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Padania Acque Il mondo dell’acqua riunito a Mantova: operatori a confronto su direttive europee

Mantova, 15 febbraio 2019 – Quadro normativo, modelli di gestione, disponibilità e consumo sostenibile, investimenti e relativi finanziamenti: l’acqua è sempre più al centro di un ampio dibattito, che investe i gestori e le loro federazioni, i tecnici, il legislatore, insieme alle istituzioni e agli enti di regolazione.

| Scritto da Redazione
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Padania Acque Il mondo dell’acqua riunito a Mantova:  operatori a confronto su direttive europee

Mantova, 15 febbraio 2019 – Quadro normativo, modelli di gestione, disponibilità e consumo sostenibile, investimenti e relativi finanziamenti: l’acqua è sempre più al centro di un ampio dibattito, che investe i gestori e le loro federazioni, i tecnici, il legislatore, insieme alle istituzioni e agli enti di regolazione.

Questi aspetti sono stati al centro del convegno “Acqua potabile, nuova direttiva europea e modelli di governance delle aziende pubbliche”, organizzato oggi da “Acque e città della via Postumia Cremona, Mantova e Verona" - costituita da Padania Acque, Gruppo Tea e Acque Veronesi -, con il patrocinio di UTILITALIA e di CONFSERVIZI Cispel Lombardia.

L’acqua, la sua accessibilità e qualità, sono di vitale importanza ed è altrettanto importante fare chiarezza anche rispetto al ruolo che le nuove direttive affidano ai gestori.

La Commissione Europea ha pubblicato un anno fa un’ambiziosa proposta di revisione della Direttiva sulla qualità dell’acqua potabile. La proposta della Commissione innova su tre dimensioni: un nuovo e più rigoroso approccio per assicurare la qualità dell’acqua e la salute umana, una vigorosa spinta ad accrescere informazione e trasparenza per i cittadini, e chiari obblighi per fare di più per assicurare l’accesso all’acqua per tutti.

Temi di grande attualità e interesse, approfonditi attraverso i contributi portati dalle significative esperienze europee di Eric Smit, presidente Société Wallonne des Eaux , e da Pablo Sanchez Centellas, responsabile Comunicazione European Public Service Union, da UTILITALIA, la Federazione nazionale che riunisce i gestori del ciclo idrico integrato, e dall’intervento dell’onorevole Federica Daga che ha illustrato la proposta legislativa di riforma del settore in Italia (oltre 2mila imprese, per la quasi totalità società pubbliche o miste, che occupano all’incirca 40mila persone).  

Di grande rilevanza, inoltre, l’aspetto della sostenibilità finanziaria dei Piani di investimento sulle reti, come hanno illustrato Alessandro Lanfranchi, amministratore delegato Padania Acqua e coordinatore Commissione Acqua, Confservizi CISPEL Lombardia, e Viviane Iacone, dirigente Struttura Servizi Idrici Regione Lombardia.

“Garantire la fornitura di un’acqua sicura, sotto il profilo sanitario, il più possibile integra, sotto il profilo organolettico, a costi sostenibili e controllati, assicurandola anche ai non abbienti, in attuazione del diritto umano all’acqua – ha evidenziato Paola Briani, amministratore di Acque Veronesi - è l’obbiettivo precipuo dei gestori pubblici, che in questa occasione si sono confrontati anche con società europee, nell’ottica della realizzazione di un cammino da condividere anche con le forze politiche, al fine di poter mettere in campo le risorse finanziarie necessarie, richieste dagli ambiziosi investimenti imposti dalla nuova direttiva sull’acqua potabile, ma anche le migliori risorse umane, per la realizzazione di processi virtuosi di gestione. Auspico che quello di oggi sia l’inizio di un percorso di cooperazione, studio e approfondimento tra le nostre tre società della via Postumia al quale possano partecipare anche altri gestori per una sempre maggiore condivisione di valori ed esperienze”.

