Giovedì, 12 dicembre 2024 - ore 10.50

Pensioni.E gli immigrati pagano

| Scritto da Redazione
Pensioni.E gli immigrati pagano

I contributi al sistema previdenziale dei lavoratori immigrati sono determinanti per pagare le pensioni degli italiani
E loro pagano!
E' evidente che l’apporto positivo, che al momento è fortissimo, è destinato a durare ancora a lungo, soprattutto se si riuscisse a ridurre il lavoro nero a cui molti stranieri sono costretti
Essenziali per le nostre pensioni. Il quadro che esce dal IV Rapporto sui lavoratori di origine immigrata negli archivi Inps non lascia spazio a contestazioni. I lavoratori stranieri versano nelle nostre casse previdenziali qualcosa come 7,5 miliardi di contributi (il dato è al 2008 e corrisponde al 4% del totale annuo di incassi dell’Inps). A fronte di questa cifra al 1° gennaio 2010 l'Inps ha pagato 278.150 pensioni a persone nate all’estero, di cui 247.851 a carattere strettamente previdenziale e 30.299 a carattere assistenziale (pensioni e assegni sociali, escluse le pensioni di invalidità civile), per un importo complessivo di 2 miliardi e 329 milioni di euro, di cui meno di un decimo per prestazioni pagate all’estero (224 milioni di euro, corrispondenti al 23% delle prestazioni in esame).

La maggior parte di queste pensioni è però pagata a italiani nati all’estero e poi rimpatriati, mentre secondo la stima del Rapporto, sarebbero solo circa 110.000 i pensionati stranieri veri e propri. In 7 casi su 10 (70,7%) si tratta di prestazioni corrisposte a donne e, per la grande maggioranza a persone nate in Europa (169.928, 61,1%), in particolare nei Paesi dove è stata alta la nostra migrazione: 45.368 in Francia, 18.096 in Germania, 11.474 in Svizzera. Iniziano, però, a essere significative anche quelle relative ai Paesi protagonisti dei più recenti flussi verso l’Italia: Albania 7.975, Romania 5.334, Polonia 3.012. Ovviamente aumenteranno nel futuro: si stima che nel 2015, i pensionati stranieri saranno 26.500 in più (pari al 3,6% degli ingressi in età pensionabile) e nel 2020 di 42.000 (5,4% degli ingressi). Nel 2020, quindi, i probabili pensionati stranieri saranno il 6% dell'intera popolazione immigrata contro il 26,3% della media italiana. Infine nel 2025 saranno potenzialmente circa 625.000 (8% dei residenti stranieri, circa 1 ogni 12,5 contro il 28,2% della popolazione complessiva, 1 ogni 3,5).


E' quindi evidente che l’apporto positivo, che al momento è fortissimo, è destinato a durare ancora a lungo, soprattutto se si riuscisse a ridurre il lavoro nero a cui molti stranieri sono costretti. Basti pensare che nel 2009 il bilancio dell’Inps ha avuto un avanzo positivo di 6,9 miliardi di euro, sul quale hanno influito positivamente i contributi degli immigrati.


La nostra spesa pensionistica assorbe il 60,5% di tutto il sistema previdenziale: siamo il secondo Paese dell'Unione europea (prima di noi c'è solo la Polonia con il 61,2%). L’incidenza complessiva sul Pil è in media del 7,2% nei paesi dell’Ocse, mentre in Italia arriva al 14%, anche perché da noi una persona ogni 5 ha più di 65 anni.

di Francesco Bianco

fonte: http://www.mixamag.it/in-primo-piano/56/E_loro_pagano_

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