Come si sa il rapporto “padri e figli” è sempre stato, se non conflittuale, almeno di confronto fra generazioni.
Tutto dovrebbe ritenersi nella norma se si ritiene che ogni generazione in formazione debba o possa progettarsi una vita migliore o diversa.
La natura di questi rapporti ha avuto sviluppi diversi se si allocano nella varie fasi storiche della travagliata vicenda umana.
I momenti storici hanno sempre influito anche sui rapporti umani, compresi ovviamente quelli famigliari.
Se diamo quindi uno sguardo al passato constatiamo che la famiglia ha sempre avuto un grande peso nella formazione e nella educazione di figli.
Anche la scuola, di impronta laica o religiosa, ha avuto altrettanto peso.
Questo ruolo, in ambedue i casi, ha perso consistenza con l’evolversi delle forme di comunicazione moderna.
Non è sempre così, ovviamente, ma la tendenza alla perdita di centralità, della famiglia e della scuola, permane.
I motivi possono essere tanti, ma proviamo ad elencarne alcuni:
-I genitori e la scuola non sanno trovare o non hanno gli strumenti adeguati alla educazione dei figli: cultura, risorse;
-i mezzi di comunicazione sono talmente rapidi ed in continua trasformazione che la vecchia generazione non riesce ad aggiornarsi in tempo utile;
-la prima evidenza risulta essere una diversa formazione di linguaggio , sia di natura semantica sia che sia trasmesso con vettori di ultima “generazione”;
-la diversa consistenza familiare ed il suo evolversi nella società ha “lasciato” i suoi componenti più giovani alla mercé della comunicazione di massa.
Come ovvio le considerazioni hanno peso o valore diverso quando sono inserite in un tessuto sociale e politico diverso, per storia e sviluppo sociale : ma anche con riferimento ai vari “credo” religiosi.
Se proviamo a restringere il campo , constatiamo che nel nostro amato bel paese i giovani si trovano ora spiazzati allorquando cercano di progettare il loro futuro.
I giovani si sono accorti o si stanno accorgendo che la loro vita non sarà migliore dei loro padri, come avvenuto in passato.
E’ colpa delle rapidissime trasformazioni in campo mondiale o è colpa di padri poco previdenti ed egoisti ?
Forse i due casi hanno una loro consistenza pro-quota.
La rapida evoluzione di popoli , prima poco influenti in campo economico , ha rimesso in discussione l’equilibrio economico e sociale di altri popoli : compreso il nostro.
La dimostrazione dei vasi comunicanti ha il suo peso anche in politica ed in economia: appena ne stappi uno, prima occluso, il sistema si ri-allinea( verso il basso ovviamente).
Ma anche i nostri padri hanno le loro colpe .
Senza procedere alla distribuzione di colpe risulta ora evidente che spesso i padri hanno provveduto a tutelare i loro privilegi.
Hanno semplicemente scaricato la soluzione di quasi tutti i problemi sulle generazioni future.
Hanno saputo fare debiti materiali e debiti di formazione sociale e politica.
La politica e le rappresentanze sociali non sono esenti da colpe.
E’ senza dubbio azzardato generalizzare, ma le conseguenze sulla società le vediamo ormai evidenti.
Voglio concludere queste poche note con la convinzione che la nostra società ha ancora riserve di alto valore morale e civile.
Non possiamo aspettare solo il “salvatore” : io resto nella convinzione che il “ bel paese” ha ancora risorse ben riposte nell’ambito della famiglia e della scuola.
Le risorse rimaste vanno messe in opera e subito in tutti “i campi” : pena la decadenza del bel paese, peraltro già in atto.
Cordialità e buon lavoro.
MARIO SUPERTI
CREMONA
PADRI E FIGLI | M. Superti
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