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Ma io che sono ateo che c’entro con il Natale?| G.C.Storti

| Scritto da Redazione
Ma io che sono ateo che c’entro con il Natale?| G.C.Storti

Ma io che sono ateo che c’entro con il Natale?| G.C.Storti
Il Natale è la festa del mondo cattolico per eccellenza.  Come dice un mio amico “ Il Natale è un evento straordinario che si ripete ogni anno, quando la gran parte della popolazione mondiale accoglie con il pensiero, la preghiera e la pausa dalla vita quotidiana la venuta sulla terra di Nostro Signore.Il ripetersi ogni anno del Natale è un simbolo di speranza e cambiamento: la Rinascita di Gesù, puntuale ogni anno, è infatti per noi tutti tempo per bilanci, prospettive e progetti personali”
Ma io che sono ateo che c’entro con il Natale?
Oggi il Natale non è solo la festa dei cattolici. Il suo significato si è allargato: dalla sola sfera religiosa a quella sociale. Al Natale sono abbinate parole quali povertà, solidarietà, pace, emarginazione, migranti, lavoro, accoglienza, speranza nel futuro.
Quindi non solo festa religiosa ma anche della solidarietà e dell’impegno a contribuire e risolvere le ingiustizie  del mondo.

Però il Natale è anche l’abbuffata dei consumi, dello sfarzo, degli sprechi.
Se i consumi per Natale aumentano l’economia va bene. I consumi durante il Natale sono quindi la spia o della crisi e della ripresa.

Il consumismo però è un valore o una maledizione? Sicuramente in questi momenti di crisi economica  la società consumistica  emargina i poveri, li esclude dai banchetti, dai regali, dal futuro.

Lo spirito caritatevole ci assale ed allora ci ricordiamo di quella famiglia di poveri ( agari extracomunitari) dei loro bambini che non hanno nulla ed a cui desideriamo fare un regalino per includerli e per essere a posto con la nostra coscienza.

Come tutte le cose anche il Natale ha più facce. A me piace quella che permette, in sobrietà, di incontrarsi con amici e parenti per passare qualche ora assieme, per ricordare i nostri percorsi di vita, riderci su  e pensare a come fare per migliorare il futuro.

Ecco il Natale è una pausa benefica che permette di riflettere e riprecisare le strategie per ripartire, anno dopo anno, a come contribuire che il mondo migliori e renda più uguali le persone.
Il Natale è anche la festa delle famiglie, non solo quelle che la tradizione ci ha tramandato ( uomo-donna e figli) ma anche di quelle che la società ha costruito e costruirà ( coppe gay anche con figli, conviventi ecc. ).

Insomma il Natale dovrebbe essere la giornata della tolleranza e della fratellanza , “un simbolo di speranza e cambiamento e per noi tutti tempo per bilanci, prospettive e progetti personali”.

Sicuramente papa Francesco, così uomo e fra la gente, dà a questa giornata il timbro della sobrietà.

2013-12-25

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