

 Il comune non avendo a disposizione un canile sanitario  ha concesso all’ASL,  come  canile sanitario, una parte   di canile rifugio che L’ASL ha gestito in deroga al  Regolamento Regionale n.2 del 5 maggio 2008 (che dettava i requisiti delle strutture) .  Il Comune , nel frattempo,  avrebbe dovuto costruire un canile sanitario. L’ASL  ha deciso  al 31 dicembre 2016 , alla scadenza della convenzione,di non accettare più  la struttura non a norma, anche se confortevole, messa a disposizione dal Comune.

 Per risolvere il problema del canile sanitario che da 9 anni  si trascina e che avrebbe dovuto costruire, il Comune di Cremona  ha fatto una gara di appalto richiedendo che :

-I partecipanti avessero nella stessa struttura sia il sanitario che il rifugio ( cosa che nessuna legge prevede e che era mirata ad escludere l’Associazione Zoofili )

-che la struttura si trovasse in provincia di Cremona

-che la distanza fosse adeguata ,( criterio assolutamente discrezionale e non un parametro di riferimento che è invece quello riportato nella legge 33 del 2009 art.n.8  che recita chiaramente “ il canile rifugio… deve essere ubicato entro 30 chilometri dal comune appaltante”)

-il comune fissava una cifra di gestione  annuale  imponendo una serie di figure professionali, educatore, e  personale di  di servizio ,più tutte le spese sanitarie e di strilizzazione che riducevano la somma da gestire  per il benessere concreto degli animali assolutamente insufficiente,( tanto che nessuna delle strutture che avevano i requisiti strutturai ha partecipato)

 Mancando di canile  sanitario il Comune, con le clausole del bando che di fatto non era certo aperto,   escludeva a priori la partecipazione della Associazione Zoofili Cremonesi che non solo ha fondato  ma che da 40 anni gestisce il rifugio.  Le due sole strutture che potevano partecipare e  presenti in provincia,  erano  il canile di Calvatone e quello di  Vaiano Cremasco  solo che entrambe si trovano al di  fuori dei 30 chilometri dal comune appaltante (come prevede  la Legge Regionale 33 del 2009 art n. 8.)  Alla gara si è presentato un solo concorrente: la clinica San Francesco di Brescia la cui  offerta è stata dichiarata dalla commissione  inammissibile

Poiché la Clinica ha minacciato di ricorrere al TAR (facendo probabilmente riferimento  alla Legge Regionale n. 16 del 2006 art.6/ 1, abrogata dal Regolamento Regionale di attuazione 5 maggio 2008 n.2)  il comune, che ne aveva dichiarato l’inammissibilità, per cautelarsi fa marcia indietro e le  affida l’incarico senza tener conto che la Clinica non possiede i requisiti richiesti dal bando:

-non ha un canile sanitario, infatti dall’anagrafe veterinaria della Regione Lombardia  risulta che l’unico canile sanitario presente nella provincia di Brescia e quello dell’ASL la quale , ovviamente, non potrebbe cederne parte per consentire ad altri di svolgere quella che è la sua attività istituzionale;

-la struttura si trova fuori provincia;  la distanza supera di molto  il limite di 30 chilometri fissato dalla Legge regionale succitata,

-l’offerta economica  fatta dalla Clinica San Francesco  offre un ribasso del 33% , pari a più di un terzo di ribasso sulla cifra base d’asta che secondo la normativa europea sugli appalti appare assolutamente non congrua per l’eccessivo ribasso.

 Nessuna normativa prevede che il “ canile sanitario” si trovi nella stessa struttura del “ canile rifugio”  né prevede la distanza dal comune appaltante.

Il canile Rifugio , che è stato alienato dal Comune ed acquistato dalla Associazione Zoofili Cremonesi è una struttura che possiede tutti i requisiti previsti dalla normativa vigente (Legge  Regionale 2008 n.2 artt. 12 – 13)  sia come struttura zoofila privata che come canile rifugio.