“Dopo la discussione in Parlamento Europeo – ha commentato Milo Fiasconaro, segretario generale Acqua Pubblica Europea -  la proposta della Commissione è ora arenata da qualche mese al Consiglio della Ue, per divergenze tra i governi nazionali su diversi punti, tra cui quello del diritto all’acqua. Chiediamo ai governi nazionali uno sforzo di generosità e lungimiranza che contribuirebbe al rafforzamento della Ue come spazio del progresso ambientale e sociale. Una volta approvata, l’implementazione della nuova direttiva rappresenterà una sfida significativa per tutte le aziende idriche, che dovranno coniugare requisiti qualitativi più stringenti, equilibrio economico, e diritto all’acqua. Ma le aziende pubbliche europee sono già pronte ad affrontare la sfida, forti di un modello che genera e distribuisce valore per il territorio locale e forti di un impegno all’efficienza per l’interesse di tutti e non solo di qualche azionista”.

Il Presidente di Padania Acque Claudio Bodini ha illustrato il modello pubblico di gestione del servizio idrico integrato a partire dalla realtà cremonese e lombarda: “Le aziende pubbliche in house come Padania Acque e le altre sette società che insieme hanno costituito il gruppo Water Alliance - Acque di Lombardia sono un esempio di efficienza industriale. La nostra “alleanza regionale dell’acqua” è la più grande rete d’imprese pubbliche in Italia: quasi 6 milioni di cittadini serviti (il 56% della Lombardia), circa 1.000 comuni, 52mila Km di rete acquedottistica e fognaria, circa 60 milioni di utili all’anno, 1 miliardo di investimenti per il quinquennio 2018-2022. L’esperienza di Water Alliance insegna che le società dell’idrico possono e devono lavorare insieme, condividere competenze, obiettivi e buone pratiche per migliorare continuamente la qualità del servizio e dell’acqua potabile. Acque e città della via Postumia – ha concluso Bodini – rappresenta la volontà di fare rete e di rafforzare il legame tra le nostre aziende e i nostri territori, ricchi dell’acqua dei nostri fiumi e laghi, che possono vantare un’acqua del rubinetto pura e buona da bere”.

“In Italia quello del servizio idrico integrato – ha spiegato Giordano Colarullo, direttore generale di Utilitalia – è un comparto in movimento che, grazie anche alla regolazione dell’ARERA, ha visto aumentare gli investimenti e migliorare la qualità del servizio erogato ai cittadini. Nell’ultimo quadriennio la media degli investimenti pro capite è passata da 34,4 a 41,5 euro, di cui il 76,6% finanziato da tariffa e il restante 23,4% proveniente da contributi e finanziamenti pubblici. Di certo molto resta ancora da fare: in alcune aree del Paese la riforma del comparto è ancora incompiuta e in altre va consolidata con maggiori investimenti. Nonostante negli ultimi 25 anni il numero di operatori si sia ridotto dell’80%, sono ancora oltre 2000 i Comuni a gestione diretta: a fronte di un investimento medio realizzato dai gestori industriali superiore a 35 euro per abitante l’anno, i Comuni ‘in economia’ hanno investito mediamente 4 euro; l’80% degli agglomerati oggetto di condanna europea per violazione della direttiva europea sul trattamento delle acque reflue urbane, inoltre, è gestito ‘in economia’ o attraverso forme non conformi alla legge”.

“Per garantire un uso sostenibile e solidale dell’acqua – ha sottolineato Massimiliano Ghizzi, presidente Gruppo Tea - in un'ottica di tutela della risorsa ma anche di sviluppo del territorio e di salvaguardia ambientale, nella provincia mantovana come in quelle di Cremona e di Verona, sono necessari modelli di gestione improntati all'efficienza e all'efficacia, in un quadro normativo stabile e certo. Servono inoltre importanti investimenti infrastrutturali e dedicati al miglioramento delle competenze in termini di gestione industriale. A questo si deve unire una governance quanto più possibile integrata con l'ambiente e il territorio. Mantova, in particolare, dovrà approvare il proprio nuovo piano d'ambito che prevede un ambizioso scenario per gli investimenti da realizzare, ma che comporta anche l'integrazione di tutte le società del territorio”.

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