L'ITALIA E' SEMPRE PIU DIPENDENTE DALLA RUSSIA SULPIANO ENERGETICO
Il colosso italiano e quello russo creano una joint-venture per lo
sfruttamento dei giacimenti nel mare di Barents e nel Mar Nero ricchi di
gas e greggio a condizioni di una certa rilevanza finanziata per il Cane a
Sei Zampe, che sarà costretto a un ingente esborso economico e a una quota
minoritaria nel progetto. il Precedente della Exxonmobile.
Il cane a sei zampe potrà zampettare nelle lande ghiacciate dell'Oceano
Artico ricche di gas e greggio, ma lo farà a caro prezzo sia economico che
politico. Nella giornata di mercoledì, 25 Aprile, il colosso energetico
italiano ENI e quello russo Rosneft hanno firmato un protocollo d'intesa
che consente all'ente di San Donato l'accesso allo sfruttamento dei
giacimenti del Mare di Barents e di alcuni siti del Mar Nero.
L'accordo, che è stato raggiunto e firmato a Mosca, alla presenza del
Presidente russo, Vladimir Putin, prevede la creazione di una joint-venture
tra Rosneft ed ENI che, a partire dal 2015, sarà impegnata in lavori di
sfruttamento per un investimento pari a 125 miliardi di Dollari.
Oltre all'opportunità di accedere ad alcuni dei giacimenti più ricchi del
pianeta, per ENI l'intesa con Rosneft significa nel breve termine costi e
concessioni di quantità rilevante. Il colosso energetico italiano si è
impegnato a cedere ai russi partecipazioni in importanti progetti in Africa
settentrionale - dove già l'Italia ha visto drasticamente ridimensionassi
il proprio ruolo n seguito alla guerra di Libia del Marzo 2011 - e a pagare
le spese per la realizzazione degli studi geologici, pari a 2 miliardi di
Dollari. Inoltre, nella joint-venture che si andrà a creare, ENI possederà
solo il 33,3% delle azioni, mentre ai russi resterà il 66,7%.
Come osservato dall'autorevole centro di analisi OSW, l'accordo tra ENI e
Rosneft rientra nella serie di stretti contratti che il colosso russo sta
stringendo con altri enti dalla cospicua rilevanza, attratti dalla promessa
delle autorità russe di concedere sconti e agevolazioni economiche a quelle
compagnie che accetteranno di investire in progetti ubicati nella
Federazione Russa o nei giacimenti da essa controllati.
Il caso più eclatante è stata l'intesa firmata tra la Rosneft e il colosso
statunitense ExxonMobile, che ha riguardato proprio lo scambio di
compartecipazioni in importanti progetti di sfruttamento di giacimenti nel
Mare di Barents, nel Mar Nero e anche nel Mare di Kara.
Rosneft come Gazprom
Per l'Italia l'accordo firmato con Rosneft inasprisce il legame - e la
dipendenza - che unisce Roma a Mosca sul piano energetico, sul quale il
colosso ENI già è noto per essere uno dei principali partner mondiali di
Gazprom: l'ente che detiene il monopolio della compravendita e
dell'esportazione di gas in Europa.
L'asse tra ENI e Gazprom è tanto forte al punto che a più riprese il
monopolista russo si è avvalso dell'aiuto proprio delle compagnie alleate -
tra cui il Cane a Sei Zampe - per affossare progetti varati dalla
Commissione Europea con la finalità di diminuire la dipendenza energetica
del Vecchio Continente dalle esportazioni di oro blu provenienti dalla
Russia.
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Matteo Cazzulani
Free Lance Journalist
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E' uscito il mio libro "La Democrazia Arancione, Storia dell'Ucraina
dall'Indipendenza alle presidenziali 2010" ed. LibriBianchi. Parte dei
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