Il bando di gara, che avrebbe dovuto mettere una pezza alle inadempienze del Comune  nei confronti dell’ASL, avrebbe potuto essere formulato in modo diverso e peraltro del tutto legittimo, facendo due bandi, uno per ciascuna struttura

L’Associazione Zoofili Cremonesi, che ovviamente si è voluto escludere dalla gara,  aveva cercato dopo la scadenza della convenzione il 31/12/2015  di addivenire ad una trattativa con il Comune e si era dichiarata disponibile a costruire con i propri fondi il “ canile sanitario”. Il costante rinvio di qualsiasi decisione da parte della Amministrazione ha portato alla situazione attuale.

Situazione non certo favorevole per i cittadini ai quali viene sottratto un servizio

Spostare il “ canile sanitario” fuori città non avrebbe creato nessun problema alla cittadinanza, mentre trasferire altrove, come a Brescia, il “ canile rifugio” significa creare un grosso disagio ai cittadini che dovessero perdere il cane. Dovrebbero innanzitutto avere un’automobile perché il canile è in estrema  periferia, perdere un giorno di lavoro perché il canile è aperto  in orari lavorativi e non tutti i giorni ( per gli anziani trovare qualcuno che li accompagni), sperare di trovare il cane, pagare 80 euro per le spese di cattura più le spese di pensione giornaliera, più le spese di autostrada e di benzina!! Un costo veramente significativo: due giorni all’incirca 150 euro!!

Situazione non certo rosea per i quattro dipendenti del rifugio di Cremona , con famiglia a carico che si trovano senza lavoro, né per i cittadini che vedono parte delle tasse da loro pagate al comune di Cremona spostate a beneficio di un’altra provincia, né infine per il comune di Cremona che sarebbe l’unico comune d’Italia a non avere un “canile rifugio”.

Il comportamento del comune oltre ad   evidenziare  la confusione e la contraddizione in cui gli organi amministrativi agiscono in quanto accettano come buoni requisiti che avevano esclusi a priori per cui “ vale tutto e il contrario di tutto”   genera nei cittadini sconcerto, diffidenza e disaffezione nei confronti  dell’ amministrazione.

Per evidenziare la superficialità con cui il Comune, fino all’ultimo agisce,  basta leggere le dichiarazioni che il dott. Olzi ha rilasciato sulla “ Provincia” del  6 luglio  per giustificare il trasferimento a Brescia dei cani. Dichiarazioni che  lasciano , a dir poco, perplessi specie se si pensa che a farle è il Presidente dell’Ordine dei Veterinari . Presenta i cani  come oggetti da televendita che chiunque può comodamente scegliere stando a casa in poltrona. Come comportamentista dovrebbe sapere che il cane non è un oggetto da scegliere in catalogo, occorre fare un colloquio con il futuro affidatario per verificarne l’idoneità a detenere il cane che ha scelto il quale ha sue caratteristiche comportamentali precise, verificare il posto dove andrà a vivere e, una volta affidato effettuare visite di controllo.

Per quanto riguarda il sicuro aumento delle adozioni a distanza   significa in pratica che il cane è condannato a restare in canile a vita perché qualcuno pagherà il suo mantenimento e che il gestore di conseguenza aumenterà le sue entrate: è una politica a favore del cane?

Per quanto riguarda i servizi richiesti dal bando e offerti sono tanti, ma i soldi sono pochi visto che sulla base d’asta , già all’osso, è stato fatto un ribasso del 33%., per cui se si tolgono i costi dei servizi quello che effettivamente resta per i cani è ben poco.

i nostri politici  oggi vogliono portar via il canile e domani? Porteranno via i servizi sociali?

Tutti  sono invitati  sabato e domenica al rifugio  per veder di persona  la struttura ,  e per valutare le scelte “politiche”  che sta facendo questa amministrazione.

Prof.ssa Maria Lucia Lanfredi ( Consigliere Comunale Cremona M5S) 

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