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Mafia e corruzione | Rosario Amico Roxas

| Scritto da Redazione
Mafia e corruzione | Rosario Amico Roxas

Corruzione, Severino: presto via al ddl

è il momento giusto, priorità lotta a mafia

(Il Messaggero del 19 feb.2012)

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Un'affermazione, questa del ministro, che vorrebbe indicare delle priorità, come se ci fosse una gerarchia del malaffare: prima la mafia, poi la corruzione. Segno che non si è capito nulla nè della mafia nè, tanto meno, della corruzione.

Mafia e corruzione sono legati indissolubilmente con una conseguenzialità nel tempo e nello spazio.

Ciò che li unisce è il metodo che conduce alla violenza privata; la mafia ha imparato che si ottiene molto di più esibendo modi da cerimoniere, colletti bianchi, orologio d'oro e abiti di alta sartoria; la frequentazione dei salotti buoni ( che si distinguono dai salotti cattivi solo per l'entità  dei reati) diventa elemento prioritario per accedere alla credibilità;  a sua volta i corrotti, i corruttori e i corruttibili, hanno imparato dalla mafia il concetto portante del "do ut des", facendolo diventare un modus vivendi, attuale, indispensabile e il solo che si intreccia indissolubilmente con il capitalismo liberista di berlusconiana memoria.

Quando i corruttori e/o  i mafiosi (si può essere anche l'uno e l'altro) vengono pizzicati con i quattrini in bocca, interviene il potere che li scagiona, li assolve e punisce la magistratura che ha indagato.

La casta è mafia, la mafia è violenza privata, la violenza privata è liberismo che favorisce il più forte e lo sostiene, così come il più forte sosterrà il potere per proseguire nel circolo vizioso del malaffare.

 

Rosario Amico Roxas

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