Sabato, 20 aprile 2024 - ore 03.27

Per la comune battaglia | Rosario Amico Roxas

| Scritto da Redazione
Per la comune battaglia | Rosario Amico Roxas

E’ il titolo in oggetto di una mail inviatami (forse) per conoscenza dalla sig.ra Beatrice Rangoni Machiavelli, contenente una lettera indirizzata  al Ministro della Giustizia, Paola Severino Di Benedetto, nella quale viene sollecitato un testo di legge rigoroso per quanto riguarda la lotta alla corruzione.

Un testo di legge che non piacerà ai corrotti, non piacerà ai corruttori e non piacerà ai corruttibili, per cui

non piacerà alla totalità dei parlamentari PdL, ad una buona parte del Terzo Polo e non piacerà ad una larga fetta del PD, per cui avrà vita difficile, come vita difficilissima ha avuto, fino all’aborto, l’ipotesi di una patrimoniale in grado di colpire coloro che hanno goduto delle protezioni politiche per dilatare il loro patrimonio a spese della popolazione  dilatando a dismisura il debito pubblico.

La sig.ra Beatrice Rangoni Machiavelli  (tralascio i titoli nobiliari perché nulla aggiungerebbero al serio contenuto della lettera al ministro), appartiene a quell’alta borghesia (una volta nobile) che fu il perno centrale del liberalismo ottocentesco, che modernizzò la struttura economica dell’intera Europa.

E’ la medesima alta borghesia che  da sempre ha snobbato Berlusconi fautore di un liberalismo personalistico, ben presto alterato in liberismo, forte del denaro malguadagnato, dell’arroganza del potere e del perverso fascino della corruzione.

Il liberismo berlusconiano si compone di quei parvenu, con “fabrichetta”, moglie tritadollari e amante con boutique in via Montenapoleone; evasori per convinta formazione mentale, arroganti grazie alle protezioni governative che hanno facilitato la loro vita, garantendo sanatorie, condoni e scudi fiscali, permettendo il falso in bilancio, chiudendo entrambi gli occhi sulle evasioni fiscali e sul trasferimento di capitali all’estero, in cambio dell’appoggio politico ed elettorale, il più delle volte ricattatorio.

Ma il liberalismo dentro il quale è cresciuta l’alta borghesia piemontese, lombarda e veneta non ha ancora compiuto il passo verso la Storia transitando dall’individualismo  all’umanesimo per riconoscere agli uomini ,e a tutti gli uomini, parità di diritti e parità di doveri.

Ancora si accetta l’idea di un capitalismo esclusivo del denaro, mentre si discute di “mercato del lavoro”, come se il lavoro fosse una merce da esporre nelle bancarelle della società civile, in attesa dell’acquirente che stabilisca il prezzo, ignorando il “valore” del lavoro come funzione prioritaria dell’uomo.

Il liberalismo fece grandi passi avanti nel riconoscimento della solidarietà interclassista, ma rimaneva la distinzione delle classi, causata dalla nascita e dal censo, che non ha permesso la realizzazione di una vera democrazia, perché, privata della solidarietà non esiste democrazia.

Ciò ha causato eccessi opposti, come quel famigerato manifesto dell’estrema sinistra, durante il governo  Prodi che recitava “Anche i ricchi piangono”; non fu altro che la riproposizione della vetusta lotta di classe, ben accettata dal governo successivo di Berlusconi, che ingaggiò una lotta di classe serrata, penalizzando le classi più deboli e sfruttando il lavoro. Così a piangere furono sempre gli stessi.

La crisi attuale sta segnando la fine del capitalismo liberista, ma senza avanzare ipotesi futuribili, stante le posizioni assunte che non dimostrano di voler essere aperte al dialogo costruttivo.

Se muore il “capitalismo liberista” targato Berlusconi, allora  viva  il “capitalismo sociale” che non ha un padrone o un padrino, ruolo che potrebbe essere assunto la liberalismo qualora compisse quel passo avanti  verso la Storia, realizzando un “capitalismo del terzo millennio”, nel quale si dona ampio riconoscimento al capitale-lavoro, unico e solo possedimento di quanti, per vivere, non possono contare che sulla propria capacità lavorativa.  Riacquisterebbe una dimensione umana anche il capitale-denaro, riproponendosi come metodo per promuovere il progresso e con il progresso lo sviluppo.

Si tratterebbe di un associazionismo sociale, con ruoli differenziati ma finalità uniche, composte  dal riconoscimento della dignità del lavoro e del suo valore umano, sociale, antropologico e dall’accettazione del capitale-denaro come mezzo per promuovere il progresso e, nel processo,  l’affermazione  dell’umanesimo come comune  aggregante della nazione, delle nazioni e del mondo.

La lettera della sig.ra Beatrice Rangoni Machiavelli ha l’autorevolezza per essere recepita dal ministro, mentre questa mia faticherà ad entrare nel circuito della mia rubrica, ma, sempre contando sull’autorevolezza della persona, Presidente dell’ECOSOC europeo (Economic and Social Council,  Consiglio economico e sociale dell'ONU  n.d.r.), potrebbe farsi promotrice di un avanzato liberalismo sociale che non rinnega il passato  ma si proietta nel terzo millennio, unendo e associando i mezzi produttivi con la forza lavoro.

 

Accludo la nobile lettera della sig.ra Beatrice Rangoni Machiavelli diretta al ministro, come gesto di quella speranza che ha suscitato in me riceverla.

Rosario Amico Roxas

 

 

Beatrice  Rangoni  Machiavelli

 

18 aprile 2012

Gentile Signora Ministro,

 

Come vedrà dall’acclusa nota biografica, ho dedicato l’impegno politico di tutta la mia vita per una Italia più europea in una Europa più unita. Come Presidente dell’ECOSOC europeo, ho avuto il privilegio di collaborare a Bruxelles con il Presidente Giorgio Napolitano e con il Commissario Mario Monti. Sono tuttora in contatto con tante associazioni e organismi che costituiscono i corpi intermedi della Società Civile italiana ed europea.

La lotta alla corruzione è altrettanto essenziale di quella all’evasione fiscale al fine di chiedere, alle famiglie italiane che in numero crescente non arrivano alla fine del mese, i sacrifici che la crisi impone e che sono spesso così insopportabili da motivare drammatici suicidi.

L’attuale sistema facilita la corruzione, il malaffare e l’illegalità sempre più diffusa. Chi si suicida, perché non riesce a pagare le tasse, è un cittadino onesto che muore per colpa dei grandi evasori che rubano il denaro del bilancio pubblico che appartiene a tutti gli italiani.

Mi auguro che la legge che Lei presenterà abbia il giusto rigore: molti cercheranno di svuotarla con emendamenti. L’importante è che se ne assumano chiaramente la responsabilità in Parlamento.

Il Senatore Monti  ha ridato all’immagine dell’Italia la dignità internazionale e il peso europeo che aveva perduto. Ma cresce il numero dei responsabili dei partiti e degli osservatori politici che sostengono che la politica interna dell’Esecutivo in carica è il proseguimento di quella del precedente governo che, invece, ci ha portato sull’orlo del default.

La maggioranza degli italiani è convinta che solo il Governo Monti rappresenta la speranza di superare la grave crisi nella quale siamo immersi.

Come ha confermato il Presidente del Consiglio, la corruzione è il principale motivo che impedisce gli investimenti esteri in Italia.

Non sarebbe facile far accettare ai nostri concittadini esasperati una legge debole contro la corruzione.

Molto grata per l’attenzione e con i migliori e più cordiali saluti

 

 

BRM

2499 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria