Corruzione, Severino: presto via al ddl
è il momento giusto, priorità lotta a mafia
(Il Messaggero del 19 feb.2012)
***
Un'affermazione, questa del ministro, che vorrebbe indicare delle priorità, come se ci fosse una gerarchia del malaffare: prima la mafia, poi la corruzione. Segno che non si è capito nulla nè della mafia nè, tanto meno, della corruzione.
Mafia e corruzione sono legati indissolubilmente con una conseguenzialità nel tempo e nello spazio.
Ciò che li unisce è il metodo che conduce alla violenza privata; la mafia ha imparato che si ottiene molto di più esibendo modi da cerimoniere, colletti bianchi, orologio d'oro e abiti di alta sartoria; la frequentazione dei salotti buoni ( che si distinguono dai salotti cattivi solo per l'entità dei reati) diventa elemento prioritario per accedere alla credibilità; a sua volta i corrotti, i corruttori e i corruttibili, hanno imparato dalla mafia il concetto portante del "do ut des", facendolo diventare un modus vivendi, attuale, indispensabile e il solo che si intreccia indissolubilmente con il capitalismo liberista di berlusconiana memoria.
Quando i corruttori e/o i mafiosi (si può essere anche l'uno e l'altro) vengono pizzicati con i quattrini in bocca, interviene il potere che li scagiona, li assolve e punisce la magistratura che ha indagato.
La casta è mafia, la mafia è violenza privata, la violenza privata è liberismo che favorisce il più forte e lo sostiene, così come il più forte sosterrà il potere per proseguire nel circolo vizioso del malaffare.
Rosario Amico Roxas